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Lavoratore Italiano in Brasile

Vi trovate in una situazione simile?

  • Si, ma ho mantenuto la residenza fiscale in Italia

    Votes: 0 0,0%
  • Si, ma ho spostato la residenza fiscale all'estero

    Votes: 0 0,0%
  • No

    Votes: 0 0,0%
  • Si, ma percepisco solo un salario in Italia

    Votes: 0 0,0%
  • Si, ma percepisco solo un salario all'estero

    Votes: 0 0,0%

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bobtick61

Utente
Gentile Rag. Rodella,
ho letto con molto interesse il suo articolo “Lavoratori espatriati: la determinazione della tassazione concorrente e l’attribuzione del credito di imposta”.
Mi trovo in una situazione simile, lavorando da quasi un anno in via continuativa in Brasile per conto di una multinazionale italiana del settore automotive.
Ho un regolare contratto con la casa madre italiana, che da più di un anno ha comprato un’azienda brasiliana del settore. Pur lavorando all’estero, ho mantenuto la residenza fiscale in Italia. Sono inquadrato nel settore metalmeccanico come 7° livello Quadro e ricopro l’incarico di Quality Manager per la sede brasiliana.
La sede brasiliana ha messo a mia disposizione alloggio, auto aziendale, telefono, ecc. , tutte spese a carico della sede stessa.
Percepisco uno stipendio dalla casa madre italiana, ma nella busta paga italiana non compaiono voci di ‘fringe benefits’, né di ‘indennità estera’.
Ho capito che devo essere assoggettato alla doppia tassazione. Purtroppo non mi è chiaro il concetto delle ‘retribuzioni convenzionali’ e gradirei avere ulteriori ragguagli. Per sua informazione, ho scaricato da uno dei vari siti internet la "Tabella delle Retribuzioni Convenzionali" applicabile, ovvero quella del 2013. Purtroppo non mi è chiaro in quale fascia collocarmi, fra le 6 (dalla I alla VI) esistenti.
Inoltre, suppongo che l'entità monetaria delle fasce retributive lì indicate sia da considerarsi di ordine 'mensile', corretto?

Le chiederei gentilmente di aiutarmi a capire come calcolare la doppia tassazione dovuta.

La ringrazio anticipatamente.

Cordiali saluti.

R.T.
 
Gentile Rag. Rodella,
ho letto con molto interesse il suo articolo “Lavoratori espatriati: la determinazione della tassazione concorrente e l’attribuzione del credito di imposta”.
Mi trovo in una situazione simile, lavorando da quasi un anno in via continuativa in Brasile per conto di una multinazionale italiana del settore automotive.
Ho un regolare contratto con la casa madre italiana, che da più di un anno ha comprato un’azienda brasiliana del settore. Pur lavorando all’estero, ho mantenuto la residenza fiscale in Italia. Sono inquadrato nel settore metalmeccanico come 7° livello Quadro e ricopro l’incarico di Quality Manager per la sede brasiliana.
La sede brasiliana ha messo a mia disposizione alloggio, auto aziendale, telefono, ecc. , tutte spese a carico della sede stessa.
Percepisco uno stipendio dalla casa madre italiana, ma nella busta paga italiana non compaiono voci di ‘fringe benefits’, né di ‘indennità estera’.
Ho capito che devo essere assoggettato alla doppia tassazione. Purtroppo non mi è chiaro il concetto delle ‘retribuzioni convenzionali’ e gradirei avere ulteriori ragguagli. Per sua informazione, ho scaricato da uno dei vari siti internet la "Tabella delle Retribuzioni Convenzionali" applicabile, ovvero quella del 2013. Purtroppo non mi è chiaro in quale fascia collocarmi, fra le 6 (dalla I alla VI) esistenti.
Inoltre, suppongo che l'entità monetaria delle fasce retributive lì indicate sia da considerarsi di ordine 'mensile', corretto?

Le chiederei gentilmente di aiutarmi a capire come calcolare la doppia tassazione dovuta.

La ringrazio anticipatamente.

Cordiali saluti.

R.T.
Egregio signor Roberto Tichelio,

nella ipotesi in cui lei sia rimasto residente fiscale in Italia e lavori all'estero, dovrà pagare le tasse in Italia per i redditi prodotti in tutto il mondo; dovrà inoltre corrisponderle, nel luogo di lavoro, in questo caso il Brasile, in base alle regole locali.
Al fine di ridurre questo fatto, per Lei negativo, la normativa italiana prevede che le tasse in Italia si debbano corrispondere in base a retribuzioni convenzionali, determinate ogni anno con un D.M.
Le retribuzioni convenzionali sono determinate per per settore , fascia retributiva, ed il versamento dell'imposta si determina nel "range" massimo di fascia.
Nelle "retribuzioni convenzionali", non rientrano nè i benefit collegati al distacco, nè l'indennità estera.
Per questa ragione, di solito questa base imponibile è favorevole per il lavoratore, in quanto escluderebbe alcune voci, quasi sempre consistenti.
Esistono però dei casi, (forse il suo è uno di questi), dove, in assenza di benefit ed indennità estera, la retribuzione convenzionale potrebbe risultare peggiorativa per il lavoratore, in relazione al fatto che la tassazione avviene nel "range" massimo di fascia.
Le faccio un esempio: Impiegato di VII livello CCNL industria, retribuzione mensile € 3.000,00, rientra nella IV fascia del D.M. che prevede un imponibile convenzionale per questa fascia di € 3.361,59. Lei dovrà pagare tasse in eccedenza per € 361,59
Questo aspetto iniquo, è stato rilevato molto bene ieri in un articolo, a firma di Alessandro Antonelli e Alessandro Mengozzi, apparso sul Sole 24 ore, che qui di seguito Le allego.
Il caso da Lei evidenziato rileverebbe che tutti i fringe benefit sono a carico della società distaccataria brasiliana. Conoscendo la procedura brasiliana, credo che Lei in loco abbia un listino paga, dove si evidenziano tutti i benefit e la retribuzione percepita in Italia, in quanto le tasse le dovrà comunque pagare anche in Brasile sulle regole locali.
Ritornando al suo caso, ed ipotizzando una retribuzione mensile di € 3.000,00 dovrebbe pagare su € 3.361,59.
Se invece lei avesse una retribuzione mensile di € 4.000,00, rientrerebbe nella V fascia con una massimale di € 3.766,21, sul quale si pagano le tasse. In questo caso non risulterebbe danneggiato.
Sperando di essermi fatto comprendere, la saluto molto cordialmente.

Luigi Rodella
 
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