Gio.
Utente
Che esista un giustizia equa per tutto/i e' sempre "dubbioso", ma quando si parla di persona e' fuori di dubbio che il trattamento deve essere uguale!
Sentite questa, letta ora sulla "La Stampa":
MOGLIE O CONVIVENTE SE LA PICCHI E' LO STESSO!
Le coppie di fatto vanno considerate come una vera famiglia quando si parla di maltrattamenti non c'e' alcuna differenza tra quelli su una convivente e quelli ad una moglie.In entrambi i casi,infatti,puo' essere configurato il reato di maltrattamenti in famiglia,previsto all'art.572 del cod.penale,poiche' questo comprende anche le situazioni delle "famiglie di fatto".-
Lo si evince da una sentenza della Cassazione,con la quale e' stato confermato il carcere per un uomo indagato per aver sottoposto per anni la convivente a continue violenze fisiche e morali. Contro la decisione del Tribunale del riesame di Napoli,che aveva confermato la custodia cautelare in carcere disposta dal gip di Santa Maria Capua Vetere nei confronti dell'uomo, la difesa aveva presentato ricorso alla Suprema Corte,rilevando che non poteva configurarsi il reato di maltrattamenti in famiglia,dato che la persona offesa era una "semplice convivente".-
Di tutt'altro avviso la quinta sezione penale della Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso.-
E c'era bisogno di scomodare la Cassazione
..........ITALIA si ITALIA no.........
.
Buona giornata-
Sentite questa, letta ora sulla "La Stampa":
MOGLIE O CONVIVENTE SE LA PICCHI E' LO STESSO!
Le coppie di fatto vanno considerate come una vera famiglia quando si parla di maltrattamenti non c'e' alcuna differenza tra quelli su una convivente e quelli ad una moglie.In entrambi i casi,infatti,puo' essere configurato il reato di maltrattamenti in famiglia,previsto all'art.572 del cod.penale,poiche' questo comprende anche le situazioni delle "famiglie di fatto".-
Lo si evince da una sentenza della Cassazione,con la quale e' stato confermato il carcere per un uomo indagato per aver sottoposto per anni la convivente a continue violenze fisiche e morali. Contro la decisione del Tribunale del riesame di Napoli,che aveva confermato la custodia cautelare in carcere disposta dal gip di Santa Maria Capua Vetere nei confronti dell'uomo, la difesa aveva presentato ricorso alla Suprema Corte,rilevando che non poteva configurarsi il reato di maltrattamenti in famiglia,dato che la persona offesa era una "semplice convivente".-
Di tutt'altro avviso la quinta sezione penale della Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso.-
E c'era bisogno di scomodare la Cassazione
Buona giornata-