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Vendite private e collezionismo

frao

Utente
Salve, vi scrivo per sottoporvi un quesito al quale non sono riuscito a trovare una risposta.
Sono collezionista di vari oggetti (maglie di gioco, figurine, materiale da stadio, almanacchi, vecchi giocattoli, modellini, robots ecc.) e per questo hobby mi capita di effettuare numerose transazioni, perché per poter acquistare pezzi che mi interessano ho necessità di rivendere alcuni di quelli che ho (la media annua potrebbe essere intorno alle 150 transazioni tra acquisti e vendite).
Mi capita di spendere anche parecchio per singolo pezzo (dai 10-20 fino anche ai 300-400) nonché di rivendere anche a buone cifre (a volte, raro, anche oltre 500 a pezzo), e c'è poi da rilevare la numerosità delle transazioni, per cui è possibile che ad esempio in un anno possa movimentare 8000-10000 in entrata ed altrettanti in uscita.
I canali di vendita sono forum di collezionisti e Facebook, dove sono sorti numerosi gruppi al riguardo, più raramente ebay. I metodi di pagamento sono postepay, contanti (raro) con successivo versamento sul conto, paypal, bonifico. Postepay prevale nettamente.
Ora mi chiedo:
1) potrebbe essermi chiesto conto di queste movimentazioni (redditometro 2015 ecc.)?
2) se sì che giustificativi dovrei addurre, considerato che acquisti e vendite sono fatte privatamente, spesso sono oggetti ricevuti in regalo o in scambio, o pagati molti anni fa e di cui non resta alcuna tracciatura o dei quali potrei non avere idea del prezzo di origine o del venditore da cui acquistai (e di sicuro non ho modo di dimostrarlo)?
3) Devo cautelarmi per il futuro in qualche modo (metodi di pagamento particolari, dichiarazioni del venditore, ricevute agli acquirenti ecc.)?
4) se un giorno decidessi di vendere tutto, ricavando magari un buon gruzzolo, premesso che lo farei attraverso vendite singole effettuate nel corso tempo (visto che vendendo in blocco non troverei acquirenti o comunque ci rimetterei molti soldi spesi), come posso fare per non avere problemi? Devo dichiararlo nel 730? E come, considerato che non ho prove di quanto li avevo pagati in origine?
Grazie a chi vorrà rispondermi
 
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A mio parere ha ragione a preoccuparsi. La vendita abituale di oggetti usati presuppone un'attività commerciale. Il fatto che le li definisca "privati" non è rilevante. E' l'abitualità nel tempo che fa scattare la presunzione di esercizio di attività commerciale. Il fatto che i beni siano usati non fa differenza e la legge prevede un apposito regime per tale vendite chiamato regime del margine.
Il fatto poi che tutte le vendite siano tracciate lo espone al rischio di controlli. Per il regime del margine le segnalo questo articolo sul nostro blog
Regime del margine con il metodo globale: esempi di calcolo e adempimenti dichiarativi - FISCOeTASSE.com Blog
Le segnalo anche questo ebook che tratta dei regimi particolari Iva tra cui quello del margine
Speciale IVA - Attività con regimi particolari (E-Book) - FISCOeTASSE.com
 
Grazie della risposta. Il punto però è che io vendo per ricomprare e inoltre di solito a fine anno tra acquisti e vendite sono in passivo. Quindi qual è questo margine a cui dovrei far riferimento?
 
Leggevo sul link che mi avete indicato che se un soggetto a fine anno tra acquisti e vendite ha un saldo negativo ed applica il metodo globale non deve pagare nulla, è giusto? Ma come si fa a dimostrare di essere in negativo? E comunque, anche se si è in negativo bisogna tenere quella contabilità di cui si parla nel blog o non è necessario? Infine come faccio a rimediare per il pregresso visto che colleziono da anni e non l'ho tenuta finora?
 
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