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Parere gestione lavoratore italiano all'estero

Buonasera,
da poco sono stata assunta in un'azienda per gestire l'amministrazione del personale.
In ufficio siamo solamente in due io e l'hr manager (il quale però non ha assolutamente competenze 'tecniche'); arrivate tutte e due da poco dopo (io 1 anno, lei 1 e mezzo) vari 'riassetti' aziendali.
Ci siamo trovate a gestire situazioni pregresse, in precedenza gestite in maniere poco ortodossa...

Nello specifico del caso:

- lavoratore con doppia cittadinanza italiana/croata, residente in Italia (con famiglia stabilmente residente in Italia e abitazione di proprietà sempre in Italia),

- assunto specificatamente (scritto chiaramente nel contratto di assunzione) come plant manager di uno stabilimento della ditta in Croazia,

- assunto con contratto italiano e con cedolino/retribuzione della nostra ditta italiana e su matricola inps italiana (non su matricola per distaccati). Contributi pagati in Italia perché ovviamente vuole la pensione italiana essendo molto più alta di quella croata,

- casa pagata per lui dall'azienda in Croazia. Qualche volta viene giù il weekend dalla famiglia, qualche volta vanno su loro (soprattutto se è bel tempo perché sono vicini al mare). Idem per quando è in ferie. Diciamo che, comunque, minimo una volta al mese torna in Italia quando non lavora.

A parte che era inquadrato come primo livello e visto che è responsabile di un intero sito produttivo lo abbiamo passato a quadro.
Con la precedente gestione era stato gestito come distaccato (con tanto di A1 e PdA1) e per la tassazione gli era stata applicata l'imponibile convenzionale per i lavoratori all'estero.

I miei dubbi sono:

1) il distacco mi sembra assurdo visto che lui è stato assunto specificatamente per lavorare su quello stabilimento e solo in funzione di quello (ovviamente con la clausola che saltuariamente potrebbe recarsi presso altri sedi aziendali in virtù della sua funzione lavorativa). Quindi le comunicazioni di distacco le lascerei proprio perdere,

2) E' corretto trattarlo fiscalmente come lavoratore italiana all'estero e quindi per la tassazione applicargli l'imponibile convenzionale stabilito di anno in anno? Io riterrei di sì perché effettivamente lavora all'estero per ben più di 183 giorni sia nell'anno solare sia nell'arco di 12 mesi, la sede dei suoi interessi e la residenza sono sicuramente in Italia,

3) In riferimento sempre all'imponibile convenzionale è possibile applicarlo anche al livello quadro. Cercando le tabelle annuali? io ho trovato solo fino al primo livello impiegato con funzioni direttive.

Grazie mille
Valentina
 
Buonasera,

Io credo che il contratto di assunzione poteva essere formulato meglio, però se si vuole mantenere una posizione assicurativa in Italia, sicuramente occorre adottare la formula del distacco in quanto, in assenza di "legame organico" tra impresa distaccante e lavoratore distaccato, vengono meno i requisiti che giustificano il rapporto assicurativo qui in Italia. Quindi concordo sulla la linea adottata dalla precedente gestione.

Occorre inoltre evidenziare che il distacco comunitario ha dei precisi ambiti temporali che in questo caso devono essere contenuti in 24 mesi.

Trattandosi di lavoratore distaccato residente in Italia, si deve applicare la normativa contenuta nell'articolo 51 comma 8 bis del Tuir, che prevede appunto l'applicazione delle retribuzioni convenzionali. Rammento che l'imponibile fiscale deve essere determinato sulle retribuzioni convenzionali, mentre invece quello previdenziale deve essere calcolato sulle retribuzioni reali, essendo la Croazia Paese UE.

In questa sede non posso verificare la tabella delle retribuzioni convenzionali in quanto non ha specificato il settore di appartenenza.


Saluti.


Luigi Rodella
 
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