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Lavoro remoto e contributi

Elisa1950

Utente
Buongiorno, volevo chiedere lumi su una questione particolare.
Ingegnere, regolarmente iscritto ad Inarcassa con partita iva, viene assunto come dipendente a tempo indeterminato, da una azienda con sede in Austria, per lavorare da remoto in Italia . Posto che viene a cadere l'iscrizione a Inarcassa, ai fini contributivi come ci si deve comportare? E' vero, come mi sembra di ricordare di aver letto, che, poichè l'ingegnere resta residente in Italia, l'azienda austriaca deve qui nominare un rappresentante previdenziale che adempia a tutti gli obblighi compresa la presentazione del modello 770?
Oppure i contributi vengono versati in Austria e saranno oggetto di pensione austriaca?
Grazie a tutti per gli eventuali aiuti
Elisa
 
L'articolo 7 dello statuto INARCASSA prevede che: L'assoggettamento ad altra forma di previdenza obbligatoria, sia essa gestita da Inps - ivi compresa la Gestione Separata qualora l'attività in concreto esercitata non sia riconducibile a quella professionale (come chiarito dalla circolare INPS n°72)– sia da Enti Previdenziali Privatizzati (Dl. 509/1994) o da Enti Previdenziali Privati (L.103/1990), comporta l’esclusione dall’iscrizione a Inarcassa.

Ritengo che se il lavoro viene svolto in Italia, anche per i contributi vale il principio della territorialità, per cui l'azienda dovrebbe iscriversi all'Inps qui in Italia. Al momento i cui l'azienda procede all'iscrizione, non avendo una sede potrebbe non essere sostituto d'imposta; in questo caso il lavoratore dovrebbe provvedere autonomamente al versamento dei tributi, per cui non dovrebbe certificare nel 770 le imposte, mentre, essendo assicurata all'Inps dovrebbe certificare la parte previdenziale, rilasciando anche la CU.

Se i contributi non vengono versati in Italia, ma in Austria, i medesimi potranno essere totalizzati al momento in cui il soggetto richiederà la prestazione pensionistica.

Saluti.

Luigi Rodella
 
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