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Bonus 110%

Gradirei che qualcuno potesse confermare o smentire quanto ,a volte con leggerezza,viene propagandato da amministratori e imprese circa il costo zero con i lavori rientranti nei parametri del bonus 110%.Al momento non conosco nessun condomino che non abbia regolarmente pagato i lavori.Qual'e' la verita?
Inoltre nel caso in cui fossero deliberati i lavori con bonus 110% per le aree comuni ci si puo'eventualmente sottrarre e non aderire a quelli proposti per le singole unita'immobiliari?
 

archspf

Utente
Non esistono verità assolute ma situazioni che vanno valutate caso per caso. Esistono innanzitutto degli approcci di metodo (competenza e professionalità) e deontologici (cura interessi del committente e buona prassi) che possono aiutare a raggiungere un obbiettivo. Tuttavia non è detto, soprattutto a priori, che tale obbiettivo possa coincidere sempre, con un reale costo Zero del progetto di Superbonus.
Questo perché le variabili da considerare sono molteplici e possono essere ad esempio:
  • natura e complessità del progetto
  • sviluppo e completezza dell'intervento
  • tipologia e caratteristiche dell'immobile (dimensione, estensione, stato di conservazione)
  • andamento del mercato (volatilità dei prezzi praticati da imprese e fornitori)
  • razionalizzazione delle opportunità (equilibrio tra necessità tecniche e richieste specifiche)
  • rispetto degli obblighi normativi (requisiti)
  • ottimizzazione del beneficio economico-prestazionale (bilancio economico delle soluzioni tecniche)
  • limiti applicativi e temporali
Personalmente su oltre 50 Studi di Fattibilità realizzati, solo circa la metà delle commesse è risultata idonea a perseguire gli obbiettivi utilizzando il Superbonus (molti erano pretesti dei committenti, altri situazioni oggettivamente impraticabili, altri ancora carenti nei requisiti di accesso) come motore dell'operazione: di questi appena 15 sono stati i cantieri che hanno portato ad un risultato di completezza ed integrazione di interventi, tali anche da non determinare costi a carico dei contribuenti. E sono stati comunque tutti casi al limite del "mini condominio".

Per esperienza diretta dunque, è possibile affermare che per determinate tipologie di intervento e per specifici immobili, le necessità superano le possibilità finanziarie (es. unifamiliari). E queste affermazioni scaturiscono da progetti di fattibilità approfonditi che affrontano le reali questioni tecnico-finanziarie e non fermandosi ad elencare solo utopiche possibilità in appresso al banale riassunto di una normativa. Quando infatti vengono proposte operazioni a "costo zero" senza un preventivo straccio di prova, dovrebbe accendersi un campanello d'allarme, quantomeno sul significato atteso (interventi parziali o scadenti).
Esistono invece delle situazioni dove risulta scontato che l'intervento sia realmente totalmente incentivato: parliamo però di condomini con un numero di unità tali da determinare un moltiplicatore significativo del massimale di spesa: allo stesso modo non è possibile fare delle previsioni senza conoscere il "contesto".

Infine riguardo all'ultimo quesito è possibile rispondere affermativamente sul concetto, ribadito più volte dalla stessa ADE, che pur esistendo un obbligo esplicito di adesione "solidale" anche per i condomini "dissidenti" per le parti comuni (se è comunque raggiunta la maggioranza con il quorum minimo per la delibera assembleare di 1/3), lo stesso non sussiste per le parti private: per questi interventi il condomino è libero di scegliere.
 
Non esistono verità assolute ma situazioni che vanno valutate caso per caso. Esistono innanzitutto degli approcci di metodo (competenza e professionalità) e deontologici (cura interessi del committente e buona prassi) che possono aiutare a raggiungere un obbiettivo. Tuttavia non è detto, soprattutto a priori, che tale obbiettivo possa coincidere sempre, con un reale costo Zero del progetto di Superbonus.
Questo perché le variabili da considerare sono molteplici e possono essere ad esempio:
  • natura e complessità del progetto
  • sviluppo e completezza dell'intervento
  • tipologia e caratteristiche dell'immobile (dimensione, estensione, stato di conservazione)
  • andamento del mercato (volatilità dei prezzi praticati da imprese e fornitori)
  • razionalizzazione delle opportunità (equilibrio tra necessità tecniche e richieste specifiche)
  • rispetto degli obblighi normativi (requisiti)
  • ottimizzazione del beneficio economico-prestazionale (bilancio economico delle soluzioni tecniche)
  • limiti applicativi e temporali
Personalmente su oltre 50 Studi di Fattibilità realizzati, solo circa la metà delle commesse è risultata idonea a perseguire gli obbiettivi utilizzando il Superbonus (molti erano pretesti dei committenti, altri situazioni oggettivamente impraticabili, altri ancora carenti nei requisiti di accesso) come motore dell'operazione: di questi appena 15 sono stati i cantieri che hanno portato ad un risultato di completezza ed integrazione di interventi, tali anche da non determinare costi a carico dei contribuenti. E sono stati comunque tutti casi al limite del "mini condominio".

Per esperienza diretta dunque, è possibile affermare che per determinate tipologie di intervento e per specifici immobili, le necessità superano le possibilità finanziarie (es. unifamiliari). E queste affermazioni scaturiscono da progetti di fattibilità approfonditi che affrontano le reali questioni tecnico-finanziarie e non fermandosi ad elencare solo utopiche possibilità in appresso al banale riassunto di una normativa. Quando infatti vengono proposte operazioni a "costo zero" senza un preventivo straccio di prova, dovrebbe accendersi un campanello d'allarme, quantomeno sul significato atteso (interventi parziali o scadenti).
Esistono invece delle situazioni dove risulta scontato che l'intervento sia realmente totalmente incentivato: parliamo però di condomini con un numero di unità tali da determinare un moltiplicatore significativo del massimale di spesa: allo stesso modo non è possibile fare delle previsioni senza conoscere il "contesto".

Infine riguardo all'ultimo quesito è possibile rispondere affermativamente sul concetto, ribadito più volte dalla stessa ADE, che pur esistendo un obbligo esplicito di adesione "solidale" anche per i condomini "dissidenti" per le parti comuni (se è comunque raggiunta la maggioranza con il quorum minimo per la delibera assembleare di 1/3), lo stesso non sussiste per le parti private: per questi interventi il condomino è libero di scegliere.
Grazie per la dettagliata risposta ma si puo'asserire legittimamente asserire che il costo zero puo'essere imputabile solo nel caso di uno sconto in fattura e che ,esclusa questa ipotesi,si paga tutto(consulenze tecniche,ecc.ecc.)?
 

archspf

Utente
Grazie per la dettagliata risposta ma si puo'asserire legittimamente asserire che il costo zero puo'essere imputabile solo nel caso di uno sconto in fattura e che ,esclusa questa ipotesi,si paga tutto(consulenze tecniche,ecc.ecc.)?
No. Lo sconto in fattura è solo una opzione alternativa al pagamento diretto delle spese ed alla successiva liquidazione del credito: è del tutto autonomo da fattori che a prescindere o meno dall'applicazione dell'opzione di cessione, determinano a priori o posteriori un costo a carico.
Faccio un esempio.

L'intervento costa globalmente 60.000€ ma il massimale di spesa ammesso alla detrazione è 50.000€: 10.000€ restano comunque a carico nonostante per l'importo di 50.000€ si opti per lo sconto in fattura.
 

mirko2016

Utente
il costo zero puo'essere imputabile solo nel caso di uno sconto in fattura
Posso darti la mia esperienza, purtroppo estremamente negativa, quella di mia cognata e di un amico di famiglia, molto positive:

Partiamo dai dolori: Mini condominio, 4 unità, lavori caldaia (a gas nonostante avessi chiesto PDC e, su rifiuto di fare i calcoli, ibrida), isolamento muri, sostituzione infissi, fotovoltaico con accumulo.

preventivo: cappotto esce fuori gratis, perfetto. Lavori caldaia per una Ariston 35 kW condensazione 26000€, restano fuori 12000€ (e di quei 12000 nulla detrai). Prezzi sul mercato sono di gran lunga inferiori a detta mio geometra.

Sostituzione infissi, per ciascun alloggio rimangono fuori dal bonus 5600€: chiesto 24000 ad alloggio... Ne avremmo dovuti sostituire 3, io i miei già sostituiti nel 2011 pagando 8000€ in tutto (e ho scoperto poi di aver pagato tanto rispetto a altri).

Fotovoltaico chiesto più di 26000€ per un 6 kW: nel 2018 lo avrei pagato 9000 massimo, ma anche adesso lo trovi sui 10000, e per di più detrai (costa con sconto in fattura circa 5000€). I 10000 € che rimanevano oltre i massimali invece sarebbero non detraibili (tra i costi, una figura professionale già interpellata nel 2018 che prendeva 600€ per FV in regime ssp, ora 2800€)
Nel 2018 l'accumulo da 16 kWh mi sarebbe costato 7000€ detraibili(quello era un prezzaccio a dir la verità), nel preventivo 26000€ con 10000€ rimanenti a mio carico non detraibili.

Considerazioni: nella mia situazione costa meno i lavori al 50% con gente che faccia prezzi più onesti.
 

mirko2016

Utente
Veniamo alle situazioni positive, anche se non a costo zero: mia cognata ha fatto lavori, tra cui tetto, caldaia, fotovoltaico, cappotto, non ricordo serramenti e alcuni lavori non passavano al 110 ma al 50 (es. Montato un ascensore): hanno speso 9000€ in tutto.

Amico di famiglia, ex socio di mio suocero: complessivamente più lavori di noi, spesa di 4000€.

Riassumendo purtroppo dipende da chi ti trovi, col 110 sei in balia del caso, dipende dall'avidità di chi fa i lavori, tanto i preventivi li possono fare dopo lo studio di fattibilità che oramai hai pagato e sanno che o fai con loro o avrai perso il treno.

Ma capita che, come nel mio caso, sbragano troppo e perdono il lavoro, perché sono consapevole dei costi sostenuti da altri con il 50 e con il 110 (sono appassionato di fotovoltaico, energie pulite e quanto è green e mi informo costantemente da anni, vedendo anche preventivi di svariate persone in giro per l'Italia).

Rimane l'amarezza che a saperlo avrei comprato una casa indipendente (più grande è con bellissima vista) vicino alla mia seconda casa (ma prossima prima, anche se ora i tempi si allungano), un minicondominio bifamiliare dove un alloggio è di mia moglie, l'altro di mia suocera.
 
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