Buongiorno,
grazie in anticipo per l'attenzione che vorrete darmi.
Cercherò di riassumere la mia situazione.
Ho 40 anni. Nel 2005 muore mia madre, titolare dell'azienda di famiglia di cui ero socio in piccolissima parte (3%).
Accetto l'eredità in quanto comprensiva anche di una casa, ma mai avrei accettato se avessi saputo cosa mi aspettava.
Il lutto crea un tale scompiglio da vedermi costretto a cessare l'attività. Per fare fronte ai debiti con fornitori, clienti, liquidazioni dei dipendenti etc..mi trovo costretto a vendere la casa di famiglia (strettamente legata all'azienda da una fideiussione bancaria).
Nel giro di pochi mesi mi trovo quindi senza madre, senza un lavoro, senza casa..
Da quel momento io, in qualità di socio unico, e l'amministratore della società (un amico di famiglia che si è offerto di aiutarmi diventando appunto amministratore) iniziamo a districarci in una selva di burocrazia, tasse, buchi da chiudere, cause con alcuni clienti che dicono di vantare crediti nei nostri confronti etc..
La società nel 2006 viene resa inattiva e messa in liquidazione.
Passano gli anni, troppi, quasi 10, e complice una giustizia lenta, un avvocato lento ,momenti di depressione e consigli sbagliati, questa maledetta società risulta ancora aperta. Inattiva e in liquidazione, ma ancora esistente.
La situazione è diventata molto pesante in quanto essendoci ancora un contenzioso legale aperto con un vecchio cliente, è impossibile chiudere questa società.
Ma questo è niente, nel frattempo,negli anni, equitalia si è accanita e si sono accumulati parecchie decine di migliaia di euro tra INPS (mancati versamenti nel 2006) , IRPEF, TASSA RIFIUTI, TASSE DI OGNI GENERE, MANCATI BILANCI ETC, CAMERA DI COMMERCIO..ETC..
Per me è un incubo in quanto non sono io responsabile di tutto questo, ne tantomeno l'amministratore/liquidatore, e a distanza di 10 anni mi trovo a dovere affrontare una situazione diventata ormai più grande di me. Non ho rubato, non ci siamo spartiti denaro, è stato tutto frutto di una tragedia e di una malagestione della situazione.
Sono nullatenente, abito in affitto, ho uno stipendio di 1200 euro al mese e pochissimi soldi in banca.
1)Cosa rischio io in quanto socio unico?
2)sono "protetto" dalla srl?
3)possono rivalersi sul mio misero patrimonio personale o solo sul capitale versato? (10.000 euro)
4)cosa rischia il liquidatore?
5) è vero che non posso chiudere la società fino alla conclusione dei contenziosi in corso?
6) dopo la chiusura possono ancora perseguirmi vita natural durante?
7)possibile non ci sia nessuno con cui parlare per spiegare la mia situazione una volta per tutte?
quando vado da equitalia, inps etc, trovo solo un muro di gomma, impiegati che non hanno nessun potere e nessuna voglia di capire la mia situazione.
Come posso uscire da questo incubo che non mi fa vivere e non mi permette di progettare un futuro con la mia compagna?
Vi prego datemi un barlume di speranza.
Grazie
grazie in anticipo per l'attenzione che vorrete darmi.
Cercherò di riassumere la mia situazione.
Ho 40 anni. Nel 2005 muore mia madre, titolare dell'azienda di famiglia di cui ero socio in piccolissima parte (3%).
Accetto l'eredità in quanto comprensiva anche di una casa, ma mai avrei accettato se avessi saputo cosa mi aspettava.
Il lutto crea un tale scompiglio da vedermi costretto a cessare l'attività. Per fare fronte ai debiti con fornitori, clienti, liquidazioni dei dipendenti etc..mi trovo costretto a vendere la casa di famiglia (strettamente legata all'azienda da una fideiussione bancaria).
Nel giro di pochi mesi mi trovo quindi senza madre, senza un lavoro, senza casa..
Da quel momento io, in qualità di socio unico, e l'amministratore della società (un amico di famiglia che si è offerto di aiutarmi diventando appunto amministratore) iniziamo a districarci in una selva di burocrazia, tasse, buchi da chiudere, cause con alcuni clienti che dicono di vantare crediti nei nostri confronti etc..
La società nel 2006 viene resa inattiva e messa in liquidazione.
Passano gli anni, troppi, quasi 10, e complice una giustizia lenta, un avvocato lento ,momenti di depressione e consigli sbagliati, questa maledetta società risulta ancora aperta. Inattiva e in liquidazione, ma ancora esistente.
La situazione è diventata molto pesante in quanto essendoci ancora un contenzioso legale aperto con un vecchio cliente, è impossibile chiudere questa società.
Ma questo è niente, nel frattempo,negli anni, equitalia si è accanita e si sono accumulati parecchie decine di migliaia di euro tra INPS (mancati versamenti nel 2006) , IRPEF, TASSA RIFIUTI, TASSE DI OGNI GENERE, MANCATI BILANCI ETC, CAMERA DI COMMERCIO..ETC..
Per me è un incubo in quanto non sono io responsabile di tutto questo, ne tantomeno l'amministratore/liquidatore, e a distanza di 10 anni mi trovo a dovere affrontare una situazione diventata ormai più grande di me. Non ho rubato, non ci siamo spartiti denaro, è stato tutto frutto di una tragedia e di una malagestione della situazione.
Sono nullatenente, abito in affitto, ho uno stipendio di 1200 euro al mese e pochissimi soldi in banca.
1)Cosa rischio io in quanto socio unico?
2)sono "protetto" dalla srl?
3)possono rivalersi sul mio misero patrimonio personale o solo sul capitale versato? (10.000 euro)
4)cosa rischia il liquidatore?
5) è vero che non posso chiudere la società fino alla conclusione dei contenziosi in corso?
6) dopo la chiusura possono ancora perseguirmi vita natural durante?
7)possibile non ci sia nessuno con cui parlare per spiegare la mia situazione una volta per tutte?
quando vado da equitalia, inps etc, trovo solo un muro di gomma, impiegati che non hanno nessun potere e nessuna voglia di capire la mia situazione.
Come posso uscire da questo incubo che non mi fa vivere e non mi permette di progettare un futuro con la mia compagna?
Vi prego datemi un barlume di speranza.
Grazie
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