Speciale Pubblicato il 13/09/2013

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Operazioni con la Croazia dal 1° luglio 2013

di Erario Anna Eleonora

A partire dal 1° luglio 2013, la Croazia è entrata a far parte dell'Unione Europea. Da tale data, quindi, le operazioni poste in essere con operatori residenti in tale Stato sono considerate operazioni “intracomunitarie”.



Con la Legge n. 17 del 29.02.2012, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 52 del 02.03.2012 - Supplemento Ordinario n. 42, è stata data ratifica ed esecuzione al Trattato di adesione della Repubblica di Croazia all’Unione Europea.
Il processo di allargamento dell’U.E. alla Croazia si è attuato a decorrere dal 1° luglio 2013, data di entrata in vigore del predetto Trattato.  Ora, l'Unione Europea è costituita, quindi, da 28 Paesi membri.

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Gli effetti ai fini fiscali

Ai fini fiscali, l'ingresso della Croazia nell'UE comporta che gli scambi di beni da e verso la Croazia sono considerati ora, a tutti gli effetti, operazioni “intracomunitarie”, con l'applicazione quindi della disciplina prevista dal D.L. n. 331/1993.
In particolare, l’art. 38 del D.L. n. 331/1993 definisce acquisti intraUE:
“le acquisizioni, derivanti da atti a titolo oneroso, della proprietà di beni o di altro diritto reale di godimento sugli stessi, spediti o trasportati nel territorio dello Stato da altro Stato membro dal cedente, nella qualità di soggetto passivo d’imposta, ovvero dall’acquirente o da terzi per loro conto”.
Per le prestazioni di servizi “generiche”, si applica l'attuale regime IVA previsto dall'art. 7-ter, D.P.R. n. 633/1972, salvo l’obbligo di integrare la fattura estera relativamente ai servizi ricevuti da operatori croati.
Sia per gli scambi di beni, che per le prestazioni di servizi "generiche" rese/ricevute, inoltre, devono essere presentati i modelli Intra.


TAG: Operazioni Intra ed extra comunitarie