Ripropongo qui una questione che non ha trovato risposta nel forum più generale: dillo a fisco e tasse. Non se faccio bene, ma avrei estremo bisogno di questo chiarimento.
Mio figlio ha chiuso un contratto a termine, fasullo, due anni fa.
Entro i sessanta giorni ha contestato l'illiceità e/o nullità del licenziamento (lavorava anche prima con la stessa azienda, con contratti a progetto, collaborazioni con cessione di diritto d'autore).
Dopo aver cambiato avvocato la situazione sembra ad una svolta: gli offrono una cifra non irrilevante per rinuziare ala prospettiva del reintegro, ma non è neppure risolutiva perché dopo tanti anni di lavoro «sprecato» non ha un posto fisso e deve ricominicare tutto da zero.
L'avvocato però non ha chiaro come configurare fiscalmente la somma.
So che esitono almeno sei modalità di possibile configurazione fiscale della somma (incentivo all'esodo, risarcimento...) perché l'avevo letto su un dossier on-line che ora non ritrovo più.
Il risarcimento (abbiamo trascoso due anni molto difficili), se ben ricordo, è quello che ha la minore imposizione fiscale, ma crea i maggiori problemi con l'Agenzia delle Entrate perché esiste l'onere della prova.
Potreste darmi una mano in tal senso?
Vorrei fosse una configurazione equa, che non creasse ulteriori problemi di accertamenti fiscali.
Grazie in anticipo.
Mio figlio ha chiuso un contratto a termine, fasullo, due anni fa.
Entro i sessanta giorni ha contestato l'illiceità e/o nullità del licenziamento (lavorava anche prima con la stessa azienda, con contratti a progetto, collaborazioni con cessione di diritto d'autore).
Dopo aver cambiato avvocato la situazione sembra ad una svolta: gli offrono una cifra non irrilevante per rinuziare ala prospettiva del reintegro, ma non è neppure risolutiva perché dopo tanti anni di lavoro «sprecato» non ha un posto fisso e deve ricominicare tutto da zero.
L'avvocato però non ha chiaro come configurare fiscalmente la somma.
So che esitono almeno sei modalità di possibile configurazione fiscale della somma (incentivo all'esodo, risarcimento...) perché l'avevo letto su un dossier on-line che ora non ritrovo più.
Il risarcimento (abbiamo trascoso due anni molto difficili), se ben ricordo, è quello che ha la minore imposizione fiscale, ma crea i maggiori problemi con l'Agenzia delle Entrate perché esiste l'onere della prova.
Potreste darmi una mano in tal senso?
Vorrei fosse una configurazione equa, che non creasse ulteriori problemi di accertamenti fiscali.
Grazie in anticipo.