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SPESOMETRO 2017: AGGIORNATE DAL FISCO LE FAQ PER LA TRASMISSIONE

3 minuti, Redazione , 12/10/2017

Spesometro 2017: aggiornate dal Fisco le FAQ per la trasmissione

Si avvicina la scadenza per l’invio delle comunicazioni dei dati delle fatture emesse e ricevute nel primo semestre 2017, da effettuare entro il 16 ottobre.

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Tra proroghe e proteste, continua l'odissea dello spesometro 2017. Entro il 16 ottobre dovrà essere spedito lo Spesometro per il primo semestre 2017, nonostante sul sito web "Fatture  e corrispettivi" sia ancora presente l'avviso di problemi nella trasmissione dei dati.

Molti i problemi della trasmissione dei dati e dei numerosi scarti dell’Agenzia a volte immotivati, che imprese e professionisti devono affrontare in questi giorni.
Anche il Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro segnala le difficoltà di inviare i dati quando, ad esempio, un cliente o un fornitore è cessato nei primi mesi dell’anno oppure quando uno stesso fornitore ha emesso più fatture.

Per cercare di chiarire i dubbi nel sito dell’Agenzia si trovano numerose Faq e relative risposte che riguardano le regole di compilazione e di trasmissione del file, ad esempio con riferimento alla trasmissione dei dati, qualora sia presente un errore anche in una sola delle fatture inviate, l’intero file viene scartato, in questo caso l'Agenzia consiglia di ridurre le dimensioni del file, ovvero qualora la gestione delle notifiche di scarto di file molto voluminosi risulti complessa, e⁄o si voglia evitare di trasmettere più volte una grande quantità di dati, si suggerisce di costruire file di dimensioni ridotte (per esempio contenenti le fatture ricevute da un unico fornitore o le fatture emesse nei confronti di un solo cliente). I file possono essere trasmessi singolarmente oppure con un unico invio (si firmano singolarmente e si raccolgono in un archivio compresso [zip], o si firma solo l'archivio), sarà quindi prodotta una notifica per ciascun file, e, in caso di scarto, dovranno essere corretti e trasmessi nuovamente solo i dati dei file scartati.

Dopo i problemi della privacy dei dati, l'Agenzia ha fornito chiarimenti anche su chi possa visualizzare i file sigillati specificando che il sigillo dell'Agenzia delle Entrate equivale, ai fini dell'autorizzazione alla visualizzazione del file, alla firma digitale apposta dall'utente che si è autenticato in Fatture e Corrispettivi. Al file, infatti, viene associato il codice fiscale dell'utente in sessione al momento dell'apposizione del sigillo. In fase di monitoraggio dei file trasmessi, la visualizzazione dei file è permessa all'utente che ha sigillato il file. Chi accede come incaricato, può visualizzare, in base all'opzione scelta ("File firmati da me" o "File firmati dal soggetto incaricante") i file sigillati da lui stesso o quelli sigillati da un utente che ha lavorato in Fatture e Corrispettivi con le credenziali Entratel o Fisconline del soggetto incaricante.

Chiarita inoltre l'ipotesi in cui si sia inviato un file, ma non si riesca a trovarlo con la funzione di monitoraggio dei file trasmessi. L'Agenzia ha specificato che l'elaborazione di un file richiede, normalmente, fino a tre giorni. Finché l'elaborazione non è conclusa, lo stato del file è interrogabile con la funzione di Monitoraggio dei file trasmessi digitando, fra i criteri di ricerca, l'identificativo assegnato al file al momento della trasmissione (mostrato nella banda azzurra che appare nella pagina quando si effettua l'invio). Al termine dell'elaborazione, se è stato possibile individuare il firmatario del file, l'esito della trasmissione è interrogabile utilizzando anche gli altri filtri previsti dalla funzione di ricerca, altrimenti si può verificare lo scarto cercando il file tramite l'identificativo ad esso associato.

Charito anche il caso in cui il file trasmesso risulti scartato, ma non si trovi l’icona per vedere i dettagli. In questa ipotesi, se il file, individuato grazie all'identificativo che gli viene assegnato al momento della trasmissione (mostrato nella banda azzurra che appare nella pagina quando si effettua l'invio), risulta scartato, ma non sono visibili né il nome del file, né l'icona per accedere ai dettagli, significa che non è stato possibile riconoscere il firmatario. In questo caso, lo scarto dipende dal fatto che il file non è stato firmato elettronicamente o è stato firmato con una firma non valida (il certificato è scaduto o si sono verificati errori durante l'acquisizione della firma).

Segui sempre gli aggiornamenti nel Dossier gratuito Spesometro 2017

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Commenti

Fulvio - 17/10/2017

Basta togliere i contanti e hai risolto quasi tutti i problemi. Le transazioni si effettuano caricando/scaricando il conto corrente abbinato alls propia tessera fiscale utilizzando anche un economico smartphone. A fine anno vengono monitorati tutti i codici fiscali, aziende incluse, e sulla differenza tra entrate e uscite si paga una modesta imposta. Così facendo non solo si elimina gran parte dell'evasione, ma anche tanta criminalità.

dawnraptor - 17/10/2017

Poi il primo hacker che passa ti prosciuga il conto senza lasciare traccia... ma almeno hai comunicato tutte le tue spese! Beh, occhio a questa deriva di controllo da parte del Grande Fratello telematico. Io vorrei che rimanesse un brandello della mia privacy. Non è necessario né auspicabile che qualcuno sia in grado di monitorare la mia intera giornata in base ai miei acquisti, dal bar al supermercato al banchetto del mercato, al parrucchiere. Andare verso un sistema di questo tipo ci ingabbia irrimediabilmente, tornare indietro sarebbe difficile. I soldi materiali hanno un costo di gestione, ma la moneta virtuale, con la sua completa tracciabilità, ci espone su maxischermo. Un po' di tempo fa si era fatto gran clamore intorno ad una spedizione su è giù per l'Italia di un gruppo di persone che tentava di viaggiare/vivere senza contanti, pagando con pos qualsiasi cosa. Tutti a salutare come una liberazione dal peso dei soldi, come antidoto all'evasione fiscale, come una conquista della civiltà. Io inorridisco. I soldi sono miei, come li spendo sono affar mio.

Fulvio - 18/10/2017

Porti con te uno smartphone? Navighi col Pc? Hai una smart-tv? Un abbonamento paytv? Hai il telepass? Il comunte telefono fisso? Beh è da anni che sei monitorato su spostamenti, preferenze ecc... Se mi monitorano economicamente io non ho niente da nascondere. Paura degli hacker? Rispondendo hai usato un dispositivo internet: non hai temuto di essere spiato dalla camera frontale dall'hacker di turno? Devo davvero credere che mai hai usato un pagamento on-line o un pos? Va beh, se fosse vero continua a tenere tutti i tuoi soldi sotto il materasso e senza conto corrente. Comunque è solo questione di tempo, forse decine di anni, ma i soldi fisici sono inevitabilmente destinati a sparire. Quando succederà anche chi vorrà prostituirsi pagherà giustamente le imposte, ma ancor meglio in molti non saranno costretti a farlo.

dawnraptor - 18/10/2017

Ma non è questione di non aver niente da nascondere, è che mi sembra di avere il diritto di tenere per me cosa faccio nella giornata. Capisco che molte attività portino a profilazione, ma sono dell'idea che lo stato NON abbia il diritto di sapere cosa faccio nella mia giornata. Avere tante banche dati non interconnesse, anche per usi commerciali, è un discorso. Avere una banca dati unica in cui confluiscano tutte le tue attività è un altro. Questa spinta verso un futuro dematerializzato è anche deumanizzante. Stiamo diventando - per la verità lo siamo da un bel pezzo - solo numeri su uno schermo. La lotta all'evasione fiscale non deve passare per la schedatura del cliente. Anche perché la lotta all'evasione non è l'unico, e forse nemmeno il principale motivo per cui ci schedano. Informazione è potere, per chiunque possa avere accesso a quei dati. Ci sono vari livelli di controllo dei dati e della persona, e stiamo andando verso un futuro di controllo generico a generale finora visto soltanto in certi film di fantascienza. E non è che fossero società proprio felici - per non dire libere, che è un ossimoro. Poi, siamo tutti liberi di pensarla come vogliamo. Io, se posso, pago in contanti e chiedo lo scontrino. Faccio la mia parte. Il resto, sono affari miei.

Miky - 20/09/2017

Domanda: Come devono essere indicati i dati relativi alle somme percepite per la vendita di stupefacenti ? e i compensi per le prestazioni sessuali ? e i proventi di furti o rapine ? e gli incassi relativi al servizio di riporto del carrello della spesa ? Perchè, siccome cercano di eliminare l'evasione fiscale con lo spesometro, ovviamente, anche i percettori di tali somme dovrebbero essere obbligati a segnalarle..... Oppure questo strumento è un "castigo divino" riservato solo a chi lavora in regola, emette fattura, tiene i libri contabili, paga le tasse (statali-regionali-provinciali-comunali e rionali) e alimenta questa economia della carta ?

dawnraptor - 20/09/2017

Ma è semplicissimo: il problema non sussiste. nel nuovo spesometro vanno comunicate esclusivamente le FATTURE. Tutte le attività citate, per come sono esercitate, non prevedono l'emissione della fattura. Ergo, non vanno comunicate. Semplice!

Miky - 21/09/2017

Ahhhh.... Ecco !!! Ho capito cosa devo fare per non subire le vessazioni di questo Stato.... Come non averci pensato prima ?

Sabrina - 20/09/2017

Le schede carburanti e le fatture relative utenze devono essere trasmesse?

Vincenzo - 22/09/2017

I dati delle schede carburanti non essendo una fattura non vanno trasmessi

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