Speciale Pubblicato il 12/11/2016

Tempo di lettura: 4 minuti

Quali sono le condotte on line che configurano i reati di cybercrime?

di Modesti dott. Giovanni

Attenzione all’uso poco responsabile dei social network: ecco le regole per il corretto utilizzo del Web e dei social network



Sophos – azienda che si occupa di sicurezza informatica - ha posto l’attenzione sul corretto utilizzo del Web e dei social network per evitare comportamenti inappropriati sul Web e sui social networks  dai quali potrebbero avere origine condotte penalmente rilevanti.

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Gli esempi dei comportamenti rischiosi sul Web e sui social network

1. Far finta di essere qualcun altro
Sostituirsi nell’identità di un’altra persona, usando la sua password, o la sua foto permette di porre in essere il cd phishing, che consiste in una truffa informatica effettuata inviando un'e-mail con il logo contraffatto di un istituto di credito o di una società di commercio elettronico, in cui si invita il destinatario a fornire dati riservati (numero di carta di credito, password di accesso al servizio di home banking, ecc.), motivando tale richiesta con ragioni di ordine tecnico. In questo modo si mira a  rubare informazioni, dati e denaro.
2. Creare un falso profilo
Il fake è’ una condotta che rientra, anch’essa, nel novero di quelle illecite sotto una pluralità di profili: in primo luogo rappresenta una violazione delle regole stabilite da Facebook oltre a rappresentare gli estremi del furto di identità e di proprietà intellettuale.
3. Cyber bullismo on line
Altra condotta penalmente rilevante è rappresentata dal cyber bullismo che si realizza allorquando si prende di mira un soggetto, creandogli un falso profilo e denigrandolo, con conseguenze che possono essere anche drammatiche, come – purtroppo – i recenti fatti di cronaca ci hanno testimoniato.
Nella vita virtuale può capitare di imbattersi in persone che usano Internet per esercitare la loro prepotenza.
Con il termine cyberbullismo si intende, pertanto, una qualsiasi comunicazione virtuale pubblicata o inviata a un minore avente lo scopo di impaurire, imbarazzare, infastidire o prendere di mira in altro modo un minore.
4. Revenge porn,
Consiste nella trasmissione in rete di immagini o di video di nudi senza il consenso della vittima.
Si tratta di una condotta dalla quale, a seconda dei casi, può scaturire l’accusa di molestie o il divieto delle leggi sul copyright.

Prevenzione e sensibilizzazione per combattere il cybercrime

Il MOIGE– Movimento Italiano Genitori e Samsung, con il patrocinio della Polizia di Stato, hanno promosso un progetto denominato “#OFF4aDAY” che ha l’obiettivo primario di sensibilizzare ragazzi e adulti sulla prevenzione al fenomeno del cyberbullismo online.
Per contrastare tale fenomeno sempre più diffuso e drammatico in Italia il legislatore sta cercando di approvare una legge ad hoc, (sul cui contenuto e sulle valutazioni critiche si rinvia al seguente link).
 

Il caso Facebook

Facebook è stata condannata ad una multa di 123 milioni di dollari per non avere rimosso, per diversi mesi, una pagina che condivideva questo materiale (revenge porn).
A Facebook, è stata contestata, quindi, l’aggravante di non essere intervenuto nella questione nemmeno dopo l'intervento della polizia.
Secondo gli avvocati che seguono il caso, infatti, Facebook non avrebbe preso in considerazione nessuna delle numerose richieste avanzate per la cancellazione di quel profilo, tanto da non prendere posizione nemmeno dopo l'intervento delle autorità, che ne hanno fatto richiesta alla società.
La richiesta di 123 milioni di dollari è stata conteggiata in 10 centesimi per ogni utente iscritto, potenzialmente fruitore di quei contenuti illegittimi.
Altri social come Instagram e Snapchat sono, invece, corse ai ripari creando diversi team che controllano in ogni momento le segnalazioni in modo da rimuovere le immagini il  prima possibile e darne segnalazione alle autorità, per poter loro consentire di risalire all'autore.
 

Consigli per l’uso: come navigare sicuri

1. massima prudenza nella navigazione.
Attenzione nella navigazione on line, per cui va sconsigliata la visitazione di siti sconosciuti e, comunque, non sicuri quali ad es. quelli che hanno come estensione http e non https.
Lo scaricare contenuti dalla rete dovrebbe essere subordinato all’accertamento preventivo della affidabilità del sito o della persona.
A tale proposito ESET (un'azienda che opera nel campo della sicurezza informatica) consiglia di posizionare il mouse sul link per vedere se questo è effettivamente il punto sul sito che è di interesse o se al contrario potrebbe indirizzare verso altre destinazioni.
2. porre attenzione alla lettura dei messaggi di posta elettronica.
Accertarsi, prima di aprire i messaggi, che il sito sia quello ufficiale e non un sito creato ad hoc per “fare abboccare” gli utenti. (solitamente i siti non ufficiali sono contraddistinti dal ricorso ad un linguaggio non corretto e/o ad icone/immagini non propriamente uguali a quelle presenti sul sito ufficiale)
3. diffidare dalle minacce.
Se arriva una minaccia con la quale veniamo indotti a compiere determinate operazioni (ad es., fornire credenziali, o gli estremi della carta di credito o il numero di conto corrente, ecc.) forse è il caso di avvertire immediatamente la polizia postale, in quanto le aziende, pubbliche e private, molto di rado inviano richieste di tale tenore.
4. controllare che il protocollo sia HTTPS.
Un sito web sicuro, per definizione, è quello contrassegnato dalla stringa HTPPS con l’icona del “lucchetto”. A tale proposito Google si sta attivando con una propria policy di sicurezza per la quale i siti che non avranno tale standard di sicurezza saranno progressivamente emarginati dal motore di ricerca e contrassegnati quali siti non sicuri.
Rif.
http://www.datamanager.it/2016/11/consigli-sophos-evitare-comportamenti-inappropriati-web-social-networks/ 
http://247.libero.it/focus/29926847/4/facebook-richiesti-123-milioni-di-dollari-per-falso-profilo/
http://www.wired.it/attualita/politica/2016/09/15/qualcuno-fermi-legge-cyberbullismo/



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