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cedolare secca contratti uso foresteria

novelleto

Utente
buonasera, in data 01/01/2024 ho stipulato con una società un contratto uso foresteria per 1 anno, optando per il regime dell' IRPEF in quanto l'agenzia delle entrate non accettava nessun altro tipo di tassazione. con la recente sentenza della Corte di Cassazione sentenza n. 12395, depositata l’8 maggio 2024, mi pare si metta la parola fine a una diatriba in essere dal 2011. di fatto viene messo nero su bianco che si può optare anche per il regime della cedolare secca. secondo voi posso avanzare richiesta di variazione della tassazione passando da IRPEF alla cedolare secca relativamennte al contratto in essere dal 1/01/2024? grazie
 
buonasera, in data 01/01/2024 ho stipulato con una società un contratto uso foresteria per 1 anno, optando per il regime dell' IRPEF in quanto l'agenzia delle entrate non accettava nessun altro tipo di tassazione. con la recente sentenza della Corte di Cassazione sentenza n. 12395, depositata l’8 maggio 2024, mi pare si metta la parola fine a una diatriba in essere dal 2011. di fatto viene messo nero su bianco che si può optare anche per il regime della cedolare secca. secondo voi posso avanzare richiesta di variazione della tassazione passando da IRPEF alla cedolare secca relativamennte al contratto in essere dal 1/01/2024? grazie

Si tratta purtroppo di una annosa questione nella quale sono incappato anche io l'anno scorso, dovendo registrare un contratto di fitto in cui il conduttore era una società che aveva esigenze abitative per i propri dipendenti (uso foresteria). Forte della sentenza di Cassazione 12395 del 07/05/2024 ero speranzoso che questa fosse sufficiente, e invece una volta allo sportello mi sono visto negare la registrazione in cedolare secca, vedendomi così costretto a fare la registrazione in regime di tassazione ordinaria e a pagare l'imposta di bollo e l'imposta di registro.

Approfondendo l'argomento, mi è stato poi spiegato che una sentenza di Cassazione fa norma (e quindi la decisione della corte modifica la norma rendendola applicabile a tutti i casi) quando viene emessa a sezioni unite, ma non quando viene emessa da una singola sezione: di conseguenza l'agenzia ha dato seguito alla suddetta sentenza di Cassazione solo per il caso trattato dalla stessa, ma non ha di fatto ritenuto di dover modificare la propria linea interpretativa (perchè di interpretazione si tratta!!), e anzi si incaponisce a considerare le proprie circolari esplicative (in particolare la 26/E del 2011 che usa come mantra assoluto per l'argomento cedolare secca) al di sopra di quanto prevede il codice e una sentenza di Cassazione.

Tornando comunque al mio caso, immediatamente dopo la registrazione ho proposto ricorso in autotutela alla Direzione Provinciale dell'Agenzia delle Entrate presso cui avevo registrato il contratto, e questa mi ha negato sia la registrazione in cedolare secca che il rimborso delle imposte pagate. Ciò nonostante, ho proposto ricorso dinnanzi alla Commissione Tributaria Provinciale che in 1° grado mi ha dato ragione, e nell'accogliere il mio ricorso ha specificato di condividere le motivazioni già espresse nella sentenza di Cassazione 12395/2024. Inutile dire che (come era prevedibile) l'Agenzia delle Entrate ha fatto ricorso in appello che si discuterà nei prossimi mesi.

Nel frattempo, segnalo che sono state di recente depositate ulteriori due sentenze di Cassazione (n.12076 e n.12079 entrambe del 07/05/2025) che trattano del medesimo argomento e sposano le motivazioni già espresse con la sentenza 12395/2024. Sono pertanto speranzoso che la corte di 2° grado rigetti il ricorso fatto dall'Agenzia delle Entrate.
 
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