Nel caso di contribuenti residenti fiscalmente in Italia che hanno un contratto di lavoro dipendente sottoscritto con un azienda italiana e che sono distaccati temporaneamente all’estero, è obbligatorio fare il 730?
La nostra azienda sta sostanzialmente obbligando tutti i dipendenti temporaneamente distaccati all'estero, ad utilizzare un ente selezionato dalla stessa società per preparare il modulo 730, in modo da recuperare il credito d'imposta ed evitare così la doppia imposizione fiscale subita.
Fino a questo punto potrebbe anche andare bene, ma l'azienda può imporre l'utilizzo di un ente privato a sua scelta? Questo non permetterebbe ai dipendenti di utilizzare più il commercialista di fiducia o qualsiasi ente utilizzato fino ad oggi. Lo scorso anno abbiamo preparato la dichiarazione dei redditi privatamente e poi successivamente abbiamo consegnato il modulo 730 all'ente selezionato dalla società per procedere con il 730 Integrativo per il recupero del credito di imposta ad Ottobre. Da quest'anno l'azienda sta imponenando che per il 730-2018 si utilizzi l'ente da loro selezionato per la dichiarazione dei nostri redditi. Addirittura si sta parlando di azioni correttive nel caso non si accetti tale condizione. La mia preoccupazione sta nel fatto che potrebbero anche modificare il nostro contratto di distacco estero, inserendo una voce che impone l'utilizzo dell'ente prescelto dalla società per la dichiarazione dei redditi indipendentemente se il lavoratore è esente o meno dalla presentazione della dichiarazione dei redditi come previsto dalle norme di legge. Mi chiedo se tutto questo è lecito e se esiste un eventuale alternativa che possa permettere l'utilizzo dei nostri commercialisti privati ma andando incontro alle esigenze dell'azienda per recuperare queste imposte e se ci sono delle leggi che tutelano il lavoratore dall'essere obbligato all'utilizzo di un ente non di propria scelta.
La nostra azienda sta sostanzialmente obbligando tutti i dipendenti temporaneamente distaccati all'estero, ad utilizzare un ente selezionato dalla stessa società per preparare il modulo 730, in modo da recuperare il credito d'imposta ed evitare così la doppia imposizione fiscale subita.
Fino a questo punto potrebbe anche andare bene, ma l'azienda può imporre l'utilizzo di un ente privato a sua scelta? Questo non permetterebbe ai dipendenti di utilizzare più il commercialista di fiducia o qualsiasi ente utilizzato fino ad oggi. Lo scorso anno abbiamo preparato la dichiarazione dei redditi privatamente e poi successivamente abbiamo consegnato il modulo 730 all'ente selezionato dalla società per procedere con il 730 Integrativo per il recupero del credito di imposta ad Ottobre. Da quest'anno l'azienda sta imponenando che per il 730-2018 si utilizzi l'ente da loro selezionato per la dichiarazione dei nostri redditi. Addirittura si sta parlando di azioni correttive nel caso non si accetti tale condizione. La mia preoccupazione sta nel fatto che potrebbero anche modificare il nostro contratto di distacco estero, inserendo una voce che impone l'utilizzo dell'ente prescelto dalla società per la dichiarazione dei redditi indipendentemente se il lavoratore è esente o meno dalla presentazione della dichiarazione dei redditi come previsto dalle norme di legge. Mi chiedo se tutto questo è lecito e se esiste un eventuale alternativa che possa permettere l'utilizzo dei nostri commercialisti privati ma andando incontro alle esigenze dell'azienda per recuperare queste imposte e se ci sono delle leggi che tutelano il lavoratore dall'essere obbligato all'utilizzo di un ente non di propria scelta.