News Pubblicata il 15/07/2019

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Quota 100 e RDC: i risparmi secondo l'INPS

Spesa previdenziale INPS al 12% del PIL, 3% per l'assistenza. Il testo della relazione annuale. Per quota 100 spesa inferiore del 29% rispetto alle previsioni



Il Presidente dell'Inps Pasquale Tridico che presentato la sua Relazione annuale sulla situazione dell'Istituto previdenziale. Nel triennio 2016-2018 la spesa  complessiva è rimasta stabile, attorno al 15% del Pil, ma i costi della previdenza si attestano  al 12% (  con un 1,9 rispetto al 2017 - 265,5 miliardi per le pensioni)  mentre il 3% finanzia le prestazioni assistenziali. Per Tridico il bilancio è solido anche se andrebbero fatte modifiche alla modalità di contabilitzzazione per tenere separati i conti di previdenza e assistenza per avere una quadro piu chiaro e  meglio confrontabile in ambito internazionale .

 I dati del monitoraggio mensile sulla spesa per Quota 100 e Reddito di cittadinanza evidenziano che ad oggi la nuova pensione anticipata ha avuto una adesione inferiore del previsto,  pari al 29% . Ugualmente per il reddito di cittadinanza i nuclei familiari che  saranno beneficiari del provvedimento entro fine anno saranno circa un milione,  a fronte di una platea stimata di 1.248mila famiglie in Legge di Bilancio.  Le altre opzioni di uscita anticipata sono state scelte , da gennaio fino a maggio 2019,da 14.879 persone per “Opzione Donna” e da 72.893 per il pensionamento anticipato a 41 anni e 10 mesi

L'Introduzione della relazione spiega che il Rapporto annuale dell’Inps  2019  piu che alla previdenza è dedicato all’analisi delle disuguaglianze  prodotte dalla “Grande recessione”: 

Nel primo capitolo, si analizzano i riflessi  sul mercato del lavoro prodotti dalla stagnazione dando conto degli effetti  redistributivi derivanti dalla ricomposizione delle forme contrattuali. Si descrive  una inversione di tendenza del fenomeno della precarizzazione del lavoro con un  aumento considerevole di contratti a tempo indeterminato e di trasformazioni, anche se rimangono problemi quali il part time involontario, la sempre più elevata  polarizzazione della distribuzione dei redditi da lavoro ai suoi estremi rappresentati dai percettori di bassi salari e dai top earners.

Nel secondo capitolo, si offre una analisi dettagliata delle caratteristiche delle imprese assicurate e della dinamica delle preferenze contrattuali che caratterizzano la domanda di lavoro. Si esaminano, inoltre, gli effetti sull’occupazione delle misure di agevolazione contributiva introdotte negli ultimi quattro anni: l’esonero triennale 2015, l’esonero biennale 2016, l’esonero strutturale per i giovani, il programma “Garanzia giovani”.
Nel terzo capitolo, viene analizzato il fenomeno delle disuguaglianze salariali e degli andamenti della labour share, la quota dei redditi da lavoro in rapporto  al Pil, in un contesto di lungo periodo nel tentativo di coglierne gli andamenti  e le ragioni strutturali.

Il quarto capitolo, infine, rendiconta lo sforzo dell’Istituto per l’erogazione dei servizi previdenziali e di quelli assistenziali compreso quello relativo all’introduzione delle misure più recenti quali il Reddito di Cittadinanza e l’anticipo pensionistico (c.d. “Quota cento”) che hanno assorbito una quota importante della forza lavoro dell’Inps anche a causa dei tempi di attuazione strettissimi.

Infine, insieme ad un esame delle iniziative legislative aventi ad oggetto il salario minimo legale, viene documentata l’attività del lavoro congiunto tra Inps e Cnel su distribuzione, concentrazione e caratteristiche della rappresentatività dei  Ccnl finalizzato ad avere strumenti di controllo a tutela dei diritti previdenziali dei lavoratori. "

Fonte: Inps


1 FILE ALLEGATO:
Inps relazione annuale 2019

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