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Dimissioni per giusta causa è possibile...alternative?

Buongiorno a tutti,
sono dipendete a tempo indeterminato in un'azienda e da novembre scadrà il 10° anno di assunzione.
Sono inquadrato come impiegato tecnico di 3° livello con mansioni semprè più "complete" e vicine a livelli più elevati.
Nel 2011 l'azienda è stata acquisità da una società (siamo 16 dipendenti settore commercio) e il nuovo amministratore ha iniziato una politica di cambiamento. Facendola in breve mi hanno dato molta più responsabilità di quella effettivamente scritta sul contratto e sulla busta paga. Mi hanno fatto passare a Product Manager con biglietti da visita,compiti e mansioni senza però farmi firmare ne un nuovo contratto, ne una proposta economica. Inoltre mi hanno dato il compito di responsabile informati all'interno dell'azienda, sempre senza nessuna carta scritta. Dato che mi sono stancato di questa situazione e dato anche il fatto che mi vengono ribaditi i miei compiti di product manager ,qualora mi "rifiutassi" di eseguire compiti che non sono in grado di fare , vorrei dare le dimissioni (ho un progetto come libero professionista). Chiedo se posso appellarmi a queste motivazioni per la giusta causa delle dimissioni, oppure se posso in qualche modo farmi "restituire" quello che mi spetta dato che negli ultimi 2 anni ho fatto i loro interessi. Inoltre è da considerare mobbing l'atteggiamento di imposizione del mio ruolo da product manager non scritto come contratto ma richiesto esplicitamente? (ho anche diverse mail inoltrate a me ed ai miei colleghi da parte della direzione con appurato che io sono product manager).

Chiedo gentilmente un aiuto in quanto sto passando un momento davvero difficile, dove sto compromettendo anche la salute e non vorrei nemmeno però lasciare correre un abuso di potere.

Grazie
 
Non pare esistano i presupposti per dimissioni per giusta causa.
Infatti è tale la causa che non consente la prosecuzione, neppure provvisoria del rapporto di lavoro ( art.2119 c.c.).

La giurisprudenza ha ritenuto valide le dimissioni per giusta causa per altre ragioni, quali ad esempio, retribuzioni non corrisposte, mancato versamento dei contributi, ecc.

Per quanto riguarda il mobbing, è davvero complicato poterlo dimostrare nel caso di interesse, non riscontro, basandomi su quanto è qui riferito un intento lesivo nei tuoi confronti.

Il tuo rifiuto a svolgere mansioni, a tuo dire non spettanti, lo ritengo arbitrario.
Se ritieni di svolgere e aver svolto mansioni superiori ( art.2103 del c.c.) hai il diritto di promuovere apposito ricorso al tribunale del lavoro, è dimostrare (l'onere è posto a tuo carico art.2697 c.c.), con documenti, mail e/o testimoni, le reali mansioni svolte riconducibili ad una diversa qualifica superiore prevista dal ccnl di riferimento, se il giudice accerta l'effettivo svolgimento di mansioni superiori, condanna il datore di lavoro anche al pagamento delle differenza retributive.
 
Non pare esistano i presupposti per dimissioni per giusta causa.
Infatti è tale la causa che non consente la prosecuzione, neppure provvisoria del rapporto di lavoro ( art.2119 c.c.).

La giurisprudenza ha ritenuto valide le dimissioni per giusta causa per altre ragioni, quali ad esempio, retribuzioni non corrisposte, mancato versamento dei contributi, ecc.

Per quanto riguarda il mobbing, è davvero complicato poterlo dimostrare nel caso di interesse, non riscontro, basandomi su quanto è qui riferito un intento lesivo nei tuoi confronti.

Il tuo rifiuto a svolgere mansioni, a tuo dire non spettanti, lo ritengo arbitrario.
Se ritieni di svolgere e aver svolto mansioni superiori ( art.2103 del c.c.) hai il diritto di promuovere apposito ricorso al tribunale del lavoro, è dimostrare (l'onere è posto a tuo carico art.2697 c.c.), con documenti, mail e/o testimoni, le reali mansioni svolte riconducibili ad una diversa qualifica superiore prevista dal ccnl di riferimento, se il giudice accerta l'effettivo svolgimento di mansioni superiori, condanna il datore di lavoro anche al pagamento delle differenza retributive.

Ringrazio per la chiarezza e disponibilità.
Come è meglio procedere a questo punto secondo il suo parere, portare le dimissioni cercando un accordo magari con una buona uscita e accordarmi subito per il TFR oppure accennare già la mia volontà di chiedere l'indennizzo sul periodo di sottoinquadramento?
 
Qualora si è deciso di interrompere il rapporto di lavoro, è senz'altro auspicabile un accordo, evitando così controversie che nel caso di specie ( mansioni superiori) non si è mai certi in termini di risultato finale.
Ritengo che per la corresponsione del Tfr non devono essere cercati-trovati accordi.
Si ha diritto a ricevere quest'ultimo alla cessazione del rapporto di lavoro, salvo diversa tempistica prevista dal ccnl applicato.
In caso di mancato pagamento nei tempi previsti, è possibile azionare apposito decreto ingiuntivo.
Infine ( non per importanza) si vorrà tenere conto che le dimissioni, così come la risoluzione consensuale ( fatta eccezione quella intervenuta in sede conciliativa in occasione di licenziamento per gmo) non permette di beneficiare della indennità Aspi ( ex indennità di disoccupazione).
Saluti domenico
 
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