PIERANTONIOFABRIZIOMARIA
Utente
Buongiorno,
ho una domanda che mi attanaglia la mente.
Nel gennaio 2011 ho aperto una partita iva in regime dei minimi e gestione separata inps con l'aspettativa di operare come consulente finanziario indipendente, in base alla normativa europea mifid, recepita in italia. A tal scopo ho sostenuto nel primo esercizio (2011) una serie di costi sia di beni strumentali sia di altro genere, tutti comunque legati all'ufficio che avevo messo in piedi a tale scopo (quindi affitto del locale, spese condominialli e utenze varie, qualcosa di arredo e attrezzature) senza superare cmq i 15000 per la parte di beni strumentali. Tuttavia - esclusivamente a causa del continuo rimanadare da parte del ministero delle finanze della creazione dell'apposito albo previsto dalla normativa italiana (che recepiva quella europea) e dell'istituzione dell'esame di accesso all'albo stesso (è ormai da tre o quattro anni che tutto ciò viene rimandato dal ministero, dicono, a causa di mancanza di fondi), io non ho mai potuto esercitare di fatto l'attività e non ho quindi mai emesso fatture attive di consulenza, ma ho solo sostenuto (nel 2011) dei costi di cui ho scritto sopra, per apprestarmi a svolgere l'attività qualora le cose si fossero sbloccate. A metà 2011 circa (fine agosto) ho lasciato l'ufficio e ho trasferito la sede dell'attività a casa, in modo a non avere più costi, in attesa che si muovesse qualcosa nel 2012. Ora a due anni di distanza mi trovo con una partita iva su cui ho subito solo dei costi (nel 2012 ho consegnato la dichiarazione dei redditi 2011 all'agenzia delle entrate dichiarando una perdita d'esercizio) e vorrei chiuderla, per riaprirla come promotore finanziario (dopo aver superato l'esame, che in questo caso esiste da anni, anche se lo vivo con poco entusiasmo, come ripiego, ma è l'attività che più si avvicina a quella che sognavo di fare), mantenendo la possibilità di accesso al regime dei minimi, visto che la precedente attività non è mai stata effettivamente svolta (nel frattempo ho fatto trading proprietario che è soggetto a tassazione separata alla fonte dalla banca).
Qual'è il vs parere a proposito? Ho fatto male a consegnare una dichiarazione dei redditi 2011 con una perdita? Era meglio dichiarare zero e chiudere l'attività per inattività? Forse avrei potutto accedere nuovamente al regime dei minimi anche come promotore finanziario in tal caso? O possso comunque continuare ad accere al regime dei minimi , visto che ho subito solo una perdita d'esercizio a causa dell'inadempienza del ministero delle finanze in merito alla creazione dell'albo dei consulenti finanziari indipendenti e al relativo esame di stato per accedervi?
La questione è spinosa e complessa, me ne rendo conto, chi mi può aiutare a capire, per favore?
PS Tra l'atro ho letto che tra le deroghe alla causa ostativa di non aver dovuto esercitare nessuna attività nei tre anni precedenti - per accedere al nuovo regime dei minimi (del privilegio) - vi è il caso del socio accomandatario che conferisce solo capitale in una società che non svolge alcuna attività: può essere assimilato al mio caso, in definitiva avevo fatto degli investimenti per partire con un'attività che non ho mai svolto, tra l'altro nemmeno per mia volontà, ma a causa di un'inadempienza da parte dello stato italiano!!!
PPS Ovviamente chiudendo la partita iva rinuncerei fedinitivamente ad usufruire della deduzione delle perdite subite nel 2011 dagli utili futuri, pazienza.....ma almeno che mi facciano accedere di nuovo al regime dei minimi con la nuova attività....
Grazie mille in anticipo per chi vorrà aiutarmi a fare chiarezza sul mio caso
Pierantonio Fabrizio Maria
ho una domanda che mi attanaglia la mente.
Nel gennaio 2011 ho aperto una partita iva in regime dei minimi e gestione separata inps con l'aspettativa di operare come consulente finanziario indipendente, in base alla normativa europea mifid, recepita in italia. A tal scopo ho sostenuto nel primo esercizio (2011) una serie di costi sia di beni strumentali sia di altro genere, tutti comunque legati all'ufficio che avevo messo in piedi a tale scopo (quindi affitto del locale, spese condominialli e utenze varie, qualcosa di arredo e attrezzature) senza superare cmq i 15000 per la parte di beni strumentali. Tuttavia - esclusivamente a causa del continuo rimanadare da parte del ministero delle finanze della creazione dell'apposito albo previsto dalla normativa italiana (che recepiva quella europea) e dell'istituzione dell'esame di accesso all'albo stesso (è ormai da tre o quattro anni che tutto ciò viene rimandato dal ministero, dicono, a causa di mancanza di fondi), io non ho mai potuto esercitare di fatto l'attività e non ho quindi mai emesso fatture attive di consulenza, ma ho solo sostenuto (nel 2011) dei costi di cui ho scritto sopra, per apprestarmi a svolgere l'attività qualora le cose si fossero sbloccate. A metà 2011 circa (fine agosto) ho lasciato l'ufficio e ho trasferito la sede dell'attività a casa, in modo a non avere più costi, in attesa che si muovesse qualcosa nel 2012. Ora a due anni di distanza mi trovo con una partita iva su cui ho subito solo dei costi (nel 2012 ho consegnato la dichiarazione dei redditi 2011 all'agenzia delle entrate dichiarando una perdita d'esercizio) e vorrei chiuderla, per riaprirla come promotore finanziario (dopo aver superato l'esame, che in questo caso esiste da anni, anche se lo vivo con poco entusiasmo, come ripiego, ma è l'attività che più si avvicina a quella che sognavo di fare), mantenendo la possibilità di accesso al regime dei minimi, visto che la precedente attività non è mai stata effettivamente svolta (nel frattempo ho fatto trading proprietario che è soggetto a tassazione separata alla fonte dalla banca).
Qual'è il vs parere a proposito? Ho fatto male a consegnare una dichiarazione dei redditi 2011 con una perdita? Era meglio dichiarare zero e chiudere l'attività per inattività? Forse avrei potutto accedere nuovamente al regime dei minimi anche come promotore finanziario in tal caso? O possso comunque continuare ad accere al regime dei minimi , visto che ho subito solo una perdita d'esercizio a causa dell'inadempienza del ministero delle finanze in merito alla creazione dell'albo dei consulenti finanziari indipendenti e al relativo esame di stato per accedervi?
La questione è spinosa e complessa, me ne rendo conto, chi mi può aiutare a capire, per favore?
PS Tra l'atro ho letto che tra le deroghe alla causa ostativa di non aver dovuto esercitare nessuna attività nei tre anni precedenti - per accedere al nuovo regime dei minimi (del privilegio) - vi è il caso del socio accomandatario che conferisce solo capitale in una società che non svolge alcuna attività: può essere assimilato al mio caso, in definitiva avevo fatto degli investimenti per partire con un'attività che non ho mai svolto, tra l'altro nemmeno per mia volontà, ma a causa di un'inadempienza da parte dello stato italiano!!!
PPS Ovviamente chiudendo la partita iva rinuncerei fedinitivamente ad usufruire della deduzione delle perdite subite nel 2011 dagli utili futuri, pazienza.....ma almeno che mi facciano accedere di nuovo al regime dei minimi con la nuova attività....
Grazie mille in anticipo per chi vorrà aiutarmi a fare chiarezza sul mio caso
Pierantonio Fabrizio Maria