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Ass.in Partecipaz.di solo lavoro

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Rag.Massimo Gaggelli

Ospite
<HTML>Alla luce della risoluzione 252 del 31/07 u.s. l'associato di solo lavoro viene considerato dall'ag.delle entrate come un qualsiasi lavoratore autonomo ed il compenso deve essere assoggettato ad IVA. Quindi il medesimo si dovrebbe dotare di p.iva ed adempiere a tutte le norme prescritte dalla legge iva. Io mi chiedo come ciò sia possibile in quanto l'associato percepisce gli utili solo alla fine dell'anno oppure a gennaio dell'anno dopo quando l'associante ha determinato l'utile.Inoltre credo che per l'associato debba mancare il requisito soggettivo di assoggettabilità all'iva in quanto egli NON E' un IMPRENDITORE. Gradirei conoscere il parere di chiunque abbia interesse all'argomento...</HTML>
 
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Penso che per aggirare il problema sorto con la risol. 252/E sia consiglibile indicare nel contratto di associazione apporto sia di lavoro che di capitale in questo modo prevale la disciplina riguardante il conferimento di denaro ed in conseguenza non è applicabile la disciplina IVA .
Attendo vostre considerazioni .</HTML>
 
<HTML>sono d'accordo anche con te.

Al riguardo vanno però rinnovati i contratti in corso, va modificata la conotazione civilistica del rapporto, va inquadrato il conferimento in modo da non prestare il fianco a censure elusive, non si sanano i periodi pregressi.

Un ulteriore vantaggio derivante dalla prospettazione del nostro amico Ciccio, sta nell'irrilevanza della spesa ai fini dei parametri o studi di settore. Infatti, trattandosi di erogazione di redditi di capitale, solitamente non vengono presi in considerazione dagli studi, alleggerendo così il rischio di vedersi appesantire i ricavi.

ciao</HTML>
 
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