Speciale Pubblicato il 17/01/2012

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Indagini sui conti correnti:con il Decreto salva Italia addio al segreto bancario

di Susanna Finesso

Il Fisco riceverà periodicamente le movimentazioni dei conti correnti dagli operatori finanziari. La norma nell'art. 11 del Dl 201 del 6 dicembre 2011 ma si attende il provvedimento attuativo per le modalità.



Con gli art. 11 e 11 bis del Decreto Salvaitalia che prevedono controlli a tutto campo dei conti correnti e di ogni rapporto finanziario con banche , poste ecc. anche in assenza di specifiche indagini tributarie, si sancisce per molti la fine del segreto bancario in Italia.
La norma infatti ha inasprito quanto previsto dalla Manovra di Ferragosto  e  dal 1 gennaio 2012  gli operatori finanziari (istituti di credito, Poste italiane intermediari finanziari imprese di investimento Società di gestione del risparmio Fiduciarie, società di assicurazione) sono tenuti ad inviare periodicamente all’Anagrafe Tributaria (lo strumento della Amministrazione finanziaria introdotto dal DPR 605/1973 che censisce tutti i contribuenti italiani) non solo dati anagrafici e codice fiscale relativi agli intestatari, ai delegati e al tipo di rapporto intrattenuto come previsto dall’art. 7 del decreto sopracitato, ma anche:
1) tutti gli importi delle movimentazioni nei conti
2) tutte le operazioni fuori conto (cambio assegni, richieste di bonifici per contanti, cambio valuta estera) con l’unica esclusione dei pagamenti con bollettini di conto corrente postale inferiori ai 1500 euro.
I rapporti interessati sono  ad esempio:
Un recente provvedimento dell Agenzia del 7/12 attuativo del DL 98/2011 ha ricompreso anche assicurazioni di polizze unit linked e index linked e di contratti di capitalizzazione stipulati dopo il 6 luglio 2011, allargando quindi anche alle assicurazioni la platea degli operatori tenuti all’invio dei dati.

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Come funzionerà l'indagine bancaria

I dati disponibili (una stima parla di 3/4 miliardi di informazioni relative a 40 milioni di conti correnti) saranno utilizzati dall’Agenzia delle Entrate per l’individuazione dei contribuenti a maggiori rischio di evasione da sottoporre eventualmente a controllo fiscale. In pratica si capovolge l’iter seguito finora che prevedeva l’individuazione del contribuente sospetto o del reato tributario e poi l’indagine bancaria selettiva sui suoi conti o su quelli di terzi a lui riconducibili. Oggi proprio tramite l’analisi dei movimenti bancari e finanziari, già disponibili per legge ,si potrà procedere ai controlli o evidenziare una lista di contribuenti da indagare.
Resta comunque obbligatoria la richiesta di autorizzazione ai dirigenti per  la richiesta di ulteriori informazioni e l’utilizzo specifico dei dati rilevanti in un eventuale accertamento o processo tributario.
Le modalità specifiche devono essere definite con un provvedimento del direttore dell’Agenzia. Si ipotizza  che la norma avrà efficacia retroattiva e che questi dati trasmessi all’Anagrafe Tributaria verranno archiviati e conservati per 4 anni come la documentazione fiscale.

Il provvedimento attuativo dovrebbe essere imminente  ma verrà adottato solo dopo aver sentito gli operatori interessati e il Garante del trattamento dei dati personali. Sul tema del resto il garante è già intervenuto esprimendo preoccupazione per la pesante intrusione  sulla privacy dei cittadini ma ammettendo che esso è probabilmente inevitabile vista la situazione italiana per quanto riguarda l’evasione fiscale, assolutamente anomala nel panorama europeo.
Il legislatore ha peraltro previsto che l’Agenzia delle Entrate sia tenuta a relazionare annualmente sull’emersione di base imponibile ottenuta con l'applicazione delle nuove norme.


TAG: Accertamento e controlli