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Comodato d'uso e destinazione prevalente

ninokeys

Utente
Salve
come libero professionista ho la necessita di variare la mia sede lavorativa, premetto che non devo scaricare costi o usufruire di agevolazioni, il mio interesse e’ legato a poter dichiarare come sede lavorativa una determinata zona della citta’, un amico si e' offerto di stipulare un comodato d'uso gratuito presso la sua abitazione, consentendomi di utilizzare una stanza come ufficio (non ricevo clienti).

Avrei due domande:
e’ possibile fissare la sede lavorativa e dunque il domicilio fiscale presso una abitazione di un terzo (non parente) attraverso la stipula di un comodato d’uso verbale?

In alternativa, se il comodato d’uso deve essere stipulato in forma scritta e dunque registrato, e’ possibile stipularlo per una abitazione con destinazione d’uso a/2 (abitativo) senza che il proprietario incorra in sanzioni o altri problemi? ho letto alcune cose fra loro discordanti:
- Ho letto che in tal caso, il proprietario rischierebbe di incorrere in sanzioni e richieste di cambio destinazione d’uso, ma,
- Ho letto tuttavia che se il comodato e’ relativo ad una singola porzione / stanza, si puo far valere il principio di prevalenza come sede abitativa, sulla scorta del provvedimento “Sblocca Italia” che ha introdotto il concetto di destinazione d’uso prevalente, formalizzato nell’art. 23/ter del T.U.Edilizia DPR 380/01.

grazie in anticipo
 
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