Un decreto provvisoriamente esecutivo relativo ad una ricognizione di debito in cui, in entrambi i casi, non compare la motivazione e fa quindi presumere una coartazione della volontà del soccombente (si tratta di una ricognizione di debito richiesta precedentemente ad una compravendita intervenuta poco prima di un'esecuzione immobiliare tout-court).
Come può un decreto esecutivo essere esentasse? Mi spiego meglio; il beneficiario del decreto percepisce i proventi ma non rilascia né una ricevuta né tantomeno una fattura, per ciò, di quell'incasso potrà non dichiarare nulla al fisco? Il soccombente come può giustificare l'indisponibilità di una somma se non è in possesso di alcuna giustificazione di spesa? Ed inoltre, come può dichiarare di aver saldato il debito se non viene rilasciata alcuna quietanza? Il caso è ancora più complesso in quanto il beneficiario è stato individuato, in una testimonianza oculare (la cui richiesta di convocazione in seguito non è stato accettata), quale mediatore che essendo privo di titolo ha esercitato abusivamente la professione di mediatore, inoltre sempre relativamente a ciò va detto che nella compravendita è resa la seguente dichiarazione
***[consapevole delle sanzioni penali previste dall'articolo 76 del D.P.R. 28 dicembre 2000 n. 445 per le ipotesi di falsità in atti e dichiarazioni mendaci, nonché dei poteri di accertamento dell' Amministrazione Finanziaria e della sanzione amministrativa in caso di omessa, di incompleta o mendace indicazione dei dati, ai sensi dell'articolo 47 dello stesso D.P.R. n. 445/2000, ed in ottemperanza all'obbligo imposto dall'articolo 35 'comma 22 del D.P.R. 4 luglio 2006 n. 22]*** di ***NON·essersi avvalsa- -per-la conclusione della presente compravendita di un mediatore, ai sensi degli articoli 1754 e seguenti del Codice Civile***.
Nonostante tutto il dispositivo gli riconosce il credito, motivandolo con l'esistenza del solo riconoscimento di debito ma non chiarisce la natura dello stesso e la ragione per cui quel documento è stato sottoscritto.
Come può un decreto esecutivo essere esentasse? Mi spiego meglio; il beneficiario del decreto percepisce i proventi ma non rilascia né una ricevuta né tantomeno una fattura, per ciò, di quell'incasso potrà non dichiarare nulla al fisco? Il soccombente come può giustificare l'indisponibilità di una somma se non è in possesso di alcuna giustificazione di spesa? Ed inoltre, come può dichiarare di aver saldato il debito se non viene rilasciata alcuna quietanza? Il caso è ancora più complesso in quanto il beneficiario è stato individuato, in una testimonianza oculare (la cui richiesta di convocazione in seguito non è stato accettata), quale mediatore che essendo privo di titolo ha esercitato abusivamente la professione di mediatore, inoltre sempre relativamente a ciò va detto che nella compravendita è resa la seguente dichiarazione
***[consapevole delle sanzioni penali previste dall'articolo 76 del D.P.R. 28 dicembre 2000 n. 445 per le ipotesi di falsità in atti e dichiarazioni mendaci, nonché dei poteri di accertamento dell' Amministrazione Finanziaria e della sanzione amministrativa in caso di omessa, di incompleta o mendace indicazione dei dati, ai sensi dell'articolo 47 dello stesso D.P.R. n. 445/2000, ed in ottemperanza all'obbligo imposto dall'articolo 35 'comma 22 del D.P.R. 4 luglio 2006 n. 22]*** di ***NON·essersi avvalsa- -per-la conclusione della presente compravendita di un mediatore, ai sensi degli articoli 1754 e seguenti del Codice Civile***.
Nonostante tutto il dispositivo gli riconosce il credito, motivandolo con l'esistenza del solo riconoscimento di debito ma non chiarisce la natura dello stesso e la ragione per cui quel documento è stato sottoscritto.