L’Unione europea in tema di contrasto alle frodi Iva, sta pensando di estendere il meccanismo del Reverse charge in modo generalizzato a tutti i 27 paesi dell’Unione al fine di arginare un fenomeno che negli scambi tra i vari paesi ha procurato in Italia uno scarto del 22 per cento (contro la media comunitaria del 12 per cento). Se la proposta dell’Unione si trasformerà in direttiva, l’elenco dei beni e servizi a cui si applicherà il reverse charge sarà formalizzato in una tabella, nell’ambito della quale gli Stati membri potranno operare la propria scelta.