Speciale Pubblicato il 24/05/2021

Tempo di lettura: 9 minuti

La metodologia di determinazione del rating creditizio per le imprese

di Dott.ssa Marcella Caradonna

Rating esterni, interni o scoring: come banche e agenzie calcolano il rating delle imprese



In linea generale il processo riguardante il credito è prescritto dalla Banca d’Italia nelle sue istruzioni, è unico per tutte le banche e si com­pone delle seguenti fasi:

In questo contesto si desidera offrire una panoramica dei principali fattori che vengono esaminati nella rilevazione del rating creditizio.

Basilea II consente agli istituti di credito di predisporre il proprio siste­ma di valutazione ma delinea due differenti metodi per la sua definizione.

Il metodo standard prevede l’utilizzo dei rating esterni – ossia giu­dizi sulla capacità dell’impresa di rimborsare il capitale prestato – per quelle imprese che sono state valutate da una agenzia specializzata (in Italia le agenzie riconosciute dalla Banca d’Italia sono Standard & Poor’s, Moody’s, FitchRatings e Lince). Per tutte le altre imprese sprov­viste di rating esterno (in Italia la grande maggioranza), le banche uti­lizzano un metodo di calcolo del rischio simile a quello utilizzato nel primo accordo di Basilea, ma differenziando il patrimonio da accanto­nare in funzione della tipologia di impresa: corporate o retail.

Con il metodo basato sui rating interni IRB (Internal Rating Ba­sed) base o avanzato è invece la banca ad attribuire, tramite propri modelli di analisi autorizzati dalla Banca d’Italia, un rating all’impresa.

Quindi, i sistemi di valutazione possono far ricorso a rating esterni, interni o scoring.

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Questo articolo è estratto dal libro “Come difendersi dalla centrale rischi e dal default del conto corrente” a cura di Marcella Caradonna, pubblicato da Maggioli editore a maggio 2021

Rating esterni

Sono effettuati da agenzie specializzate ed autorizzate in tal senso, le cosiddette ECAI (External Credit Assessment Institution) che pos­sono avere natura privata o pubblica.

Esse devono essere autorizzate dalla Banca d’Italia sulla base dei criteri previsti dalla normativa vigente.

È importante sottolineare, tuttavia, che il riconoscimento non co­stituisce una valutazione di merito sui giudizi che formula l’agenzia e nemmeno un supporto alla metodologia da questa usata nella formu­lazione del giudizio.

I giudizi delle agenzie indicano in modo sintetico il rischio di credi­to implicito negli strumenti finanziari e sono il risultato di un comples­so processo di analisi che si basa su una combinazione di valutazioni quantitative e rilevazioni qualitative.

In linea generale il metodo di attribuzione del rating si basa sull’a­nalisi di una serie di parametri quali:

Per elaborarli si utilizza una base informativa molto ampia e le in­formazioni sono ottenibili in modo oggettivo e trasversale su tutto il portafoglio crediti.

Nella maggior parte dei casi si procede alla rilevazione del rischio industriale e del rischio finanziario.

Rischio industriale

Il rischio industriale inerisce tutti gli aspetti che sono rilevati in relazione alla posizione attuale e futura dell’impresa.

In particolare per quantificare questo ambito si procede a verifica­re:

Rischio finanziario

Come è evidente, ai fini del giudizio finale assumono un notevole valore le informazioni e le rielaborazioni che l’agenzia attua sulla ca­pacità finanziaria dell’impresa.

È intuitivo, infatti, che la maggiore ponderazione è collegata alla situazione della società che emerge dai dati di bilancio.

Si indaga quindi, principalmente per porre in rilievo:

Per ottenere queste informazioni si utilizza il metodo della riclassi­ficazione del bilancio e della predisposizione del rendiconto finanzia­rio.

In quasi tutti i sistemi i numeri vengono rielaborati dando priorità a tre aree gestionali:

È, tuttavia, evidente che le notizie acquisite attraverso soggetti esterni non possono prendere in considerazione informazioni impor­tanti, ma accessibili solo alla banca (come ad esempio l’evoluzione sto­rica del rapporto).

Per questo al rating esterno viene spesso abbinato un indice di me­rito creditizio elaborato dalla banca stessa, il rating interno.

Questo articolo è estratto dal libro “Come difendersi dalla centrale rischi e dal default del conto corrente” a cura di Marcella Caradonna, pubblicato da Maggioli editore a maggio 2021

Credit score

Questo indice è il risultato, ottenuto in via informatica, di un algo­ritmo che in modo automatico analizza i dati inseriti nella richiesta (ad esempio di mutuo) assommando o sottraendo punti assegnati a ciascuno degli elementi costitutivi della pratica.

La ponderazione attribuita a ogni elemento dipende dalla sua im­portanza ed incide in modo più o meno significativo.

I dati maggiormente presi in considerazione con il metodo del cre­dit scoring sono:

Esistono differenti metodi di determinazione di questo indice, ma la maggior parte fa ricorso al metodo FICO (Fair Isaac Corporation).

Il punteggio varia da un minimo di 300 ad un massimo di 850 se­condo la griglia indicata nella tabella:


Le formule per la determinazione dello score sono riservate, ma la Fair Isaac Corporation ha comunicato i componenti ed il “peso” ap­prossimativo di ognuno di essi.

È, quindi, possibile attuare una ripartizione approssimativa di come uno score sia determinato. La suddivisione è:

Secondo la Banca d’Italia, le informazioni più rilevanti utilizzate per il credit scoring sono di quattro tipi: sul cliente, sul finanziamento da erogare, sul bene da finanziare e sul grado di indebitamento di chi chiede il credito, informazione registrata nella Centrale Rischi. 

I sistemi di scoring sono ampiamente utilizzati nelle operazioni di credito al consumo e nelle operazioni di valutazione del rilascio delle carte di credito.

Questo articolo è estratto dal libro “Come difendersi dalla centrale rischi e dal default del conto corrente” a cura di Marcella Caradonna, pubblicato da Maggioli editore a maggio 2021

Rating interni

Il rating creditizio, come si è detto, è frutto di un processo formale che deve essere il più possibile oggettivo ed attendibile.

Obiettivo è stimare il capitale necessario per coprire la massima perdita che potrebbe registrarsi in un dato periodo di tempo con una certa probabilità. 

Vengono, dunque, calcolati i coefficienti di ponderazione tenendo conto dei seguenti elementi qualitativi:

Nel metodo avanzato le banche possono utilizzare direttamente le proprie stime, oltre che di PD, anche di perdita in caso di default (LGD), il fattore di conversione creditizia (CCF) o la maturity (M); nel metodo di base, solo la probabilità di default (PD).

Il sistema di credito interno, quindi, è un meccanismo di calcolo che si basa su due grandi operazioni:

Per soddisfare tali requisiti è necessario che il sistema di valutazione:

Il sistema deve essere, come si è detto, verificabile.

Ciò vuol dire che vi deve essere la possibilità da parte degli organi di controllo, di riprodurre in momenti successivi, anche relativamente lontani nel tempo, le condizioni informative del periodo della valuta­zione, e quindi accertare che, con l’esecuzione di tutti i passaggi for­mali previsti dalla procedura, si pervenga nuovamente al rating asse­gnato dall’analista o dal gruppo di analisti che ha eseguito la originaria valutazione.

Questo articolo è estratto dal libro “Come difendersi dalla centrale rischi e dal default del conto corrente” a cura di Marcella Caradonna, pubblicato da Maggioli editore a maggio 2021



TAG: Banche e Imprese