<HTML>il rapporto di collaborazione coordianta e continuativa dal 2001 è stato assimilato ai redditi di lavoro dipendente. Per questa ragione il datore di lavoro provvede ad effettuare le ritenute sia fiscali che contributive, a caricarsi dei contributi a suo carico che gli competono ed a rilasciare alla fine dell'anno un documento riepilogativo (cud) attestante i redditi corrisposti e le ritenute operate.
La natura del rapporto sostanzialmente consiste nell'esercizio dell'attività, utilizzando i mezzi messi a disposizione dal datore di lavoro, col quale vi è coordinazione senza che però vi sia vincolo di subordinazione. La differenza rispetto al lavoro autonomo sta proprio nei mezzi organizzativi che il prestatore d'opera mette a disposizione oltre che dell'autonomia di cui si avvale.
per quanto ti riguarda, ammesso che colui di cui parli sia il tuo unico referente, cioè non hai altri clienti, potresti senz'altro valutare la possibilità di proporgli questo tipo di rapporto.
Riguardo all'esistenza di vantaggi economici va verificato caso per caso se ve ne siano. Dal punto di vista operativo il rapporto di cococo ti darebbe il vantaggio di non dover tenere la partita iva, la qual cosa ti astrae dall'obbligo di emettere fattura, di tenere i libri contabili, di conservare la documentazione contabile, di pagare l'irap, di presentare obbligatoriamente la dichiarazione dei redditi, di soggiacere agli accertamenti da parametri o da studi di settore, da maggiori possibilità di subire verifiche ecc.</HTML>
