Salve a tutti. Ho un grande e pare irrisolvibile dilemma da sottoporvi. Sno una giovane
rolleyes
psicologa e quasi dottore di ricerca. Dalla laurea in poi ho sempre lavorato, più o meno, e ho sempre avuto contratti come prestazioni occasionali o come co.co.co. (lavoro in prevalenza con università o altri enti pubblici). Con le prestazioni occasionali sono arrivata sempre poco oltre i 5000 euro (da diversi datori). Quest'anno, consultandomi con un commercialista, ho ritenuto opportuno aprire una partita iva: di fatto svolgo attività che si possono ricondurre alla mia professione e con cui mi mantengo (più o meno) e quindi, per la mia interpretazione della legge relativa, ero OBBLIGATA ad aprire la partita iva. Pare che questo non sia vero. E ho avuto molti problemi. Ora, mi potete chiarire le idee? Cioè: io in un anno posso percepire quanti soldi mi pare con prestazioni occasionali eccedenti i 5000 euro e con datori di lavoro differenti (e ovviamente versando i relativi contributi all'Inps), o facendo co.co.co., senza essere obbligata ad aprire la partita Iva? e poi: una volta che l'ho aperta, io posso ancora svolgere attività senza emettere fattura se queste non rientrano nella professione per cui ho aperto la partita iva, giusto? ma chi stabilisce quanto sono collegate? mi spiego: se io sono una psicologa e mi chiamano per suonare un brano di Mozart al piano ovviamente l'attività esula, ma se io sono una ricercatrice e mi chiamano a svolgere attività di tutorato per studenti, il datore di lavoro (università) continua a ripetermi che non rientra nell'attività della partita iva ma come posso essere sicura che anche l'agenzia delle entrate sia d'accordo?
scusate le tante domande ma sono davvero esterefatta stamattina.
grazie di tutto
scusate le tante domande ma sono davvero esterefatta stamattina.
grazie di tutto