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deduzione contributo integrativo

L' Agenzia delle Entrate non ha riconosciuto ad un professionista la deduzione
dal reddito del contributo integraivo del 4%.
La motivazione è che queste somme vengono addebitate al cliente a cui viene
fatturato e quindi non soggette a deduzione.
Premetto che nei ricavi vengono compresi gli importi del contributo in quanto soggetto
ad IVA, per cui credo che sia legittimo dedurre dal reddito questi contributi.
Chi è nel giusto l'ADE o il professionista?
Grazie
linostanzione
 

renzos

Utente
L' Agenzia delle Entrate non ha riconosciuto ad un professionista la deduzione
dal reddito del contributo integraivo del 4%.
La motivazione è che queste somme vengono addebitate al cliente a cui viene
fatturato e quindi non soggette a deduzione.
Premetto che nei ricavi vengono compresi gli importi del contributo in quanto soggetto
ad IVA, per cui credo che sia legittimo dedurre dal reddito questi contributi.
Chi è nel giusto l'ADE o il professionista?
Grazie
linostanzione
Se si tratta di una professione per la quale è presente la Cassa di previdenza (come ad esempio Inarcassa) il contributo integrativo non costituisce ricavo da assoggettare a tassazione ma un debito verso la Cassa e pertanto NON va messo tra i ricavi, ovviamente il contributo forma però parte integrante del volume di affari ai fini IVA (ma non per i contribuenti minimi che non hanno l'IVA).
Se si tratta di una professione per la quale non é prevista la cassa allora il professionista é iscritto alla gestione separata INPS, quindi parliamo della maggiorazione del 4% dei compensi, allora costituisce parte integrante dei compensi da indicare nel presente rigo (art. 1, comma 212, legge n. 662 del 1996).

Per quanto riguarda la deducibilitá sono a conoscenza di una sentenza (http://www.epap.it/rassegna_stampa/Contributo integrativo indeducibile-3.pdf) che vieta la sua deducibilitá, quindi credo che né i contribuenti ordinari né i minimi possano dedurlo, spero che qualcuno più esperto chiarisca questo punto. Vorrei però aggiungere che se un contribuente con limitato volume d'affari incassa durante l'anno fiscale contributi integrativi dai clienti inferiori al minimo imposto dalla cassa dovrebbe dedurre la parte che é rimasta a suo carico, faccio un esempio:

Il contributo integrativo annuale minimo richiesto da Inarcassa é pari ad euro 670,00.
Se il contribuente in una anno fattura 10.000 euro e aggiunge ai clienti 400,00 euro di contributo integrativo (4%) dovrebbe dedurre la differenza perché é rimasta a suo carico, quindi 270,00 euro.
 
Ultima modifica:

Rocco

Utente
A parte l'eccezione di Inarcassa descritta da renzos nella parte finale del suo post, ritengo che l'Ade abbia ragione.
Il contributo integrativo è pagato dal cliente e non costituisce onere sostenuto direttamente dal professionista. Inoltre non costituisce parte integrante del compenso, anche se viene ricompreso nel volume di affari, ma un debito verso la cassa di previdenza di appartenenza. Infatti la ritenuta di acconto viene calcolata solo sul compenso e non anche sul contributo integrativo.
Saluti.
 
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