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Lo scopo di questo breve e-book è quello di indirizzare i Chartered Accountants nella loro attività di consulenza in relazione alle nuove sfide che le società britanniche si troveranno ad affrontare con l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
Nei mesi successivi al voto, il governo del Regno Unito ha formalmente dichiarato che non rimarrà aderente al Mercato Unico o all'Unione Doganale Europea, ma che al contrario, perseguirà nuovi ed ambiziosi accordi di libero scambio globale con l'UE.
Al momento non è ancora chiaro quali patti commerciali e doganali saranno eventualmente raggiunti con l'UE; tuttavia il business continua ed il nostro obiettivo è quello di aiutare le aziende a comprendere le questioni legali e pratiche sollevate dal Brexit per supportare meglio la loro pianificazione durante questo periodo di incertezza.
Brexit significherà per il Regno Unito diventare un paese terzo ai fini dei dazi doganali e ciò avrà implicazioni per tutti gli Stati membri dell'UE.
In assenza di ulteriori accordi, è plausibile ritenere che verranno effettuati controlli doganali sugli scambi tra il Regno Unito e gli altri paesi UE.
Questo potrebbe comportare la preparazione di dichiarazioni doganali, maggiori controlli alle frontiere, l’imposizione di tariffe, quote e diversi regimi IVA.
Le aziende dovranno esaminare i loro processi o flussi di approvvigionamento e stabilire esattamente in che modo Brexit influirà su di essi e quali azioni devono intraprendere per prepararsi.
L'ebook è suddiviso nelle seguenti sezioni:
Introduzione
Sezione 1: Il paesaggio del dopo Brexit
L'unione doganale dell'UE e il Mercato Unico
Negoziare con un altro paese in base ad un accordo di libero scambio
Imposizione di tariffe e barriere non commerciali in caso di commercio al di fuori dell'Unione Doganale e del Mercato Unico
Cos'è l’Organizzazione Mondiale del Commercio?
Status del Regno Unito post Brexit
Cosa sono gli accordi dell'OMC?
Come funziona il sistema tariffario dell’OMC?
Come funziona il sistema di codifica tariffaria?
Quali sono le barriere non tariffarie?
Sezione 2: Dogane ed IVA
Panoramica del regime doganale dell'UE
Le dichiarazioni doganali
Cos'è il DAU?
EORI - Numero di registrazione e identificazione degli operatori economici
Status di operatore economico autorizzato
Quali documenti devono accompagnare una dichiarazione di importazione?
Come vengono calcolate i dazi?
Come vengono pagati i dazi?
Brexit: contabilizzazione della VAT (IVA) - Impatto sui flussi di cassa
HMRC VAT breaking News
Utilizzo di Depositi Doganali
EC sales List – Elenchi delle vendite intracomunitarie
Intrastat
Imprese Britanniche che forniscono servizi nell'UE
Sezione 3: Tariffe commerciali, i passaggi della catena degli approvvigionamenti (supply chain)
Tempi di consegna
Implicazioni legali delle nuove catene di approvvigionamento
Tecnologia e dogane
Tempo di percorrenza
Formazione per esperti di sdoganamento
Dogane: impatto sulla redditività aziendale
Sezione 4: trading sull'isola dell’Irlanda
Merci in transito nel Regno Unito provenienti dall'Irlanda
Procedure di transito
Area di transito comune
Sezione 5: altri barriere che influenzano il commercio
I costi aziendali della gestione delle dogane
Il rispetto di norme di controllo della qualità
Sezione 6: effetto del brexit, la prospettiva aziendale
Esempio n. 1: Il commerciante transfrontaliero - Il grande produttore alimentare
Esempio 2: Il trader irlandese - Il piccolo produttore e fornitore di componenti ingegneristici
Esempio 3: Il produttore di cibi pronti
Ebook di 82 pagine in pdf sulle conseguenze della Brexit in merito a immigrazione, residenza e cittadinanza.
In occasione del referendum del 23 giugno 2016, la maggioranza degli elettori inglesi ha votato a favore dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
Il processo formale di uscita è iniziato il 29 marzo del 2017, data in cui il governo inglese ha attivato l’Articolo 50 del Trattato sull’Unione Europea, articolo che definisce la procedura che uno Stato deve seguire per uscire volontariamente dall’Unione Europea.
A partire da questa data, due sono gli anni di tempo per negoziare i termini del recesso.
La data prevista per la Brexit è infatti il 29 marzo 2019, data a partire dalla quale il Regno Unito non sara’ piu’ un Paese membro dell’Unione.
Nell’arco di questi due anni, Regno Unito e Unione Europea hanno tentato di negoziare i termini di recesso, cercando di creare un accordo in grado di disciplinare in modo quanto piu’ ordinato e chiaro possibile i vari aspetti della questione.
Il governo inglese ha sottolineato in piu’ occasioni che un accordo reciproco con l’Unione Europea è l’unico modo per proteggere i diritti dei cittadini europei presenti nel Regno Unito e quelli dei cittadini inglesi che vivono nell’Unione Europea.
Il 14 novembre del 2018, la Commissione Europea e il governo inglese hanno pubblicato una bozza di accordo di recesso, il cosiddetto “Withdrawal Agreement”, nel quale venivano delineati i vari aspetti delle future relazioni tra Unione Europea e Regno Unito.
La parte seconda di tale accordo, in particolare, si occupava di delineare quelli che saranno i diritti di circolazione delle persone fisiche in seguito alla Brexit e riprendeva quasi in toto le disposizioni già accordate tra le parti nella bozza di accordo di recesso di marzo 2018.
La bozza di accordo in questione è stata approvata dai leader europei il 25 novembre del 2018, ma non ha superato il vaglio del Parlamento inglese.
Il 15 gennaio 2019, infatti, la Camera dei Comuni britannica ha votato a grande maggioranza contro l’accordo di recesso, con ben 432 voti contrari e solo 202 favorevoli. Pertanto, il tempo rimasto a disposizione del governo inglese per negoziare un nuovo accordo con l’Unione Europea è davvero poco e, ad oggi, le possibilità che il Regno Unito esca dall’Unione Europea il 29 marzo del 2019 prossimo senza accordo (la cosiddetta “no deal Brexit”) aumentano
esponenzialmente.
Il governo inglese ha tuttavia rassicurato piu’ volte i cittadini europei che vivono nel Regno Unito e le loro famiglie che i cittadini europei potranno rimanere a vivere nel Regno Unito anche nel caso di “no deal”.
In particolare, il governo ha chiarito che i cittadini europei e i loro famigliari che sono entrati nel Regno Unito prima del 29 marzo del 2019 potranno continuare a vivere nel Regno Unito mantenendo gli stessi diritti di cui godono attualmente se richiedono il settled status.
Il governo inglese ha sempre proclamato solennemente che i diritti dei cittadini europei sarebbero stati mantenuti e tutelati anche dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Nei fatti, tuttavia, le cose sono andate ben diversamente.
I cittadini europei che entreranno nel Regno Unito prima del 29 marzo 2019 alle ore 23:00, avranno il diritto di vivere e lavorare nel Regno Unito senza necessita’ di permessi, autorizzazioni o visti. Tra l’altro, detti soggetti non sono neppure obbligati a registrarsi presso l’Home Office.
Si tratta infatti di un diritto acquisito, e come tale inviolabile e immodificabile in base alla Direttiva Europea che e’ stata recepita nella legislazione inglese.
Spesso accade, tuttavia, che i governi non rispettino gli impegni precedentemente assunti e il governo inglese in cio’ non e’ stato da meno.
Infatti, per quanto riguarda i cittadini europei, il governo subordina la loro permanenza nel Regno Unito alla richiesta del settled status.
Pertanto, non si tratta piu’ di un diritto acquisito, ma di una vera e propria autorizzazione, e la differenza tra le due cose non e’ di poco conto.
Il governo inglese ha richiesto la collaborazione degli Stati membri dell’Unione Europea affinché venga garantita adeguata protezione ai diritti dei cittadini inglesi che vivono negli altri paesi dell’Unione Europea anche nell’ipotesi di “no deal”.
Per quanto concerne i diritti dei cittadini inglesi che si trovano in Europa, il governo ha spiegato di non poter agire unilateralmente per tutelare tali diritti, ma si è detto intenzionato ad adottare tutte le misure necessarie per fornire supporto ai cittadini inglesi.
Introduzione
1. Settlement Scheme e diritti dei cittadini Europei che vogliono trasferirsi nel Regno Unito
1.1. Uscita del Regno Unito dall’Unione Europea in presenza di accordo
1.2 Diritti dei cittadini europei in caso di “no deal”
1.2.1 Familiari dei cittadini europei
1.2.2. European Temporary Leave to Remain in the UK
2. Registration certificate as an EEA Qualified Person
2.1. Extended family members
3. Permanent residence status e permanent residence card
4. Settlement Scheme e prova della propria residenza nel Regno Unito
4.1 Settled status
4.1.1 Diritti derivanti dall’acquisizione del settled-status
4.2 Pre-settled status
4.2.1. Diritti derivanti dall’acquisizione del pre – settled status
4.3 Conferma e prova del settled o pre-settled status
4.4. Casi in cui e’ possibile richiedere il settled status prima di avere maturato cinque anni di residenza
4.5 Passaggio da permanent residence a settled status
4.6 Soggetti minori di anni 21
4.7 Procedura per presentare domanda
4.8 Documenti che possono essere inviati come prova di residenza
5. Proposte per il nuovo sistema di immigrazione post Brexit
5.1 Lavoro temporaneo
5.2 Modifiche ai visti di categoria Tier 2
5.3 Tier 5 - Youth Mobility Scheme
5.4 Post-study work
5.5 Familiari di cittadini inglesi
6. L’attuale sistema di immigrazione (Five Tier Points-Based Immigration System)
6.1 Altre categorie di visto
7. Adempimenti per i datori di lavoro che vogliono assumere un cittadino non comunitario
7.1 Come ottenere la licenza
7.2 Idoneita’
7.3 Tipi di licenza
7.3.1 Tier 2
7.3.2 Tier 5
7.4 Gestione delle sponsorizzazioni
7.5. Come richiedere la licenza
7.6. Documenti a supporto della domanda
7.7. Costo della licenza
7.8. Voto della licenza
7.9. Certificati di sponsorizzazione
7.9.1. Unrestrited certificates
7.9.2. Restricted certificates
7.10 Tempistiche per richiedere il certificato
7.11. Idoneita’ all’impiego
7.12. Responsabilita’ dello sponsor
7.13. Sponsorizzazione di soggetti minorenni - verifiche
7.14. Passaggio da Tier 4 a Tier 2 (General) Visa
8. Procedura per richiedere la cittadinanza
8.1. Persone nate nel Regno Unito
8.1.1 Nati in UK o colonia inglese prima del 1 gennaio 1983
8.1.2 Nati in UK il 1 gennaio 1983 o successivamente
8.2. Persone che si sono trasferite nel Regno Unito
9. La residenza e il domicilio nel Regno Unito: definizioni
9.1 Domicilio
9.2 Residenza
9.2.1 Residenza fiscale e tassazione
9.3 Statutory Residence Test
9.3.1 Automatic Overseas tests
9.3.2 Automatic UK Tests
9.3.3. Sufficient ties test
Statutory Residence Test – Flowchart
10. Tassazione dei soggetti non domiciliati nel Regno Unito
10.1. Imposizione secondo il sistema di Remittance basis
10.2. Deemed domiciled
11. Brexit e regime di passaporto europeo
11.1. Il Temporary permission Regime
11.2. Financial Services Contracts Regime
11.3. Brexit e imprese del Regno Unito
12. L’AIRE - Anagrafe degli italiani residenti all’estero
12.1. Chi deve iscriversi all’AIRE
12.2. Modalità di iscrizione
12.3. Comunicazioni e aggiornamenti
12.4. Rimpatrio
Schema sinottico
Glossary
La fusione societaria è l'operazione attraverso la quale più società, dotate di una propria soggettività giuridica, vengono unite in un unico ente collettivo, preesistente alla fusione o creato ex novo. La fusione transfrontaliera avviene tra due o più società residenti in Stati diversi dell’Unione.
È opportuno evidenziare che la fusione è ammessa anche tra società residenti nello stesso Stato a condizione che siano regolate dalla legislazione di diverse giurisdizioni. Caso tipico è quello in cui una società trasferisce la sede sociale dallo Stato in cui è stata incorporata a quello di altro stato comunitario.
In questa breve guida vediamo gli aspetti della della procedura di fusione transfrontaliera, i suoi vantaggi e gli aspetti fiscali.
Introduzione
Background
Fusione per assorbimento
Fusione per incorporazione di una controllata al 100%
Fusione mediante costituzione di una nuova società
I vantaggi di una fusione transfrontaliera
Il processo di fusione
Procedura nel Regno Unito
Requisiti pre-fusione
Relazione degli amministratori
Relazione dell’esperto
Controllo dei documenti
Avviso pubblico di ricevimento di documenti registrati
I creditori
La partecipazione dei dipendenti alla fusione
Approvazione da parte del Tribunale della fusione transfrontaliera
Cosa deve essere trasmesso a Companies House
Quali compiti assolve Companies House
Effetti della fusione
Ipotesi in cui la fusione transfrontaliera non può realizzarsi
La procedura semplificata
Procedura Italiana
Fusione transfrontaliera delle società di capitali
Iscrizione progetto comune di fusione
Diritto di recesso del socio
Iscrizione della decisione di fusione transfrontaliera
Iscrizione dell’atto di fusione transfrontaliera
Se la società risultante dalla fusione è italiana
La società risultante dalla fusione è di un altro Stato comunitario
Iscrizione dell’atto pubblico di fusione estera
Cancellazione della società dal registro delle imprese
Aspetti fiscali della fusione transfrontaliera
Aspetti Generali
Il principio della neutralità fiscale
La riserva in sospensione d’imposta
Il riporto delle perdite
Il trattamento del disavanzo
La Exit Tax e le operazioni straordinarie
La fusione inversa
Le fusioni transfrontaliere e i principi contabili internazionali IAS/IFRS
Identificazione dell'acquirente
Determinazione della data di acquisizione
Principio di rilevazione
Condizioni per la rilevazione
Principio di valutazione
Rilevazione e valutazione dell'avviamento o di un utile derivante da un acquisto a prezzi favorevoli
Brexit: impatto sulle fusioni transfrontaliere
Appendice 1 - Riepilogo con tempistiche per la procedura UK
Appendice 2 – Confronto procedura italiana e procedura UK
Dal punto di vista giuridico una “private company” inglese, per essere validamente costituita, deve avere almeno un amministratore, mentre una “public company” ne deve avere almeno due.
Dal punto di vista pratico, inoltre, una società non può agire autonomamente, ed è per questo motivo che al momento della costituzione della stessa gli azionisti, attraverso lo Statuto societario, affidano ad uno o più amministratori il compito di gestire le attività aziendali.
In seguito alla costituzione della nuova società, pertanto, l’amministratore o gli amministratori in carica potranno intraprendere le azioni che ritengono necessarie per raggiungere gli obiettivi aziendali e garantire la corretta gestione della società.
Nel diritto inglese il ruolo e i doveri degli amministratori di una società vengono disciplinati principalmente dalle norme di diritto comune e da disposizioni normative specifiche quali quelle contenute nel Companies Act del 2006.
A tale normativa si affiancano anche le disposizioni previste da una serie di altre leggi o regolamenti quali, fra gli altri, la legge sulla salute e la sicurezza sul lavoro del 1974, la legge sull’occupazione del 2008 e i regolamenti associati a quest’ultima, la legge sulla concorrenza del 1998, la legge sulla protezione dei dati personali del 1998 e la legge in materia di discriminazione, nonchè ulteriori legislazioni specifiche.
Inoltre, gli amministratori di una società sono tenuti a rispettare le disposizioni contenute in numerose altre leggi, tra le quali vanno menzionate, ad esempio, quelle in materia di insolvenza del 1986 e del 2000, la disciplina delle imprese del 2002 e la legge in materia di interdizione degli amministratori di una società del 1986.
La violazione di tali disposizioni può determinare l’interdizione dalla carica di amministratore e/o comportare una responsabilità personale a carico dell’amministratore stesso.
Il Consiglio di Amministrazione (o l’amministratore) di una società deve assolvere principalmente i seguenti compiti:
Introduzione
Chi è l’amministratore di una società?
Nomina
Durata della carica
Pianificazione della composizione del consiglio di amministrazione
Dimissioni
Revoca dell’amministratore
Tipologie di amministratori
Executive director
Non executive director
Alternate director
Associate director
Managing director
Nominee director
Presidente
Altre tipologie di amministratori
Shadow Director
De facto director
Poteri del director
Doveri
Contenuto dello Statutory statement
Origine dei doveri dell’amministratore: i principi previsti dal common law
Mansioni di tipo amministrativo
Sanzioni per il mancato rispetto dei doveri
Licenziamento
Conseguenze derivanti dalla violazione di doveri generali
Conseguenze derivanti dalla violazione dei doveri previsti dallo statuto
Interdizione
Astensione volontaria dalla carica
Convalida di certe violazioni
Richieste di risarcimento danni
Responsabilità personale dell’amministratore
Company Directors’ Disqualification Act 1986
Insolvency Act 1986 (IA 86)
Health and Safety at Work Act 1974 e regolamenti successivi
Corporate Manslaughter and Corporate Homicide Act 2007
Insolvenza
Compiti dell’amministratore in caso di insolvenza
Svolgere attività commerciale in caso di insolvenza
Obiettivi
Il 5 dicembre scorso Il Consiglio dell’Unione Europea ha pubblicato una lista nera concernente le giurisdizioni giudicate non collaborative sul piano fiscale.
La lista, che è di grande interesse perché è la prima volta che l’Unione Europea si dota di un elenco di tal genere, è la logica prosecuzione dell’impegno dell’OCSE a combattere le pratiche fiscalmente elusive, che spesso le imprese multinazionali pongono in essere per erodere la base imponibile dei Paesi a più alta tassazione.
Introduzione
1. I tre pilastri della lotta UE alle giurisdizioni non cooperative
1.1 LA TRASPARENZA FISCALE
1.2 L’EQUA IMPOSIZIONE
1.3 L’ATTUAZIONE DELLE MISURE CONTRO I BEPS
2. La lista delle giurisdizioni non cooperative
2.1 ORIGINE DELLA LISTA E CRITERI DIRETTIVI
2.2 STRUTTURA E CONTENUTI DELLA LISTA
2.2.1 Struttura della lista
2.2.2 Contenuti della lista
2.3 VERSO QUALE ORDINE FISCALE MONDIALE?
Appendice
Il presente documento ha finalità esclusivamente divulgative e non rappresenta alcun modo un parere legale sulle materie trattate, né può essere inteso come tale.
Le prime disposizioni in materia contrattuale, emanate in Cina negli anni 50, s'ispiravano alla teoria del c.d. contratto socialista, dove la determinazione della volontà contrattuale era totalmente condizionata dalle decisioni del potere governativo centrale.
L'e-book ripercorre l'evoluzione del diritto contrattuale e analizza come il legislatore cinese, senza tradire l'impostazione ideologica del Paese, abbia, a partire dagli anni 80, fondato l'intensa attività legislativa sui principi della centralità dell'accordo tra le parti, sull'uguaglianza e sul reciproco beneficio.
L'e-book analizza poi le più recenti disposizioni legislative relative a specifiche tipologie contrattuali, disciplinate dallaUniform Contract Law del 1999 (es. compravendita o locazione) o da altre leggi speciali (es. contratto di lavoro). La modernità della disciplina attuale, ispirata alle teorie contrattualistiche di origine occidentale, rappresenta uno dei fattori chiave della crescita economica che ha portato la Cina ad essere una tra le prime potenze mondiali di questo secolo.
Per quanto sia stata posta la massima cura nella redazione, gli autori non garantiscono che le informazioni contenute nel presente documento siano corrette, complete e aggiornate e declinano ogni responsabilità derivante dal loro utilizzo per finalità diverse da quelle meramente divulgative.
PREMESSA
1. STORIA DEL DIRITTO CONTRATTUALE CINESE
1.1 ORIGINI STORICHE DEL DIRITTO CONTRATTUALE CINESE
1.2 LA LEGGE SUI CONTRATTI ECONOMICI (LCE) DEL 1981
1.3 LA LEGGE SUI CONTRATTI ECONOMICI CON L’ESTERO DEL 1985 (FECL)
1.4 I PRINCIPI GENERALI DI DIRITTO CIVILE DEL 1986
1.5 UNIFORM CONTRACT LAW (UCL) DEL 1999
1.6 LE ATTUALI FONTI DEL DIRITTO CONTRATTUALE
2. UNIFORM CONTRACT LAW (UCL) – PARTE GENERALE
2.1 STRUTTURA DELLA UNIFORM CONTRACT LAW
2.2 DISPOSIZIONI GENERALI
2.3 FORMAZIONE DELL’ACCORDO CONTRATTUALE
2.4 CONDIZIONI GENERALI DI VALIDITÀ DEL CONTRATTO
2.5 L’ESECUZIONE DEL CONTRATTO
2.6 MODIFICA E CESSIONE DEL CONTRATTO
2.7 ESTINZIONE DEL CONTRATTO
2.8 INADEMPIMENTO CONTRATTUALE
2.9 DISPOSIZIONI FINALI
2.10 LEGGE APPLICABILE IN CASO DI “CONTRATTO INTERNAZIONALE”
3. UNIFORM CONTRACT LAW (UCL) – PARTE SPECIALE
3.1 CONTRATTO DI COMPRAVENDITA
3.2 CONTRATTI DI FORNITURA DI BENI COME ACQUA, GAS, CORRENTE ELETTRICA
3.3 LA DONAZIONE
3.4 IL PRESTITO
3.5 CONTRATTO DI LOCAZIONE
3.6 LEASING FINANZIARIO
3.7 MANDATO
3.8 APPALTO
3.9 CONTRATTO DI TRASPORTO
3.10 CONTRATTO TECNOLOGICO
3.11 CONTRATTO DI CUSTODIA
3.12 CONTRATTO DI MAGAZZINAGGIO
3.13 CONTRATTO D’AGENZIA
3.14 TRUST
3.15 BROKERAGE
4. ALTRI CONTRATTI DISCIPLINATI DA LEGGI SPECIALI
4.1 FRANCHISING
4.2 COMPRAVENDITA DI TERRENI ED IMMOBILI
4.3 CONTRATTO DI COMPRAVENDITA D’AZIENDA
4.4 CONTRATTO DI LAVORO
4.5 CONTRATTO DI DISTRIBUZIONE
5. CONCLUSIONI
Il presente documento ha lo scopo di illustrare le principali caratteristiche del diritto societario e tributario Tedesco, così come le regole in tema di contabilità e gli obblighi vigenti in tema di redazione e presentazione del bilancio annuale in Germania in modo da costituire una base valida per una decisione per un investimento in Germania.
La Germania ha la reputazione di possedere uno dei sistemi fiscali e legali più elaborati d'Europa oltre che a livello globale. Secondo alcune stime, infatti, la maggior parte della letteratura concernente temi fiscali è in lingua tedesca. La complessità dell’economia tedesca è dovuta al fatto che, da un lato, si tratta di un economia molto complessa; di conseguenza si presentano costantemente casi ben diversi e complicati per i quali è necessario trovare una soluzione a livello legislativo, in modo da evitare evasioni fiscali. Dall’altro, il sistema tedesco cerca di essere equo nei confronti del singolo individuo: esistono oggetti di minimo valore deducibili, tuttavia solamente sotto determinate condizioni.
La scelta della forma societaria è decisiva, tuttavia può essere modificata in futuro ai sensi della legge sulle trasformazioni societarie (UmwG) e rispettando le disposizioni fiscali.
Considerando le tasse sui redditi delle persone, in Germania è prevista un'esenzione per i redditi fino a 8.652 € (la cifra viene raddoppiata nel caso si tratti di una dichiarazione congiunta). Possono inoltre essere garantite delle deduzioni, tra cui si annoverano quelle connesse ai premi assicurativi, alle donazioni, ai costi per la formazione professionale e alle spese sostenute per il mantenimento dei coniugi in caso di divorzio.
Il sistema fiscale aziendale prevede che l'imponibile venga calcolato in base al bilancio e contempla l’eventuale deduzione di numerose spese. Per le società è prevista anche la possibilità di utilizzare le perdite a copertura di eventuali profitti che verranno conseguiti negli anni successivi, tuttavia dati determinati requisiti.
Per quanto riguarda l'IVA, anche in Germania essa si applica su ogni scambio di merci e servizi. Alcuni servizi, per esempio finanziari o sanitari, sono esenti da tale imposta. L'aliquota IVA ammonta al 19%.
Indice
1. Introduzione. 8
2. Cenni generali. 9
2.1 Introduzione. 9
2.2. Dati macroeconomici 10
2.3. Commercio internazionale. 11
2.4. I principali settori in Germania. 12
3. Le diverse forme giuridiche previste dalla legislazione tedesca. 17
3.1 La scelta della forma giuridica. 17
3.2 La piccola impresa e l’impresa commerciale. 17
3.3 La ditta individuale. 18
3.4 La società semplice (GbR) 19
3.5 Le diverse forme dell’impresa commerciale. 19
3.5.1 L’imprenditore individuale (e. Kfm./Kfr.) 19
3.5.2 La società in nome collettivo (OHG) 20
3.5.3 La società in accomandita semplice. 21
3.5.4 La società in accomandita semplice con responsabilità limitata. 21
3.6 Le persone giuridiche. 22
3.6.1 La società a responsabilità limitata e la società a responsabilità limitata semplificata. 22
3.6.2 La società per azioni 23
4. Disposizioni di Diritto commerciale. 25
4.1 La denuncia d’inizio attività. 25
4.2 Le attività commerciali sottoposte a controllo/vigilanza. 26
4.3 Attività commerciale con obbligo di licenza. 26
4.4 Attività commerciali nel settore della ristorazione/del settore eno-gastronomico. 27
4.5 Ulteriori particolari disposizioni giuridiche. 27
4.6 Licenza di venditore ambulante. 28
4.7 Artigianato. 28
4.8 La libera professione. 28
5. La regolamentazione del mercato del lavoro e le condizioni del lavoro.. 29
5.1 L’assunzione dei dipendenti di lavoro. 29
6. Struttura del sistema tributario tedesco.. 31
6.1 Le varie imposte del sistema tributario tedesco. 31
6.2 La disciplina tributaria delle diverse forme societarie. 32
6.3 Regole generali in tema di imposta. 33
6.3.1 Tassazione dei soggetti residenti in Germania (Soggetti passivi illimitati) 33
6.3.2 Aliquote d’imposta. 34
6.3.2.1 Disposizioni generali 34
6.3.2.2 Presupposti di tassabilità. 34
6.3.2.2.1 Redditi, incrementi di valore e del patrimonio. 34
6.3.2.2.2 Spese deducibili 35
6.3.2.2.3 Le perdite aziendali 35
6.3.2.2.4 La tassabilità per gruppi di aziende. 36
6.3.2.2.5 Trattamento tributario di una ristrutturazione aziendale. 36
6.3.3 Tassabilità di imprenditori ed imprese non residenti (soggetto passivo d’imposta limitato) 37
6.3.3.1 Disciplina generale. 37
6.3.3.2 Tabella comparativa tra carichi fiscali di una filiale ed una succursale di una società di capitali 38
6.4 Tassabilità di società di persone e società di capitali 39
6.4.1 Imposta sul reddito delle Società (IRES) 39
6.4.2 Imposta sul reddito delle attività produttive. 39
6.4.3 Il contributo di solidarietà. 40
6.4.3.1 Un esempio di calcolo dell’intero carico fiscale di una Società a responsabilità limitata (GmbH) 41
6.5 Tassabilità delle persone fisiche. 42
6.5.1 L’imposta sul reddito delle persone fisiche. 42
6.5.1.1 Principi generali 42
6.5.1.2 Aliquota d’imposta base. 43
6.5.1.3 Trattenute(ritenute) e crediti d’imposta. 43
6.5.1.4 Imposta sul reddito da lavoro dipendente. 43
6.5.1.5 L’immediato obbligo di dichiarazione. 44
6.5.1.6 Esempi per il calcolo di un’imposta sul reddito da lavoro dipendente. 45
6.5.1.7 Imposta ecclesiastica. 47
6.6 Imposta sulle successioni e donazioni 47
6.7 Imposte indirette. 48
6.7.1 L’imposta sul valore aggiunto. 48
6.7.2 L’imposta sui premi assicurativi 50
6.7.3 L’imposta fondiaria. 50
6.7.4 L’imposta sugli acquisti immobiliari 50
6.8 L’amministrazione tributaria. 51
6.8.1 L’assegnazione di diversi codici fiscali ad imprese straniere. 51
6.8.2 Le revisioni e l’accertamento fiscale. 51
6.8.3 Informazioni vincolanti in materia di origine. 51
6.9 Aspetti internazionali del sistema tributario tedesco: i fondamenti 52
6.9.1 Domicilio e residenza fiscale. 52
6.9.1.1 Persone fisiche. 52
6.9.1.2 Persone giuridiche. 52
6.9.2 Distribuzione degli utili 53
6.9.3 Convenzioni contro la doppia imposizione tributaria. 53
6.9.3.1 La convenzione contro la doppia imposizione tributaria tra Germania ed Italia. 53
6.9.4 I prezzi di trasferimento. 53
7. Disposizioni in tema di Bilancio consuntivo e presentazione del bilancio annuale. 55
7.1 Contabilità e calcolo degli utili 55
7.1.1 Contabilità. 55
7.1.1.1 Disposizioni legislative in tema di contabilità. 55
7.1.2 I criteri per la determinazione degli utili 56
7.1.2.1 La stesura del bilancio d’esercizio aziendale e del bilancio fiscale. 56
7.1.2.2 Il bilancino secondo il regime di cassa. 56
7.2 Regole per la tenuta dei libri contabili 57
7.3 Regole e metodi per la redazione del bilancio consuntivo. 57
7.3.1 Disposizioni in tema di redazione del bilancio consuntivo. 57
7.3.2 Disposizioni in tema di tenuta dei libri contabili 58
7.3.2.1 L’anno fiscale. 58
7.3.2.2 Date e scadenze importanti 58
7.3.2.2.1 Dichiarazione dei redditi annuale e riscossione del debito d’imposta. 58
7.3.2.2.2 Dichiarazioni/Acconti mensili e quadrimestrali 58
7.3.2.2.3 Calcoli dei dati rilevanti e sanzioni nel caso di ritardi 59
7.3.2.3 Redazione del bilancio annuale. 59
7.4 Revisione contabile ed obblighi di pubblicazione. 60
7.4.1 Divisione secondo classi di grandezza. 60
7.4.2 Revisione contabile. 61
7.4.3 Obblighi di pubblicazione. 61
8. L’esclusione di responsabilità. 63
Bibliografia. 64
L’E-book affronta il tema della Voluntary disclosure bis ponendo in evidenza gli elementi di continuità con la precedente edizione della sanatoria da un lato, e le novità che costituiscono in alcuni casi forti elementi di discontinuità dall’altro.
IV Edizione aggiornato con il DPCM 4 agosto contenente la proroga, la C.M. 21/E del 20 luglio 2017, 19/E del 12 giugno 2017 e con la L. 96 del 21 giugno 2017 che ha convertito il D.L. 50/2017.
Il capitolo 1 inquadra la nuova disciplina da un punto di vista giuridico, pur proponendo tabelle e schemi di sintesi utili al lettore.
Il capitolo 2 analizza il nuovo modello di adesione commendandolo rigo per rigo e proponendo anche qualche sintetico esempio di compilazione.
Come noto l’adempimento successivo all’invio dell’istanza di adesione è costituito dalla predisposizione da parte del professionista della relazione accompagnatoria; a questa abbiamo dedicato il capitolo 6 dove abbiamo raffrontato il contenuto della nuova relazione con quello della precedente procedura.
Da ultimo l’ E-book contiene due ulteriori capitoli.
Il capitolo 7 sintetizza con delle tabelle gli interventi di Prassi del 2015 in cui l’Amministrazione Finanziaria ha approcciato diversi aspetti della procedura; nell’analisi viene data evidenza dei chiarimenti che risultano ancora attuali e di quelli che devono essere rivisti alla luce delle modifiche normative intervenute.
Il capitolo 8, infine, propone alcuni casi di interesse.
Nella presente edizione sono stati aggiunti due ulteriori capitoli.
Il capitolo 4 affronta il Provvedimento del 7 febbraio 2017 e i chiarimenti di telefisco 2017.
Il capitolo 5, inoltre, descrive il software dell’Agenzia delle Entrate per il conteggio delle sanzioni e degli interessi.
La presente opera verrà ulteriormente aggiornata per tener conto degli ulteriori interventi dell’Agenzia delle Entrate, di modifiche normative, di spunti nella prassi degli operatori.
1. LINEAMENTI DELLA VOLUNTARY BIS
1.1 L’IMPIANTO NORMATIVO
1.2 IL NUOVO ARTICOLO 5 OCTIES
1.2.1 La riapertura della disciplina
1.2.2 L’elemento ostativo dell’adesione alla precedente voluntary
1.2.3 Integrazione dell’istanza e invio della relazione
1.2.4 Le varianti rispetto alla voluntary 1: un prospetto di sintesi
1.2.5 Data di commissione delle violazioni
1.2.6 Chiusura dei periodi di accertamento nel 2018
1.2.7 Il periodo transitorio 2016 e 2017 fino alla presentazione dell’istanza
1.2.8 Autoriciclaggio
1.2.9 Autoliquidazione
1.2.10 Liquidazione da parte dell’Agenzia
1.2.11 Notifica via posta elettronica certificata
1.2.12 Previsioni per la liquidazione diretta insufficiente
1.2.13 Riduzione della sanzione per omesso quadro RW
1.2.14 Uso della procedura per reati diversi da quelli fiscali
1.3 LE AGEVOLAZIONI PER I PAESI COLLABORATIVI
1.4 LA VOLUNTARY DISCLOSURE NAZIONALE
1.4.1 La riapertura della procedura
1.4.2 La gestione del contante
1.5 IL MODELLO DELL’ISTANZA
1.6 LA SANATORIA DEL QUADRO RW
1.7 I TRASFERIMENTI DI RESIDENZA ALL’ESTERO
1.8 LA LINGUA
2. IL MODELLO DI RICHIESTA DI ACCESSO ALLA PROCEDURA DI COLLABORAZIONE VOLONTARIA
2.1 INTRODUZIONE
2.2 CHI SONO I SOGGETTI AMMESSI ALLA PRESENTAZIONE DELLA V.D. BIS
2.3 COME SI PRESENTA IL NUOVO MODELLO?
2.4 SCADENZE PER LA PRESENTAZIONE DEL MODELLO E MODALITÀ DI CONSERVAZIONE
2.5 RIQUADRI E MODALITÀ DI COMPILAZIONE
2.6 CORREZIONE ED INTEGRAZIONE DELLA RICHIESTA
2.7 DATI DEL CONTRIBUENTE
2.8 DATI DEL RAPPRESENTANTE
2.9 DATI DEL PROFESSIONISTA
2.10 PERFEZIONAMENTO DELLA PROCEDURA
2.11 COMUNICAZIONI E NOTIFICAZIONI
2.12 DICHIARAZIONE RELATIVA ALL’ORIGINE DEI CONTANTI O DEI VALORI AL PORTATORE
2.13 LA SEZIONE OPZIONI
2.14 LA FIRMA DELL’ISTANZA
2.15 IMPEGNO ALLA PRESENTAZIONE TELEMATICA
2.16 LE SEZIONI DEL QUADRO VD
2.17 SOGGETTI COLLEGATI
2.18 LE RIVISITATE SEZIONI DA II A V
2.19 SEZIONE II - ATTIVITÀ ESTERE DETERMINAZIONE SANZIONI VIOLAZIONE OBBLIGHI DI MONITORAGGIO
2.20 SEZIONE III - NUOVI INVESTIMENTI ALL’ESTERO
2.21 SEZIONE IV - ATTIVITÀ ESTERE ALLA DATA DI EMERSIONE
2.22 SEZIONE V - PROSPETTO DI LIQUIDAZIONE
2.23 MODELLI AGGIUNTIVI
3. IL PROVVEDIMENTO - PROT. N. 233984/2016
3.1 INTRODUZIONE
3.2 IL PARAGRAFO 7 – DOCUMENTAZIONE A CORREDO DEL MODELLO E MODALITÀ DI PRESENTAZIONE
3.3 IL PARAGRAFO 8 - MODALITÀ DI PAGAMENTO
4. IL PROVVEDIMENTO PROT. 25748 DEL 7/2/2017 E I CHIARIMENTI DI TELEFISCO
4.1 INTRODUZIONE
4.2 IL CONTENUTO DEL PROVVEDIMENTO 25748/2017
4.3 I CHIARIMENTI DI TELEFISCO
Quesito 1 – cumulo giuridico o cumulo materiale
Quesito 2 – il soggetto delegato nella vd 1 non può piu’ accedere in qualità di titolare effettivo alla vd bis
Quesito 3 – sanzione applicabile in caso di autoliquidazione
5. IL SOFTWARE PER LA COMPILAZIONE
5.1 INTRODUZIONE
5.2 IL COMUNICATO E L’APPLICATIVO
5.3 VIOLAZIONI DEGLI OBBLIGHI DI MONITORAGGIO FISCALE
5.4 VIOLAZIONI DEGLI OBBLIGHI DI DICHIARAZIONE
6. LA RELAZIONE ACCOMPAGNATORIA
6.1 INTRODUZIONE
6.2 IL PUNTO “INTRODUZIONE”
6.3 IL PUNTO “PROSPETTO DI RICONCILIAZIONE”
6.3.1 Introduzione
6.3.2 La “SEZIONE I - SOGGETTI COLLEGATI”
6.3.3 La SEZIONE II - ATTIVITÀ ESTERE - determinazione sanzioni violazione obblighi di monitoraggio
6.3.4 La “SEZIONE IV - ATTIVITÀ ESTERE ALLA DATA DI EMERSIONE”
6.3.5 La SEZIONE V – prospetto di liquidazione
6.4 IL PUNTO “ALTRE INFORMAZIONI”
6.4.1 “REDDITI CORRELATI ALLE ATTIVITÀ ESTERE”
6.4.2 “EFFETTI DELLE DICHIARAZIONI RISERVATE DI CUI ALL’ARTICOLO 13-bis DEL DL 78/09”
6.4.3 “ALTRO”
6.5 LA DOCUMENTAZIONE IN LINGUA STRANIERA
6.6 COME INVIARE LA RELAZIONE E GLI ALLEGATI
7. GLI INTERVENTI DI PRASSI
7.1 LA CIRCOLARE 13.3.2015, N. 10/E
7.1.1 Effetti della procedura: i riflessi penali
7.1.2 La riduzione delle sanzioni
7.1.3 Gli eredi
7.1.4 Tassazione forfettaria
7.1.5 Voluntary nazionale
7.2 LA CIRCOLARE 16.7.2015, N. 27/E
7.2.1 Ambito soggettivo di applicazione
7.2.2 Ambito oggettivo di applicazione
7.2.3 Cause di inammissibilità
7.2.4 Adempimenti a carico del contribuente
7.2.5 Ambito temporale della procedura di collaborazione volontaria
7.2.6 Aspetti sanzionatori
7.2.7 Perfezionamento della procedura
7.3 LA CIRCOLARE 2015, 11.8.2015, N. 30/E
7.3.1. Ambito oggettivo della collaborazione volontaria
7.3.2. Adempimenti a carico del contribuente
7.3.3. Ambito temporale della procedura di collaborazione volontaria
7.3.4. Aspetti sanzionatori
7.4 LA CIRCOLARE 2015, 28.8.2015 N. 31/E
7.4.1. Ambito oggettivo della collaborazione volontaria
7.4.2. Adempimenti a carico del contribuente
7.4.3. Le cause di inammissibilità
7.4.4. Ambito temporale e aspetti sanzionatori della procedura di collaborazione volontaria
7.4.5. Ulteriori profili applicativi
8. ALCUNI CASI DI INTERESSE
8.1 DELEGATI AL PRELIEVO
8.2 I CONTI CORRENTI CHIUSI DA MOLTI ANNI
8.3 LE SOCIETÀ INTERPOSTE
8.3.1 L’inquadramento dell’Agenzia
8.3.2 La società italiana può essere interposta?
8.3.3 Il caso della SCI francese
8.4 II CREDITO PER LE IMPOSTE PAGATE ALL’ESTERO
8.5 I PRELIEVI DAL CONTO CORRENTE ESTERO
8.6 SOCIETÀ ESTEROVESTITE
8.7 METODO ANALITICO O FORFETTARIO?
BIBLIOGRAFIA
Il Pacchetto contiene 7 ebook, venduti anche singolarmente, sulla fiscalità immobiliare all'estero e precisamente:
La fiscalità immobiliare in Vietnam (eBook)
La fiscalità immobiliare in Cina (eBook)
La fiscalità immobiliare in Francia (eBook)
La fiscalità immobiliare nel Regno Unito (E-Book)
La fiscalità immobiliare in Svizzera (E-Book)
La fiscalità immobiliare in Germania (E-Book)
La fiscalità immobiliare in Spagna (E-Book)
Aggiornato con:
La Voluntary Disclosure italiana ricalca lo schema che hanno adottato gli Stati Uniti nel 2008 e prevede sconti sulle sanzioni oltre che un regime di favore sul piano penale. Non sarà uno scudo fiscale perché i titolari di capitali non rimarranno anonimi e non sarà un condono perché le imposte saranno pagate per intero.
La Voluntary Disclosure regolarizzerà le violazioni effettuate fino al 30 settembre 2014 sul monitoraggio fiscale e le violazioni degli obblighi dichiarativi ai fini delle imposte sui redditi e relative addizionali, delle imposte sostitutive delle imposte sui redditi, dell’Irap, dell'Iva e delle dichiarazioni dei sostituti d’imposta.
Non sono incluse nella sanatoria, invece, le imposte di successione e donazione.
La disclosure è volontaria, irrevocabile e riguarda l’intero patrimonio del contribuente. Il termine inizialmente fissato per la presentazione dell’istanza era il 30 settembre 2015, poi prorogato il 28 settembre 2015 al 30 novembre 2015, con possibilità di invio dei documenti allegati e della relazione entro il 30 dicembre 2015.
La domanda si presenta con un modello apparentemente semplice, disponibile sul sito dell'Agenzia delle Entrate.
Accedervi potrà non convenire ugualmente a tutti.
PREMESSA
1. COME SI È GIUNTI ALL’ATTUALE SCENARIO E ALLA VOLUNTARY DISCLOSURE
2. IL QUADRO RW OGGI
2.1 I SOGGETTI OBBLIGATI E I SOGGETTI ESONERATI. IL TITOLARE EFFETTIVO
2.2 LE ATTIVITÀ OGGETTO DI MONITORAGGIO FISCALE
2.3 LE SANZIONI
3. LA LEGGE N° 186 DEL 4 DICEMBRE 2014 “VOLUNTARY DISCLOSURE”
3.1 CONDIZIONI E PROCEDURA
3.2 GLI ANNI ACCERTABILI
3.3 LO SCONTO SULLE SANZIONI
3.4 LE ATTIVITÀ FINANZIARIE E I PRELEVAMENTI
3.5 LE ATTIVITÀ FINANZIARIE E I RENDIMENTI
3.6 LE ATTIVITÀ FINANZIARIE. I DELEGATI AD OPERARE SU UN RAPPORTO BANCARIO ESTERO
3.7 LE CASSETTE DI SICUREZZA
3.8 LA VOLUNTARY NAZIONALE
3.9 IL RAVVEDIMENTO OPEROSO E LA VOLUNTARY DISCLOSURE
3.10 I REATI TRIBUTARI E I REATI NON TRIBUTARI (RICICLAGGIO E AUTORICICLAGGIO)
3.11 I PROFESSIONISTI E L’ADEGUATA VERIFICA DELLA CLIENTELA PREVISTA DALLA NORMATIVA ANTIRICICLAGGIO
4. ALCUNE CONSIDERAZIONI FINALI
RIFERIMENTI NORMATIVI
APPENDICE
