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venditore porta a porta

B

bea

Ospite
Ciao a tutti e buon lunedì mattina.
Ho da porre alla Vs attenzione un paio di domandine sulla disciplina fiscale degli incaricati alle vendite a domicilio.
Mi riferisco in primis alla risoluzione ade n. 18/2006, in cui si prevede l'iscrizione all'iva di questi soggetti per provvigioni nette sopra i 5.000 euro.
Prima domanda: nel caso si restasse sotto questa soglia, come va impostata la ricevuta senza iva? Cioè: come lavoro autonomo occasionale, del tipo
euro 5.000 provv -
rit. acconto 20% =
netto 4.000,
oppure
euro 6.410,00 provv lorde -
detraz spese forfetarie 22%=
provv nette euro 5.000 -
rit d'imposta 23%?
A parte che in un caso la ritenuta è di acconto e nell'altro è a titolo definitivo, perchè applicare un metodo piuttosto che un altro, visto che si tratta sempre di prestazione occasionale?
Secondo quesito: una volta superata la soglia dei 6.410,00 euro di provv lorde, il soggeto deve essere iscritto all'Iva. Con che codice attività? Deve essere iscritto in CCIAA?
Terzo quesito: come va impostata una fattura di vendita? Io farei così ma non so se va bene:
provv lorde 10.000 euro-
detraz forfetaria spese 22%=
provv nette euro 7.800,00 +
iva 20%=
totale fattura euro 9.360,00-
rivalsa inps 6,07% su 7.800-
ritenuta 23% su 7.800.
Che ne pensate?
Quarto quesito:
essendo prevista una detrazione forfetaria di spese, deduco di non poter detrarre iva e costi delle fatture di acquisto. Visto che la dichiarazione iva va presentata, voi le registrereste comunque?
Scusate se mi sono dilungata un po' troppo, ma ho bisogno di un consiglio perchè devo indirizzare un cliente e non abbiamo mai avuto in gestione questo tipo di soggetti.
Ultima cosa: se doveste dare un cosiglio, meglio l'inquadramento porta a porta oppure il regime delle nuove iniziative prod.ve come agente rappresentante? Parlo in termini fiscali, perchè dal punto di vista previdenziale mi rendo conto che è completamente diverso!
Grazie a tutti
 
B

bea

Ospite
ripropongo: venditore porta a porta

Autore: bea (---.fastres.net)
Data: 22-Mag-2006 08:45

Ciao a tutti e buon lunedì mattina.
Ho da porre alla Vs attenzione un paio di domandine sulla disciplina fiscale degli incaricati alle vendite a domicilio.
Mi riferisco in primis alla risoluzione ade n. 18/2006, in cui si prevede l'iscrizione all'iva di questi soggetti per provvigioni nette sopra i 5.000 euro.
Prima domanda: nel caso si restasse sotto questa soglia, come va impostata la ricevuta senza iva? Cioè: come lavoro autonomo occasionale, del tipo
euro 5.000 provv -
rit. acconto 20% =
netto 4.000,
oppure
euro 6.410,00 provv lorde -
detraz spese forfetarie 22%=
provv nette euro 5.000 -
rit d'imposta 23%?
A parte che in un caso la ritenuta è di acconto e nell'altro è a titolo definitivo, perchè applicare un metodo piuttosto che un altro, visto che si tratta sempre di prestazione occasionale?
Secondo quesito: una volta superata la soglia dei 6.410,00 euro di provv lorde, il soggeto deve essere iscritto all'Iva. Con che codice attività? Deve essere iscritto in CCIAA?
Terzo quesito: come va impostata una fattura di vendita? Io farei così ma non so se va bene:
provv lorde 10.000 euro-
detraz forfetaria spese 22%=
provv nette euro 7.800,00 +
iva 20%=
totale fattura euro 9.360,00-
rivalsa inps 6,07% su 7.800-
ritenuta 23% su 7.800.
Che ne pensate?
Quarto quesito:
essendo prevista una detrazione forfetaria di spese, deduco di non poter detrarre iva e costi delle fatture di acquisto. Visto che la dichiarazione iva va presentata, voi le registrereste comunque?
Scusate se mi sono dilungata un po' troppo, ma ho bisogno di un consiglio perchè devo indirizzare un cliente e non abbiamo mai avuto in gestione questo tipo di soggetti.
Ultima cosa: se doveste dare un cosiglio, meglio l'inquadramento porta a porta oppure il regime delle nuove iniziative prod.ve come agente rappresentante? Parlo in termini fiscali, perchè dal punto di vista previdenziale mi rendo conto che è completamente diverso!
Grazie a tutti
 
B

BEA

Ospite
Ciao a tutti e buon lunedì mattina.
Ho da porre alla Vs attenzione un paio di domandine sulla disciplina fiscale degli incaricati alle vendite a domicilio.
Mi riferisco in primis alla risoluzione ade n. 18/2006, in cui si prevede l'iscrizione all'iva di questi soggetti per provvigioni nette sopra i 5.000 euro.
Prima domanda: nel caso si restasse sotto questa soglia, come va impostata la ricevuta senza iva? Cioè: come lavoro autonomo occasionale, del tipo
euro 5.000 provv -
rit. acconto 20% =
netto 4.000,
oppure
euro 6.410,00 provv lorde -
detraz spese forfetarie 22%=
provv nette euro 5.000 -
rit d'imposta 23%?
A parte che in un caso la ritenuta è di acconto e nell'altro è a titolo definitivo, perchè applicare un metodo piuttosto che un altro, visto che si tratta sempre di prestazione occasionale?
Secondo quesito: una volta superata la soglia dei 6.410,00 euro di provv lorde, il soggeto deve essere iscritto all'Iva. Con che codice attività? Deve essere iscritto in CCIAA?
Terzo quesito: come va impostata una fattura di vendita? Io farei così ma non so se va bene:
provv lorde 10.000 euro-
detraz forfetaria spese 22%=
provv nette euro 7.800,00 +
iva 20%=
totale fattura euro 9.360,00-
rivalsa inps 6,07% su 7.800-
ritenuta 23% su 7.800.
Che ne pensate?
Quarto quesito:
essendo prevista una detrazione forfetaria di spese, deduco di non poter detrarre iva e costi delle fatture di acquisto. Visto che la dichiarazione iva va presentata, voi le registrereste comunque?
Scusate se mi sono dilungata un po' troppo, ma ho bisogno di un consiglio perchè devo indirizzare un cliente e non abbiamo mai avuto in gestione questo tipo di soggetti.
Ultima cosa: se doveste dare un cosiglio, meglio l'inquadramento porta a porta oppure il regime delle nuove iniziative prod.ve come agente rappresentante? Parlo in termini fiscali, perchè dal punto di vista previdenziale mi rendo conto che è completamente diverso!
Grazie a tutti
 
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