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Figlio coniugato può essere a carico dei genitori anche se la moglie è fiscalmente incapiente?

Rorko

Utente
Buona giornata a tutti voi, professionisti e non, che qui sul forum siete sempre disponibili a dare consigli a chi tenta di capirci qualcosa in questo mondo. Ho una domanda a cui spero possiate rispondere, avendo io trovato in merito opinioni discordanti. Sono sposato da circa sei mesi con mia moglie e non convivo con i miei genitori, al momento non ho reddito, mentre mia moglie pur lavorando si trova nella situazione di avere un reddito di poco superiore al limite di esenzione IRPEF. Versando una imposta IRPEF minima, si trova nella condizione di non poter fruire in misura completa delle detrazioni previste, tra cui quella del coniuge a carico nonché delle mie varie spese sanitarie (situazione che se ho capito bene viene definita incapienza fiscale). Ciò detto, cercando informazioni in merito, ho letto che l'Agenzia delle Entrate ha chiarito nella circolare n. 95/E del 12.5.2000 che "la detrazione per figlio a carico spetta anche qualora quest'ultimo sia sposato e non conviva con i genitori, purché non abbia un reddito complessivo superiore a € 2.840,51". Stando a quanto mi sembra di capire, quindi, io potrei essere messo a carico dei miei genitori permettendo così a loro di fruire delle detrazioni previste anche se sono sposato e non convivo più con loro, è giusto?

Chiedo conferma perché, seppur il testo della circolare risulti essere abbastanza chiaro, su alcuni siti viene riportato che tale principio vale solo quando il coniuge abbia a sua volta un reddito complessivo inferiore a € 2840,51, altrimenti nel caso in cui il coniuge lo abbia superiore (come nel caso di mia moglie) debba essere per forza messo a suo carico pur se quasi incapiente. Di tale opinione è, tra le altre cose, pure la commercialista che si occupa della contabilità dove lavora mio padre secondo cui io non possa più essere a suo carico perché sposato.

Ora, nonostante abbia cercato un po'in ogni dove, non ho trovato alcuna clausola nelle circolari dell'Agenzia delle Entrate che vincoli la possibilità per un figlio coniugato e non convivente di essere messo a carico dei genitori al solo caso in cui anche la moglie non superi la soglia reddituale, ho cercato male io o effettivamente tale clausola non sussiste, potendo essere tranquillamente messo a carico di mio padre?

Ho anche scritto all'Agenzia delle Entrate tramite l'apposita funzione di consulenza sul loro sito, la risposta che mi hanno dato è stata generica nel senso che mi hanno ribadito il principio per cui un figlio coniugato e non convivente può essere messo a carico dei genitori purché non abbia reddito superiore a 2840,51, senza esprimere però un giudizio riguardo il dubbio che ho posto in questa discussione.

Ringrazio anticipatamente chiunque potrà darmi una risposta chiara in merito.
 
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