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prestazione lavoro occasionale

F

Federico

Ospite
<HTML>Gentili signori, vorrei da voi un consiglio di tipo fiscale.
Ho eseguito un lavoro di compilazione di alcuni documenti per una società e vorrei farmi pagare come una prestazione di lavoro occasionale, sia perchè sono impiegato in una società e sia perchè effettivamente non penso per questo anno di fare altri lavori di questo tipo. Il lavoro è durato circa 6 mesi ed il compenso è di 10.000 euro (circa 20 milioni delle vecchie lire).
La società mi ha avvisato che si tratta di una cifra rilevante per un lavoro occasionale e che potremmo avere dei problemi con il fisco. Secondo loro sarebbe meglio che aprissi una partita IVA , cosa che non vorrei fare per non complicarmi la vita e magari avere qualche problema con la mia attuale ditta.
Mi sarebbe utile avere un parere basato sulla vostra esperienza, cioè è così inusuale un reddito di lavoro occasionale di 10000 euro? Quali rischi eventualmente correrei?
Vi ringrazio come la solito della vostra gentile collaborazione
F. D.</HTML>
 
A

Athos

Ospite
<HTML>

non è un problema fiscale.......

è un problema previdenziale e di dititto del lavoro....

un lavoro di compilazione di documenti che è durato in media 6 mesi ha ben poco di occasionale....

oltretutto non conviene neanche a te ....

la prestazione occasionale farebbe "cumulo " con il tuo reddito di lavoro dipendente e dei 10.000 € lordi in tasca te ne resterebbero circa ....6600

tra lavoro dipendente e partita iva è facile che ci sia un problema di conflitto di interesse.... (dipende dal datore di lavoro)</HTML>
 
M

mauro

Ospite
<HTML>in teoria è possibile effettuare delle prestazioni occasionali per un importo di euro 10.000.
E' da tener presente che le prestazioni occasionali, oltre a quello che si può ragionevolmente intendere dal tenore letterale della parola, accolgono nel loro ambito, tutte quelle svolte non sottoforma di lavoro subordinato, e non collab. coordinate e continuative.
inoltre aprire oggi una p.iva per prestazioni che in futuro non verranno fatte è un controsenso.</HTML>
 
A

Athos

Ospite
<HTML>accolgono nel loro ambito, tutte quelle svolte non sottoforma di lavoro subordinato, e non collab. coordinate e continuative.

prova a spiegarlo.......quando ricevi una ispezione dell'ispettorato del lavoro........e poi mi dici che ne pensano


la prestazione occasionale....

primo è saltuaria

secondo è un lavoro di concetto assolutamente di natura autonoma e senza nessun vincolo di subordinazione......

Nessuno puo ordinarti...nulla...od obbligarti a fare qualsiasi cosa....perchè il collaboratore occasionale è un lavoratore autonomo.

se lo fai ...ti becchi una vertenza....e ti assicuro che la perdi...

ed è solo per questo motivo che quella ditta (giustamente) si oppone!!!!!</HTML>
 
F

Federico

Ospite
<HTML>Vorrei chiarire che nel mio caso si tratta veramente di un lavoro occasionale (tanto che normalmente sono impiegato in una società e svolgo un lavoro diverso) che mi è stato procurato da una persona che non aveva la possibilità di poterlo svolgere in proprio nei tempi richiesti. Inizialmente , quando mi è stato affidato sembrava che non ci fosse alcuna difficoltà, secondo la ditta non c'erano alcuni limiti alla retribuzione nel rapporto occasionale.Nella ditta del commitente non ci sono mai stato , ho ricevuto istruzioni ed inviato il lavoro con posta elettronica.... poi quando si è trattato di dovermi pagare sono iniziati i ripensamenti . Per le informazioni che avevo avuto da altri conoscenti questo tipo di rapporto sembra abbastanza diffuso anche se per importi mediamente sotto ai 5000 euro. Per questo ho inviato il messaggio al forum per capire se effettivamente nella prassi è una cosa inusuale o se si tratta di un atteggiamento strumentale della ditta per indurmi a chiedere di meno o dilazionare il pagamento.
Federico</HTML>
 
P

paolo mi

Ospite
<HTML>Precisiamo innanzitutto che nel nostro ordinamento non c'è una definizione di occasionalità. Infatti la teorica aziendalistica, conformandosi alle disposizioni del codice civile (l'art 2082 parla di professionalità), si è dilungata nel definire tale concetto.

Nella prassi pertanto, in via residuale, lapalissianamente, definiamo occasionale tutto ciò che non è continuativo.

Laddove la giurisprudenza è intervenuta al riguardo, è stata molto severa e rigorosa nei confronti di coloro che dichiaravano le proprie prestazioni "occasionali", sottraendosi ad incombenze più impegnative previste dalla legge.

Esemplare al riguardo è il caso dei promotori di polizze assicurative: la Cassazione, nel condannare penalmente i soggetti, ritenne che era sufficiente l'esecuzione di due servizi in un anno solare, per sottoporre il produttore all'obbligo di aprire la partita iva. (teniamo presente che addirittura queste prestazioni sono esenti da iva, art 10).

Riguardo al caso esposto dal nostro amico Federico, nel sottolineare che non è possibile aprire una partita iva postuma (solo per fatturare), poichè essa va richiesta nei trenta giorni successivi all'inizio dell'attività (vero che la tardiva apertura può esistere ed essere lentita dal ravvedimento operoso), non ritengo che vi siano gli estremi della professionalità, ossia l'organizzazione, seppur minima volta a realizzare nel prosieguo questo tipo di attività.
Riguardo al rapporto di lavoro dipendente o co.co. co., devono esservi i presupposti oggettivi affinché giuridicamente si possa configurare fisionomicamente la suddetta fattispecie.

La posizione di Federico pertanto andrebbe attentamente analizzata con l'aiuto di un commercialista che possa profondere la propria competenza ed esperienza in materia, sentendo le due parti.

Infine, precisiamo che non è l'importo a caratterizzare l'occasionalità: Se per esempio venissi a sapere che il nostro amico Athos deve vendere un fabbricato del valore di qualche miliardo e, conoscendo un possibile acquirente, li mettessi in contatto, la provvigione potrebbe ammontare anche a qualche centinaio di milioni di vecchie lire. Nessuno potrebbe negare che questa prestazione sia occasionale.

ciao</HTML>
 
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