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Differenza tra consulente del lavoro, revisore e commercialista

Sto svolgendo il praticantato presso un commercialista abilitato anche come consulente del lavoro e revisore contabile. Lavorando in quello studio ho difficoltà a comprendere cosa sia escluso dalle mie future competenze.

I revisori contabili possono occuparsi dei seguenti adempimenti.

- Effettuare consulenza in materia tributaria ed aziendale: inizio, gestione e cessazione attività;
- Tenere scritture contabili, IVA e relativi registri;
- Depositare i bilanci di esercizio presso il Registro delle Imprese;
- Assistere e rappresentare i contribuenti presso le Commissioni Tributarie;
- Compilare le dichiarazioni fiscali;
- Inviare telematicamente le dichiarazioni fiscali;
- Apporre il visto di conformità sulle dichiarazioni dei redditi;
- Asseverare le dichiarazioni ai fini degli studi di settore;
- Compilare i modelli 730;
- Compilare le dichiarazioni di successione;
- Effettuare perizie su mandato pubblico e privato;
- Inviare telematicamente pratiche COMUNICA presso le Camere di Commercio;
- Ogni altra mansione propria del tributarista per le aziende e non riservata per legge ad altri professionisti (vedi ad esempio la consulenza del lavoro).


I commercialisti, se non sbaglio, hanno competenze in materia di fallimenti e dovrebbero esser particolarmente esperti in diritto societario.

Io come futuro consulente del lavoro vorrei capire fin dove posso spingermi: mi sto abilitando come RSPP (che potrò svolgere come esterno a qualche ditta o ente pubblico) e sono anche mediatore professionista (conciliatore, per intenderci).
Mi capita ormai di dover rispondere a delle richieste da parte di amici o potenziali clienti, a cui no so a volte nemmeno dire se quel che mi chiedono rientra o meno nel mio ambito di azione.

Forse potete chiarirmi le idee.
 
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