Buongiorno
mia moglie lavora per un'azienda artigiana ed è inquadrata come lavoratrice a domiclio (lavora da casa), si occupa di finissaggio dei capi di abbigliamento.
Il suo datore di lavoro ha fatto richiesta all'ebav del contributo per emergenza COVID (e l'ha presentata sbagliata perchè ieri ha ricevuto un sms che la domanda è stata rifiutata - mia moglie ha chiamato e ha detto che avevano presentato la domanda all'ebav non utilizzando la procedura in Deroga)
Secondo aspetto, non ha fatto domanda per la CIGD e non è chiaro se sia il commercialista che non è competente (il che mi pare strano) o se il datore di lavoro non vuole fare domanda di CIGD, se fosse che il datore di lavoro non vuole farla come posso agire per "obbligarlo" a rispettare la legge? Come ci possiamo tutelare e a chi rivolgersi per fare in modo che agisca correttamente?
Grazie anticipate per la risposta
padimas
mia moglie lavora per un'azienda artigiana ed è inquadrata come lavoratrice a domiclio (lavora da casa), si occupa di finissaggio dei capi di abbigliamento.
Il suo datore di lavoro ha fatto richiesta all'ebav del contributo per emergenza COVID (e l'ha presentata sbagliata perchè ieri ha ricevuto un sms che la domanda è stata rifiutata - mia moglie ha chiamato e ha detto che avevano presentato la domanda all'ebav non utilizzando la procedura in Deroga)
Secondo aspetto, non ha fatto domanda per la CIGD e non è chiaro se sia il commercialista che non è competente (il che mi pare strano) o se il datore di lavoro non vuole fare domanda di CIGD, se fosse che il datore di lavoro non vuole farla come posso agire per "obbligarlo" a rispettare la legge? Come ci possiamo tutelare e a chi rivolgersi per fare in modo che agisca correttamente?
Grazie anticipate per la risposta
padimas