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Maria11111
Ospite
Ciao a tutti e scusate il titolo provocatorio.
Sto pensando di aprire una partita IVA e ho scoperto che dovrei versare almeno 3800€ all'anno di Inps nella gestione commercianti e artigiani.
La mia domanda è questa: da un punto di vista economico conviene versare i contributi previdenziali? A me sembra proprio di no.
Se non fosse obbligatorio, io non lo farei e impiegherei quel denaro diversamente.
Vi spiego quale ragionamento ho fatto.
Se dovessi versare 3800€ all'anno per 35 anni (mi tengo bassa), alla fine della carriera ho dato all'Inps oltre 133.000€.
Se mi danno una pensione di 1000€ al mese (forse ne danno anche meno), vuol dire che in un anno prenderei 13.000€ di pensione (con la tredicesima e senza considerare la tassazione) .
Facendo 133.000/13.000 viene fuori 10,23! Questo significa che devono passare ben 10 anni prima di rientrare nel capitale versato all'Inps!
Non vi sembra una fregatura? Il conteggio l'ho fatto con numeri ottimistici, perché sicuramente serviranno almeno 40 anni di contributi, quindi il risultato sarà peggiore. Se uno smette di lavorare a 67 anni, fino a 77 anni riprende dall'Inps i soldi che ha già pagato. Dal 78° anno (se ci arriva...) comincerà a "guadagnarci".
È proprio così o è sbagliato il mio ragionamento? Mi piacerebbe confrontarmi con persone esperte in materia.
Ovviamente il discorso non è contro l'Inps, ma contro l'attuale meccanismo previdenziale. Un discorso analogo si può fare per la cassa forense o quella dei commercialisti.
Quella del collegio dei ragionieri poi è preoccupante: se i ragionieri non esistono più e gli esperti contabili sono poche unità, chi pagherà le pensioni degli esperti contabili quando saranno anziani se tutti i soldi versati nella cassa previdenziale servono per pagare le attuali pensioni dei vecchi ragionieri in pensioni? Non vorranno mica accorparla alla cassa previdenziale dei commercialisti???
Che ne pensate?
Sto pensando di aprire una partita IVA e ho scoperto che dovrei versare almeno 3800€ all'anno di Inps nella gestione commercianti e artigiani.
La mia domanda è questa: da un punto di vista economico conviene versare i contributi previdenziali? A me sembra proprio di no.
Se non fosse obbligatorio, io non lo farei e impiegherei quel denaro diversamente.
Vi spiego quale ragionamento ho fatto.
Se dovessi versare 3800€ all'anno per 35 anni (mi tengo bassa), alla fine della carriera ho dato all'Inps oltre 133.000€.
Se mi danno una pensione di 1000€ al mese (forse ne danno anche meno), vuol dire che in un anno prenderei 13.000€ di pensione (con la tredicesima e senza considerare la tassazione) .
Facendo 133.000/13.000 viene fuori 10,23! Questo significa che devono passare ben 10 anni prima di rientrare nel capitale versato all'Inps!
Non vi sembra una fregatura? Il conteggio l'ho fatto con numeri ottimistici, perché sicuramente serviranno almeno 40 anni di contributi, quindi il risultato sarà peggiore. Se uno smette di lavorare a 67 anni, fino a 77 anni riprende dall'Inps i soldi che ha già pagato. Dal 78° anno (se ci arriva...) comincerà a "guadagnarci".
È proprio così o è sbagliato il mio ragionamento? Mi piacerebbe confrontarmi con persone esperte in materia.
Ovviamente il discorso non è contro l'Inps, ma contro l'attuale meccanismo previdenziale. Un discorso analogo si può fare per la cassa forense o quella dei commercialisti.
Quella del collegio dei ragionieri poi è preoccupante: se i ragionieri non esistono più e gli esperti contabili sono poche unità, chi pagherà le pensioni degli esperti contabili quando saranno anziani se tutti i soldi versati nella cassa previdenziale servono per pagare le attuali pensioni dei vecchi ragionieri in pensioni? Non vorranno mica accorparla alla cassa previdenziale dei commercialisti???
Che ne pensate?