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Regime dei minimi 2012 e fatturazione

Ylenia

Utente
Salve,

sono una ragazza di 25 anni che sta per addentrarsi nel mondo del regime dei Minimi 2012.

Ciò che vorrei capire esattamente è come comportarmi riguardo le fatture in entrata ed in uscita.

Bazzicando nei vari forum e siti, ho riscontrato un facsimile comune riguardante le fatture in uscita e si presenta così:


Imponibile € 1000,00
Rivalsa parziale INPS 4% (facoltativo) € 40,00
Imposta di Bollo (facoltativa) € 1,81
Netto a pagare € 1041,81


IVA non applicabile ai sensi dell'art. 1,comma 100, della L. 24/12/2007 n. 244
Compenso non assoggettato a ritenuta d'acconto ai sensi dell'art. 27 del D.L. n. 98 del 06.07.2011

Imposta di bollo assolta sull'originale. ID 012345678910



Questa è la forma più comune e più ricorrente, essendo esente da Iva, da Ritenuta d'Acconto e con la possibilità di applicare la Rivalsa dell'INPS. L'imposta di bollo di 1,81€ è ovviamente obbligatorio applicarla, in quanto l'imponibile è superiore ai famosi 77,47€, ma è facoltativa la scelta di aggiungerla all'imponibile.


Riguardo però le fatture d'acquisto, non ho trovato davvero nulla e ciò che mi domandavo era:

Essendo io esente da Iva e da Ritenuta d'Acconto, che tipo di fattura devo richiedere al mio fornitore? (es: Buffetti)


Imponibile € 100,00
Rivalsa parziale INPS 4% (facoltativo) € 4,00
Netto a pagare € 104,00


IVA non applicabile ai sensi dell'art. 1,comma 100, della L. 24/12/2007 n. 244
Compenso non assoggettato a ritenuta d'acconto ai sensi dell'art. 27 del D.L. n. 98 del 06.07.2011

Imposta di bollo assolta sull'originale. ID 012345678910



Oppure una fattura di questo tipo?


Imponibile € 100,00
IVA 20% € 20,00
Netto a pagare € 120,00



In questo caso però pagherei dell'IVA che poi non posso detrarre essendo esente, per cui, dove va a finire? E come mi devo comportare?



Qualcuno può aiutarmi a districare questa grande matassa di confusione?


Grazie
Ylenia
 

Rocco

Utente
Per le fatture di acquisto riceverai le fatture così come le ricevono tutti i contribuenti al di là del regime fiscale adottato.
In qualità di contribuente minimo, pagherai l'IVA al fornitore ma non potrai portarla in detrazione: ciò significa che l'IVA si aggiunge al costo.
Ad es. se il fornitore ti fattura 100 euro + IVA, te pagherai al fornitore 121 euro e dunque avrai sostenuto un costo di 121 euro (il contribuente "non minimo", invece nel caso de quo sosterrebbe un costo di 100 euro mentre porterà in detrazione dall'IVA sulle (sue) fatture emesse 21 euro a titolo di IVA sugli acquisti).
Ciao.
 

marioboc

Utente
Mi aggiungo a questo thread perché non ho trovato altrove argomenti coerenti col mio quesito e per la sollecita risposta fornita dall’utente Senior al quesito precedente.
Il mio quesito:

Per un pagamento effettivamente fattomi nel 2012:
- ho emesso una fattura nel novembre 2011 (so che è strano ma è così, la p.a. pagatrice ci ha messo un bel po’ a pagare).
- in fattura indicai una ritenuta d’acconto del 20% perché ritenevo di non rientrare nel novello regime dei minimi ... che faceva scendere la ritenuta d’acconto a 0 (e l’imposta dovuta in sede di dichiarazione al solo 5%).
Successivamente i chiarimenti AGE hanno mostrato che avevo diritto a rientrare nel regime dei minimi. Dunque in fattura avrei potuto azzerare la ritenuta (e pagare il 5% nella dichiarazione dei redditi 2013 relativa ai redditi “incassati” nel 2012).
Sto cercando di risolvere la situazione. Posso fare in questo modo?:
Emettere ora una nota di variazione con la quale annullo la fattura del 2011 perché emessa nel periodo di imposta sbagliato (2011 invece di 2012) o perché mi è stata ritenuta un imposta eccessiva (20% invece di 0 ? Contestualmente riemettere fattura corretta datata 2012.

Domanda aggiuntiva: il soggetto pagatore è una p.a. e ha già versato la ritenuta trattenutami. Mi hanno detto che desidererebbero non chiedere la restituzione della ritenuta versata perché procedura alquanto complessa.
Per evitare ciò mi è stato consigliato di fare così: nota di variazione e nuova fattura datata 2012 ma con ritenuta d’acconto del 20% (invece che 0%) cioè pari a quella già versata dalla p.a. (che dunque eviterà di chieere la restituzione) e poi, nella dichiarazione 2013, andare a credito rispetto al solo 5% effettivamente dovuto in tale sede… recuperando il 15% nel corso degli anni successivi. Ritiene legittima questa soluzione?
Cioè posso emettere una fattura con ritenuta 20% pur se sono consapevole che mi spetta 0% e poi mantenere il diritto a compensare tale eccesso di trattenuta in sede di dichiarazione dei redditi ?
scusandomi per la lunghezza porgo cordiali saluti
 
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