G
Gio.
Ospite
Sono 48 i documenti che, in nome della sicurezza, tutte le imprese edili devono conservare gelosamente tra gru e ponteggi, pronti ad esibirli alla prima richiesta. Che può arrivare da ben 19 enti, tanti sono gli organismi che hanno accesso ai cantieri con funzioni ispettive.
A fare i conti è stato il comitato paritetico territoriale di Roma, l'organismo bilaterale tra sindacati e imprenditori deputato alla sicurezza e alla formazione dei lavoratori edili.
«L'idea è nata dalla volontà di fornire un servizio, una sorta di vademecum utile soprattutto alle piccole e media realtà del settore» precisa Alfredo Simonetti, il direttore del Cpt. «Ci siamo limitati a mettere insieme tutti gli obblighi di legge, solo in materia di sicurezza, alcuni noti, quali il Piano operativo di sicurezza, altri un po' meno».
Il risultato finale - 48 tra lettere, registri, cartelle sanitarie - ha sorpreso anche loro. «Senza contare che al nostro elenco vanno aggiunti gli ultimi due arrivati, due adempimenti previsti dal decreto Bersani» .-
Si tratta in particolare dei nuovi obblighi connessi all'adozione nei cantieri dei tesserini di riconoscimento dei lavoratori in vigore dal primo ottobre: per le imprese con più di dieci dipendenti bisogna ora conservare la ricevuta firmata dal lavoratore dell'avvenuta consegna del badge e per quelle con meno di dieci dipendenti un registro con le presenze in cantiere.
E siamo così a quota 50. «Possibile che servano davvero 50 documenti solo per affermare e garantire il diritto alla sicurezza dei lavoratori in cantiere»? si chiede polemicamente Bruno Gobbi, segretario generale degli edili di Confartigianato.
«Alcuni poi sono dei doppioni: perché chiedere il certificato della Camera di commercio che è assorbito dal Documento unico di regolarità contributiva?». «Si potrebbe semplificare - gli fa eco Giorgio Russomanno che per la Confartigianato cura l'area Ambiente e sviluppo sostenibile - e il Piano operativo di sicurezza potrebbe contenere già il nome del responsabile del servizio di prevenzione».
Per Gobbi è necessario cambiare e passare da un approccio burocratico e cartaceo a uno invece «fondato sulla prevenzione, l'informazione e la formazione dei lavoratori».
In questo senso, andrebbero valorizzati proprio i Comitati territoriali che possono svolgere «un ruolo importante nell'attuazione dei programmi di aggiornamento tecnico, così come nella formazione di chi lavora nei ponteggi».
Confuso si presenta anche il quadro dei poteri ispettivi: in cantiere in teoria possono entrare praticamente tutti, dai Carabinieri, alla Guardia di Finanza, dall'Inps alla Guardia Forestale. Fortunatamente, è remota la probabilità che "bussino" tutti contemporaneamente.
Non e' che questa giungla di adempimenti a carico delle aziende possa diventare una excamotage per far Cassa in caso di verifica?
Buona giornata a tutti!
A fare i conti è stato il comitato paritetico territoriale di Roma, l'organismo bilaterale tra sindacati e imprenditori deputato alla sicurezza e alla formazione dei lavoratori edili.
«L'idea è nata dalla volontà di fornire un servizio, una sorta di vademecum utile soprattutto alle piccole e media realtà del settore» precisa Alfredo Simonetti, il direttore del Cpt. «Ci siamo limitati a mettere insieme tutti gli obblighi di legge, solo in materia di sicurezza, alcuni noti, quali il Piano operativo di sicurezza, altri un po' meno».
Il risultato finale - 48 tra lettere, registri, cartelle sanitarie - ha sorpreso anche loro. «Senza contare che al nostro elenco vanno aggiunti gli ultimi due arrivati, due adempimenti previsti dal decreto Bersani» .-
Si tratta in particolare dei nuovi obblighi connessi all'adozione nei cantieri dei tesserini di riconoscimento dei lavoratori in vigore dal primo ottobre: per le imprese con più di dieci dipendenti bisogna ora conservare la ricevuta firmata dal lavoratore dell'avvenuta consegna del badge e per quelle con meno di dieci dipendenti un registro con le presenze in cantiere.
E siamo così a quota 50. «Possibile che servano davvero 50 documenti solo per affermare e garantire il diritto alla sicurezza dei lavoratori in cantiere»? si chiede polemicamente Bruno Gobbi, segretario generale degli edili di Confartigianato.
«Alcuni poi sono dei doppioni: perché chiedere il certificato della Camera di commercio che è assorbito dal Documento unico di regolarità contributiva?». «Si potrebbe semplificare - gli fa eco Giorgio Russomanno che per la Confartigianato cura l'area Ambiente e sviluppo sostenibile - e il Piano operativo di sicurezza potrebbe contenere già il nome del responsabile del servizio di prevenzione».
Per Gobbi è necessario cambiare e passare da un approccio burocratico e cartaceo a uno invece «fondato sulla prevenzione, l'informazione e la formazione dei lavoratori».
In questo senso, andrebbero valorizzati proprio i Comitati territoriali che possono svolgere «un ruolo importante nell'attuazione dei programmi di aggiornamento tecnico, così come nella formazione di chi lavora nei ponteggi».
Confuso si presenta anche il quadro dei poteri ispettivi: in cantiere in teoria possono entrare praticamente tutti, dai Carabinieri, alla Guardia di Finanza, dall'Inps alla Guardia Forestale. Fortunatamente, è remota la probabilità che "bussino" tutti contemporaneamente.
Non e' che questa giungla di adempimenti a carico delle aziende possa diventare una excamotage per far Cassa in caso di verifica?
Buona giornata a tutti!