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Turner - a Ferrara fino al 22 febbraio -

Luigia

Amministratore
Artefice di una autentica rivoluzione pittorica, Turner ha dato vita ad una tipologia di paesaggio che ha aperto la strada alle correnti moderne della pittura europea. La mostra al palazzo dei Diamanti di Ferrara.
Ecco come viene presentato l'artista nel sito del Palazzo dei diamanti:
"Turner è considerato uno dei massimi pittori inglesi e uno tra i più importanti esponenti del Romanticismo. Nei 76 anni della sua vita, che coincisero con un'epoca di grandi trasformazioni politiche, sociali e culturali – basti pensare alle guerre napoleoniche e alla rivoluzione industriale – egli ha sempre guardato con curiosità e interesse alla realtà del suo tempo, reinterpretandola con una vena visionaria e radicale. Muovendo dalla lezione dei maestri antichi egli ha letteralmente rivoluzionato il genere del paesaggio, offrendo un esempio per generazioni di artisti ben oltre la soglia del Novecento.

Una personalità così geniale crebbe, sorprendentemente, in un ambiente relativamente modesto. Turner nacque nel 1775 a Londra, nel quartiere popolare di Covent Garden, e, in seguito alla malattia della sorella, venne affidato ad uno zio materno residente a Brentford, il quale lo iscrisse alla scuola locale, dove il ragazzo ebbe la sua unica istruzione regolare. All'età di quattordici anni Turner scoprì la propria vocazione artistica, trovando un sostegno nel padre, barbiere a Covent Garden, e si iscrisse alla Royal Academy School, lavorando contemporaneamente nello studio dell'architetto e topografo Thomas Malton. Inoltre, il giovane e ambizioso talento non perdeva occasione per estendere la propria cultura letteraria e visiva, studiando gli autori classici e visitando mostre, aste e importanti collezioni private, grazie ai precoci contatti stabiliti con grandi mecenati favoriti dalle conoscenze del padre. In questo periodo egli iniziò a viaggiare durante il periodo estivo per realizzare studi di paesaggio dal vero, un'abitudine che avrebbe mantenuto sino in età avanzata: le sue prime destinazioni furono l’Inghilterra, il Galles e la Scozia.

Turner esordì con un acquerello all'esposizione della Royal Academy del 1790 e, nel 1796, vi presentò il suo primo dipinto ad olio. A partire da questa data egli mancò raramente questo prestigioso appuntamento, che gli consentì di ottenere importanti riconoscimenti pubblici, primo fra tutti l'elezione a membro della Royal Academy, nel 1802, all'età di soli ventisette anni. Un altro fondamentale riconoscimento gli venne nel 1811, quando fu nominato professore di prospettiva presso la stessa istituzione, incarico che gli offrì l'opportunità di approfondire i diversi problemi teorici legati alla pittura di paesaggio.

Nel frattempo, nel 1802, Turner viaggiò per la prima volta nel continente. La pace di Amiens tra Inghilterra e Francia gli permise, infatti, di attraversare la Manica, di visitare Parigi e di studiare i maestri del passato al Louvre. Di qui egli si diresse verso le Alpi e la Valle d'Aosta, dove ebbe il suo primo contatto diretto con l’Italia. I disegni abbozzati nei suoi taccuini gli offrirono, al rientro a Londra, una preziosa fonte di ispirazione per dipinti ed acquerelli, per merito dei quali raccolse i primi importanti successi alle esposizioni londinesi. Dal 1804 Turner poté inoltre moltiplicare le occasioni per esporre il proprio lavoro, grazie all’apertura di una propria galleria.
Con la fine delle guerre napoleoniche si aprì finalmente la possibilità di organizzare un lungo viaggio in Italia. Partito da Londra nell'estate del 1819, Turner visitò diverse località italiane, tra cui Torino, Milano, i laghi, Brescia, Verona, Padova, Venezia, Bologna, Rimini, Ancona, Loreto, Spoleto, Civita Castellana, Roma, Napoli, Paestum, Firenze. Questo secondo e più approfondito soggiorno nella penisola lasciò un'impronta profonda nella sua pittura, che di qui in avanti si arricchì della luce e dei colori conosciuti in Italia, suscitando talvolta sconcerto nei cronisti contemporanei.
A partire dagli anni Venti Turner dedicò molte energie alla realizzazione di illustrazioni per prestigiosi progetti editoriali, un'attività che lo aveva impegnato sin dalla fine del Settecento, e che ora si era notevolmente intensificata, contribuendo enormemente a diffondere la sua notorietà.

Nel 1828 Turner compì un terzo viaggio in Italia, fermandosi soprattutto a Roma. Qui egli trascorse uno dei periodi più felici della sua esistenza: nominato membro dell’Accademia di San Luca, egli condusse un'intensa vita sociale, a contatto con l'ambiente artistico romano e con la pittoresca comunità di stranieri ivi residenti, senza per questo trascurare il lavoro, di cui rimane testimonianza in un importante nucleo di dipinti e bozzetti. Altrettanto fondamentali furono gli ultimi due soggiorni italiani, dedicati a Venezia e al paesaggio lagunare. Questi produssero degli effetti duraturi e irreversibili nell'opera di Turner, che di qui in avanti appare concentrata sullo studio della luce e dei fenomeni atmosferici e sulla sperimentazione di gamme brillanti di colore puro, con esiti magici e quasi astratti. Sono le opere decantate da John Ruskin nel volume sui pittori moderni apparso nel 1843, nel quale Turner viene celebrato come il più grande esponente dell’arte moderna.

Insignito delle più alte onorificenze, nominato Presidente della Royal Academy nel 1845, nella tarda maturità Turner godette di una fama straordinaria, che, dopo la sua morte, non avrebbe cessato di crescere.
In questa fase estrema della sua vita la scomparsa del padre e degli amici più stretti contribuì a sviluppare in lui una vena di pessimismo, che lo indusse ad isolarsi nella villa di Cheyne Walk, senza tuttavia soffocare il suo desiderio di viaggiare attraverso il continente – fino al 1845 – e di dedicarsi alla pittura.
Turner si spense nel 1851 e venne sepolto nella cripta della cattedrale di St Paul."
Turner e l'Italia - L'artista
 
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