Gio.
Utente
Siccome quanto segue lo trovo di insegnamento stimolante, inoltre credo possa essere di aiuto a molti nonche' di utile meditazione anche e soprattutto con il nostro agire quotidiano, lo propongo in pasto alla "Banda".-
Solo nel 2006 le autorità europee hanno sequestrato più di 250 milioni di articoli contraffatti, con un incremento del 234% rispetto al 2005. Sicuramente in democrazia ognuno è libero di mettere in atto tutti i comportamenti che ritiene opportuni, ma pare sia doveroso ricordare al caro lettore che in democrazia il libero arbitrio è regolato da norme, usi e consuetudini che limitano anche i nostri semplici acquisti personali. Probabilmente il nostro lettore, spirito libero e antifascista, avrà apprezzato le gesta di chi tempo fa irruppe in supermercati e librerie milanesi per rubare gli articoli in vendita e regalarli poi con fare intellettuale ed antimoralista agli amici dei centri sociali. Solo il 22 giugno scorso, a Milano, la Cidec, organo parte del tavolo permanente degli imprenditori, lavoratori e consumatori per la lotta alla contraffazione, ha promosso ed organizzato un convegno alla quale hanno partecipato, tra gli altri: il Presidente del Museo del falso Dr. Casillo, il Vice Alto Commissario per la Lotta alla contraffazione Dr. Antonello Colosimo, Trafiletti per la Federconsumatori, tutti relatori di grande rilievo ed autorevolezza che con Cidec stanno elaborando strategie nazionali, monitorando il fenomeno e studiando proposte normative di azione amministrativa per divulgare il concetto che la contraffazione è nemica delle imprese, la contraffazione trascina con sé il lavoro sommerso, la concorrenza sleale, creando falle enormi di diseconomia. Il lettore Alessandro dovrebbe fermare il suo pensiero qualche secondo ed immaginare i danni del problema contraffazione, soprattutto sugli articoli maggiormente di moda, che allargano il nucleo del problema fino ai confini della tutela del Made in Italy, per esempio: alcuni accessori dell’abbigliamento ed abbigliamento stesso sono portatori di danni per la salute dei consumatori (occhiali, vestiti, t-shirts per le colorazioni illecite), per non dimenticare il commercio di sigarette, i prodotti tecnologici, medicinali (similviagra su internet), generi alimentari, articoli per il consumo domestico. Ma riteniamo che Alessandro sia un giovane lettore, quindi ancora civicamente recuperabile; la maggiore preoccupazione va rivolta al popolo femminile, non solo quello estivo e bagnante, ma quello permanente residente e non: se si infondesse il concetto – che Cidec promuove e fa proprio – di additare, o quantomeno dichiarare che chi acquista prodotti o articoli contraffatti è perdente? In fondo è così! Non puoi permetterti una cintura D&G? E’ evidente che non è per le tue tasche…sicuramente il gusto del nostrano Made in Italy saprà surrogare un acquisto taroccato, con l’esclusività, il pregio, il gusto di poter indossare una bella cintura in pelle di fattura fiorentina. Cidec Imperia lancia un’ultima osservazione: il sistema paese, ma soprattutto Sanremo necessita di una capitalizzazione di risorse e forze sul campo, ma occorre raccogliere anche le briciole della nostra micro-economia, rimpastare il tutto con sapienza e tornare a sperare... solo se tutte le categorie economiche dalle imprese, ai lavoratori, ai consumatori finali, si riappropriassero delle loro vere identità (ambiti d’azione e limiti…), non vi sarebbe confusione di ruoli, la realtà economica si leggerebbe in modo trasparente ed autentico. Non atteggiamoci più per quel che non siamo, o non possiamo essere, esprimiamo invece al meglio e con innovazione le nostre piccole peculiarità, lasciando i capi di Fendi, Luis Vitton etc. ai residenti monegaschi, o a chi in effetti non ha in corso prestiti al consumo".
Se poi ci aggiungiamo che l'autrice e' anche una "amica" diretta come un treno e sincera.... si dice il peccato e mai il peccatore......ehhehh
Solo nel 2006 le autorità europee hanno sequestrato più di 250 milioni di articoli contraffatti, con un incremento del 234% rispetto al 2005. Sicuramente in democrazia ognuno è libero di mettere in atto tutti i comportamenti che ritiene opportuni, ma pare sia doveroso ricordare al caro lettore che in democrazia il libero arbitrio è regolato da norme, usi e consuetudini che limitano anche i nostri semplici acquisti personali. Probabilmente il nostro lettore, spirito libero e antifascista, avrà apprezzato le gesta di chi tempo fa irruppe in supermercati e librerie milanesi per rubare gli articoli in vendita e regalarli poi con fare intellettuale ed antimoralista agli amici dei centri sociali. Solo il 22 giugno scorso, a Milano, la Cidec, organo parte del tavolo permanente degli imprenditori, lavoratori e consumatori per la lotta alla contraffazione, ha promosso ed organizzato un convegno alla quale hanno partecipato, tra gli altri: il Presidente del Museo del falso Dr. Casillo, il Vice Alto Commissario per la Lotta alla contraffazione Dr. Antonello Colosimo, Trafiletti per la Federconsumatori, tutti relatori di grande rilievo ed autorevolezza che con Cidec stanno elaborando strategie nazionali, monitorando il fenomeno e studiando proposte normative di azione amministrativa per divulgare il concetto che la contraffazione è nemica delle imprese, la contraffazione trascina con sé il lavoro sommerso, la concorrenza sleale, creando falle enormi di diseconomia. Il lettore Alessandro dovrebbe fermare il suo pensiero qualche secondo ed immaginare i danni del problema contraffazione, soprattutto sugli articoli maggiormente di moda, che allargano il nucleo del problema fino ai confini della tutela del Made in Italy, per esempio: alcuni accessori dell’abbigliamento ed abbigliamento stesso sono portatori di danni per la salute dei consumatori (occhiali, vestiti, t-shirts per le colorazioni illecite), per non dimenticare il commercio di sigarette, i prodotti tecnologici, medicinali (similviagra su internet), generi alimentari, articoli per il consumo domestico. Ma riteniamo che Alessandro sia un giovane lettore, quindi ancora civicamente recuperabile; la maggiore preoccupazione va rivolta al popolo femminile, non solo quello estivo e bagnante, ma quello permanente residente e non: se si infondesse il concetto – che Cidec promuove e fa proprio – di additare, o quantomeno dichiarare che chi acquista prodotti o articoli contraffatti è perdente? In fondo è così! Non puoi permetterti una cintura D&G? E’ evidente che non è per le tue tasche…sicuramente il gusto del nostrano Made in Italy saprà surrogare un acquisto taroccato, con l’esclusività, il pregio, il gusto di poter indossare una bella cintura in pelle di fattura fiorentina. Cidec Imperia lancia un’ultima osservazione: il sistema paese, ma soprattutto Sanremo necessita di una capitalizzazione di risorse e forze sul campo, ma occorre raccogliere anche le briciole della nostra micro-economia, rimpastare il tutto con sapienza e tornare a sperare... solo se tutte le categorie economiche dalle imprese, ai lavoratori, ai consumatori finali, si riappropriassero delle loro vere identità (ambiti d’azione e limiti…), non vi sarebbe confusione di ruoli, la realtà economica si leggerebbe in modo trasparente ed autentico. Non atteggiamoci più per quel che non siamo, o non possiamo essere, esprimiamo invece al meglio e con innovazione le nostre piccole peculiarità, lasciando i capi di Fendi, Luis Vitton etc. ai residenti monegaschi, o a chi in effetti non ha in corso prestiti al consumo".
Se poi ci aggiungiamo che l'autrice e' anche una "amica" diretta come un treno e sincera.... si dice il peccato e mai il peccatore......ehhehh