L’introduzione del regime agevolato delle assegnazioni dei beni ai soci rende quanto mai attuale la questione di come debbano essere contabilizzate queste operazioni.
La dottrina ha proposto tre metodi principali per la contabilizzazione, nessuno dei quali sembra privo di difetti.
Nel corso dell’esposizione li analizzeremo e li spiegheremo, fornendo numerosi esempi incentrati sulle assegnazioni di immobili, che, in applicazione della norma agevolativa, saranno sicuramente quelle che si verificheranno più di frequente; le analisi che faremo restano valide, comunque, anche per le assegnazioni agevolate di beni mobili registrati e per tutte le assegnazioni non agevolate.
1. Introduzione
2. Tre metodi per la contabilizzazione
2.1 I soggetti interessati
2.2 Il valore di assegnazione
2.2.1 Il valore attribuito dai soci può discostarsi dal valore normale
3. Valore di assegnazione uguale al valore contabile
3.1 Un solo metodo per le scritture
3.2 Restituzione di riserve di capitale
4. Valore di assegnazione superiore al valore contabile
4.1 Metodo del valore contabile
4.2 Metodo della riserva
4.3 Metodo della plusvalenza
5. Valore di assegnazione inferiore al valore contabile
5.1 Metodo del valore contabile
5.2 Metodo della riserva
5.3 Metodo della plusvalenza
6. L’assegnazione di un bene merce
7. Criticità e confronti tra i metodi di contabilizzazione
7.1 La plusvalenza da assegnazione
7.2 La necessità di riserve capienti
7.3 I profili fiscali del metodo della plusvalenza
7.4 La restituzione di riserve di capitale
7.5 Il metodo della riserva senza rivalutazione
Isbn: 9788868053529