News Pubblicata il 16/10/2023

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No al salario minimo per legge: il parere CNEL definitivo

di Redazione Fisco e Tasse

Salario minimo non necessario secondo il CNEL. Sintesi e testo integrale approvato con 41 voti favorevoli e 15 contrari



L'iter parlamentare della proposta di legge sul salario minimo  iniziato a luglio 2023  era stato sospeso prima delle ferie estive per la decisione del Governo di affidare al CNEL uno studio sul tema, prima di prendere posizione. Il dibattito sul contrasto al lavoro povero e ai salari dei lavoratori italiani, tra i piu bassi d'europa ,  è molto ampio e le  posizioni  sono abbastanza trasversali tra le forze della maggioranza, delle opposizioni e parti sociali (sindacati, e associazioni dei datori di lavoro). 

Ieri è stato approvato il testo definitivo del parere del Consiglio  che conferma, come anticipato nell'istruttoria il parere negativo sulla necessitàdi legiferare su un importo minimo retribuzione valida per tutti i settori. 

 Il presidente del Cnel,  Brunetta  ha dichiarato che il documento presenta  invece una "cassetta degli attrezzi” per gestire, in modo articolato e mirato le diverse criticità del lavoro povero e dei salari minimi adeguati per tutti i lavoratori. e si è detto convinto che una buona contrattazione, buone relazioni industriali e buone normative di sostegno siano la ricetta giusta per sostenere lavoratori, aziende, famiglie».

Alla consegna avvenuta ieri sera la premier Giorgia Meloni ha ringraziato il consiglio per il lavoro svolto insieme ai consiglieri del Cnel e ha cosi riassunto i risultati «Dall’analisi tecnica ricevuta emerge che il mercato del lavoro italiano rispetta pienamente i parametri previsti dalla direttiva europea sul salario minimo adeguato. La contrattazione collettiva, al netto dei comparti del lavoro agricolo e domestico, copre infatti oltre il 95% dei lavoratori del settore privato. Da ciò si evince che un salario minimo orario stabilito per legge non è lo strumento adatto a contrastare il lavoro povero e le basse retribuzioni. Occorre piuttosto programmare e realizzare un piano di azione pluriennale, una serie di misure e interventi organici». 

 Questa quindi la strada che il Governo intende intraprendere

Qui il testo completo del Parere CNEL

Salario minimo la proposta 2023

In sintesi  ricordiamo che il disegno di legge fermo in Parlamento prevede 

La soglia si applicherebbe soltanto ai cosiddetti « minimi  retributivi», lasciando al contratto collettivo la regolazione delle altre voci  retributive.

Nella  proposta  sono presenti anche

  1. la garanzia di  "ultrattività" dei contratti  scaduti o disdettati, come previsto anche dalla Direttiva (UE) 2022/2041,   approvata definitivamente nell'ottobre  2022  (Qui il testo)
  2. l'istituzione di  una commissione tripartita, composta dalle parti sociali comparativamente più rappresentative, cui spetta il compito dell’aggiornamento periodico del trattamento economico minimo  orario.

Salario minimo 2023  istruttoria CNEL

Un primo documento  dell'istruttoria tecnica chiesta dal Governo Meloni al Cnel  di intitola Inquadramento del problema è stato approvato e pubblicato  il 4 ottobre  con  voto contrario della CGIL e astensione della Uil  Scarica qui  il testo integrale.

In sintesi il documento sembra propendere per un parere negativo sulla necessità di  stabilire il salario minimo per legge.

Il comunicato stampa emanato dal Consiglio evidenzia i seguenti punti  i: 

  1. l'intenzione di formulare un documento "ampio e inclusivo orientato cioè a condividere dati, scenari, possibili soluzioni e criticità, per evitare di replicare schemi di ragionamento duali – che si prestano a strumentalizzazioni politiche ed eccessi di semplificazione di un problema altamente complesso 
  2. sottolinea che  la povertà lavorativa è spesso collegata  non solo a salari insufficienti  ma  "è il risultato di un processo che va ben oltre il salario "  e che riguarda i tempi di lavoro, la composizione familiare, la tassazione.
  3. la direttiva europea 2022/2041  "non impone agli Stati membri alcun obbligo di fissare per legge il salario minimo" adeguato  e, anzi, segnala  ai fini della tutela dei lavoratori la preferenza per  promuovere la soluzione contrattuale rispetto a quella legislativa.
  4. il  tasso di copertura della contrattazione collettiva in Italia è del 95% , di gran lunga superiore all’80 per cento (parametro della direttiva).
  5.  concorda sulla criticità del fenomeno dei ritardi nel rinnovo dei contratti collettivi.  di cui riporta di dati precisi,  ma afferma che non sempre ritardo è sinonimo di non adeguatezza del salario o di assenza di meccanismi di vacanza contrattuale, concessioni una tantum 
  6. Sui salari attuali osserva che i dati ufficiali di ISTAT stimano in 7.10 euro il 50 per cento salario medio e in 6.85 euro il 60 per cento salario mediano anche considerando altre modalità di misurazione affermano che  il sistema di contrattazione collettiva di livello nazionale di categoria  attualmente supera più o meno ampiamente dette soglie retributive orarie. 
  7. Sul problema della cd. contrattazione pirata viene osservato che:    le categorie che aderiscono a CGIL, CISL, UIL firmano 211 contratti collettivi nazionali di lavoro, che coprono 13.364.336 lavoratori dipendenti del settore privato ( con eccezione di agricoltura e lavoro domestico) e rappresentano il  il 92 per cento del totale dei dipendenti tracciati nel flusso Uniemens. mentre i sindacati non rappresentati al CNEL al momento attuale firmano 353 CCNL che coprono 54.220 lavoratori dipendenti, pari allo 0,4 per cento dei lavoratori di cui è noto il CCNL 

A margine  si segnala che il Consiglio   auspica anche una migliore informatizzazione, e  potenziamento della fruibilità e della capacità di lettura dei contratti  conservati nel ricco archivio del CNEL che costituisce una preziosa fonte di dati necessari per le valutazioni.

Fonte: CNEL



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