DottEmmett
Utente
Salve a tutti,
un imprenditore ha intenzione di trasferire la proprietà della sua azienda a suo figlio.
L'opzione più logica sarebbe quella di stipulare un atto di donazione di azienda.
Alcuni suggeriscono (per risparmiare sull'atto notarile di donazione) di cessare l'attività del padre; successivamente vendere o concedere in comodato gratuito i cespiti al figlio che contestualmente apre una propria ditta, simile alla precedente (ovviamente è palese che ci troviamo in una situazione di continuazione aziendale).
Vi chiedo: Nell'ipotesi in cui il padre non ha debiti (o per lo meno quelli presenti sono irrilevanti) nei confronti di terzi, e dato che l'imposta di donazione in tale caso risulta pari a zero, operativamente risulta fattibile la seconda ipotesi?
Dovrebbe essere pacifico che nel caso in cui il padre ha dei debiti, la chiusura e apertura dell'attività si configura in una cessione di azienda (direi celata), con tutte le conseguenze del caso (art. 2560 e art. 14 dpr 472/1997).
un imprenditore ha intenzione di trasferire la proprietà della sua azienda a suo figlio.
L'opzione più logica sarebbe quella di stipulare un atto di donazione di azienda.
Alcuni suggeriscono (per risparmiare sull'atto notarile di donazione) di cessare l'attività del padre; successivamente vendere o concedere in comodato gratuito i cespiti al figlio che contestualmente apre una propria ditta, simile alla precedente (ovviamente è palese che ci troviamo in una situazione di continuazione aziendale).
Vi chiedo: Nell'ipotesi in cui il padre non ha debiti (o per lo meno quelli presenti sono irrilevanti) nei confronti di terzi, e dato che l'imposta di donazione in tale caso risulta pari a zero, operativamente risulta fattibile la seconda ipotesi?
Dovrebbe essere pacifico che nel caso in cui il padre ha dei debiti, la chiusura e apertura dell'attività si configura in una cessione di azienda (direi celata), con tutte le conseguenze del caso (art. 2560 e art. 14 dpr 472/1997).