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Reddito percepito in Arabia Saudita

Ciao a tutti,

scrivo per esporre una situazione abbastanza intricata, e spero che possiate aiutarmi a sciogliere i miei dubbi.

si prospetta una possibilità di lavoro per cui io possa trasferirmi per qualche mese in Arabia Saudita a lavorare presso un cantiere.

La proposta sarebbe quella di percepire una sorta di doppio stipendio: uno da parte del mio datore di lavoro italiano, per il quale sono regolarmente assunto con contratto a tempo indeterminato, e un altra da parte del cliente arabo per il quale, una volta aver ottenuto una sorta di permesso di soggiorno arabo, risulterei assunto con contratto a termine in Arabia. La parte araba sarebbe la più sostanziosa, e va ricordato che lo stipendio che riceverei dal datore di lavoro arabo, su conto corrente arabo, sarebbe esentasse.

La mia domanda è: devo dichiarare necessariamente questi redditi in Italia? e nel caso, quante tasse ci pagherei sopra? posso trasferire tranquillamente questi soldi dall'arabia all'italia? mi interessa perchè l'obiettivo, una volta rientrato in italia sarebbe quello di comprarmi unacasa, eper cui ci terrei che qui soldi possano essere considerati come puliti dalle banche e dallo stato.

Grazie per l'attenzione

Alessio
 

Rocco

Utente
E' importante sapere quanto tempo resterai in Arabia Saudita.
Inoltre, pare di capire, si configurerebbe un doppio rapporto di lavoro, giusto? E nella fattispecie si può essere contemporaneamente dipendenti (a tempo pieno?) di due datori di lavoro? Ti chiedo...
Saluti.
 
Ciao Rocco,

grazie della risposta. Innanzitutto, facendo la premessa che ho cercato ovunque sul web ma non ho trovato risposta, potrei dire che sicuramente starò meno di 6 mesi nell'anno 2015 per quanto riguarda questa nuova trasferta (ci sono già stato per due mesi ma ero semplicemente in missione per conto del mio datore di lavoro). E sul fatto dei due datori di lavoro ho dei dubbi anch'io sinceramente. Ad ogni modo continuerei sicuramente a ricevere una busta paga italiana durante il mio periodo in Arabia.
 
Egregio signore,
io credo che lei venga distaccato da un datore di lavoro italiano.
Sulla base di questa premessa, nel nostro ordinamento italiano, nel distacco, il datore di lavoro distaccante è responsabile di pagare la retribuzione, di versare i contributi all'Inps, e di essere S.I. (sostituto d'imposta), relativamente alle imposte (IRPEF, addizionale regionale e comunale). Tutti questi adempimenti in quanto rimane con l'Italia il legame organico intercorrente tra l'impresa ed il lavoratore.
Ovviamente il datore di lavoro distaccante è responsabile di tutta la retribuzione connessa a quella tipologia di prestazione, a prescindere dal fatto che venga corrisposta da due soggetti diversi (datore distaccante e distaccatario che utilizza la prestazione); da ciò ne consegue che anche le basi contributive e fiscali devono essere unitarie (il coacervo deve rappresentare ciò che paga il distaccante e di quanto paga il distaccatario).
In molti casi, il contratto di distacco, può tenere in considerazione che parte della remunerazione (in questo caso assume un significato diverso rispetto alla retribuzione), possa essere corrisposta dal datore di lavoro che fruisce della prestazione; ritengo che questo sia sicuramente legittimo, salvo il poi ricondurre tutto all'ovile, quando dobbiamo versare le contribuzioni e le tasse.
Di solito, in questi casi il dipendente rimane residente fiscale in Italia, per cui si applica l'articolo 51 comma 8 bis) del tuir, ed il datore di lavoro distaccante applica le cd. retribuzioni convenzionali. Come ho avuto molto di evidenziare per altre risposte, le retribuzioni convenzionali non tengono conto dell'indennità estero, dove su quest'ultima vengono fatti transitare i benefit, legati al distacco, alle varie indennità di disagio, di differenza cambio valuta, ecc. ecc. E questa indennità estero potrebbe essere anche corrisposta dal distaccatario.
Questa impostazione lineare deve, a mio giudizio, essere quanto più possibile trasparente, al fine di poter fornire un valido elemento probatorio in sede di eventuale contenzioso in Commissione tributaria. Ed il contratto di distacco in questo caso diviene estremamente utile, supportato dai cedolini, dalla composizione della indennità estera, .........
Per quanto riguarda il rientro della valuta in Italia, non sono competente in materia.
Saluti.
Luigi Rodella
 

Rocco

Utente
Però se si soggiorna all'estero per meno di 6 mesi, così com'è stato scritto, se ho inteso bene, non pare possa applicarsi l'art. 51 c. 8-bis) del TUIR...
Saluti.
 
Mi pare ovvio che se si tratta di trasferta non si tratta di distacco, e se si tratta di trasferta il comma 8 non si applica. L'interessato non ha evidenziato alcun ambito temporale, ma in base alla sua esposizione credo che qui la trasferta non dovrebbe interessarci, diversamente la risposta sarebbe abbastanza semplice e banale.
l.r.
 
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