Scopri il nostro network Home Business Center Blog Site Center

PERICOLO SU CONDONI RECUPERO CREDITI O RIMBORSI IVA IN PRESENZA DI CONDON

M

MASSIMO

Ospite
RECUPERO CREDITI O RIMBORSI IVA IN PRESENZA DI CONDONO

Una spa nell’anno 2003, si avvale per l’anno 1999 dell’istituto della chiusura delle liti fiscali potenziali ex art.15 L.289/2002.

In pratica si chiude (validamente, con pagamento del dovuto e presentazione modello) un pvc con rilievi ai fini IVA e ai fini delle IMPOSTE DIRETTE e IRAP.

Per l’anno 1999 la spa presenta la dichiarazione Unico SC evidenziando ai fini IVA e ai fini IRPEG un credito poi utilizzati in compensazione nell’anno 2000.

Ora, nel mese di dicembre 2004 alla spa viene notificato un avviso di accertamento per l’anno 1999 disconoscendo il credito IVA e IRPEG esposti in dichiarazione, sulla base dei rilievi contenuti nel pvc “chiuso” (pvc il cui contenuto e richiamato integralmente nell’atto di accertamento) sul presupposto che le sanatorie di cui alla legge 27/12/2002, n. 289 consentono all'Ufficio il controllo della spettanza del credito esposto in dichiarazione.

In pratica l’Ufficio sostiene che l’adesione alla procedura di definizione comporta che il credito risultante dalla dichiarazione originariamente presentata non viene meno ma non anche che lo stesso diventi incontestabile. (sono parole dell’Ufficio….!).

Infatti, sostiene sempre l’Ufficio, la disposizione concernente gli effetti della definizione sull’azione di accertamento risulta preclusiva della possibilità di effettuare accertamenti tributari finalizzati ad ottenere il recupero di imposte evase mentre non lo è per l’effettuazione di accertamenti aventi lo scopo di verificare la spettanza dei crediti risultanti dalle dichiarazioni. Il pagamento degli importi previsti dalla legge produce un effetto transattivo sui debiti del contribuente verso l’erario ma non anche su crediti risultanti dalla dichiarazione.

Le stesse motivazioni sono richiamate anche nel caso in cui ci si sia avvalsi delle disposizioni di cui all’art.9 della legge 289/2002.

Quando Ho letto l'avviso di accertamento, ho pensato che i funzionari dell'Agenzia delle Entrate avessero bevuto un po troppo spumante (eravamo sotto le feste......) tuttavia ho avuto modo di sapere in seguito che tale attività di accertamento era stata attuata sulla base di "istruzioni interne provenienti dall'alto" (da dove, DRE Marche dalla quale dipende l'Ufficio? Roma? Boh.....).

Volevo chiederVi: è capitato anche a Voi cosa analoga? Ne sapete niente?
Ed inoltre, riuscite a trovare un fondamento di legittimità sull’operato dell’Ufficio?


E’ mai possibile che chi ha “chiuso” un PVC ed ha pagato un euro di imposte si trovi al riparo da ogni accertamento, mentre chi ha chiuso un PVC e si trovava ad esempio ad avere versato più acconti del dovuto, e quindi a credito, si trovi esposto all’accertamento del Fisco?

Diffondete la notizia ed eventualmente sentiamoci per iniziative di contrasto anche comuni, se il fenomeno, come sembra diventi rilevante.

[%sig%]
 
Un mio cliente ha appena ricevuto analogo avviso di accertamento elevato sulla base di un PVC della Guardia di Finanza del gennaio 2004.
Il contribuente aveva neutralizzato Il verbale avvalendosi del condono tombale ex art.9.
Anch'io sono rimasto allibito.
Ha proposto ricorso alla CTP?
Se vuole può contattarmi.
Il mio indirizzo è [email protected]
 
nel momento in cui ha chiuso la lite pendente ti sei "giocato" i crediti risultanti di quell'anno di imposta.
C'è molta giurispudenda in merito legata ai precedenti condoni.
 
Alto