Speciale Pubblicato il 23/03/2022

Tempo di lettura: 3 minuti

L’evoluzione del rapporto Banca-Impresa

di Dott. Giuseppe Pelliccioni

Il Business Plan: uno strumento sempre più indispensabile per l’accesso al credito



Una bella idea ed una consistente garanzia non sono più elementi sufficienti per presentarsi in Banca e raccogliere credito. 

Le nuove linee guida emanate dall’ EBA (European Banking Authority) relativamente all’approccio da seguire da parte delle Banche nell’attività di concessione e monitoraggio del credito (Guidelines on loan origination and monitoring” - LOM), in vigore dal 30 giugno 2021, sono molto chiare al riguardo.

Viene infatti specificato che: “nel valutare il merito creditizio del cliente, gli enti dovrebbero porre enfasi su una stima realistica e sostenibile del reddito e del flusso di cassa futuro del cliente, e non sulla garanzia reale disponibile. La garanzia reale non dovrebbe essere di per sé un criterio dominante per l’approvazione di un finanziamento e non può di per sé giustificare l’approvazione di un contratto di prestito. La garanzia reale dovrebbe essere considerata la seconda via d’uscita dell’ente in caso di default o di deterioramento significativo del profilo di rischio e non la fonte primaria di rimborso […]”[1].

Pertanto, l’orientamento per le banche, nell’ambito dell’analisi del rischio di credito, deve essere quello di “valutare la capacità attuale e futura del cliente[2], con l’obiettivo finale di intercettare per tempo il credito in via di deterioramento. 

[1] Art. 120, Guidelines on loan origination and monitoring, EBA.

[2] Art. 118, Guidelines on loan origination and monitoring, EBA.

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La pianificazione finanziaria a supporto dei piani aziendali

In tale direzione, i “piani aziendali supportati da proiezioni finanziarie[1] (c.d. pianificazione forward looking) divengono prioritari per l’impresa nell’avviare un dialogo costruttivo con la controparte finanziaria al fine di:

  1. illustrare come la nuova finanza verrà impiegata, coerentemente con la strategia di crescita aziendale;
  2. mostrare l’impatto stimato delle scelte aziendali e della nuova finanza sulla dinamica prospettica, verificandone la sostenibilità finanziaria e, pertanto, la capacità dell’azienda di adempiere le obbligazioni derivanti dal contratto di prestito.

Nel tempo le modifiche normative introdotte non potranno che implicare una necessaria evoluzione, certamente positiva, del rapporto banca-impresa fondata su una sempre maggiore cultura finanziaria e del rischio di credito. Nel breve, tuttavia, soprattutto per le piccole e medie imprese (PMI), tipicamente più concentrate sul ciclo produttivo e di vendita piuttosto che sulle tecniche di pianificazione e controllo, non sarà semplice trovarsi pronte alle nuove richieste informative dei partner bancari. Un indiscutibile supporto alle PMI potrebbe arrivare dal proprio professionista advisor per il quale tuttavia, già impegnato nei molteplici adempimenti contabili e fiscali, non appare scontato riuscire a trovare un equilibrio economico in una attività che può (erroneamente) essere letta dal cliente azienda solo come un ulteriore obbligo amministrativo a cui adempiere minimizzando la spesa.

 

L’introduzione della pianificazione forward looking nelle PMI non sarà semplice ma è inevitabilmente una strada obbligata, ed a rimarcarlo è anche il regolatore nazionale con il nuovo art. 2086 che pone per l’imprenditore il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura ed alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale.

 

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[1] Art. 86 lett. e, Guidelines on loan origination and monitoring, EBA.



TAG: Professione Commercialista, Esperto Contabile, Revisore Accesso al credito per le PMI Business Plan e strategia di pianificazione PMI