Buongiorno, avrei bisogno di qualche informazione in questo grande mondo che purtroppo ancora ignoro. Sono Laureato in scienze e tecnologie agrarie e sto cercando di inserirmi nel mondo del lavoro. Da circa un anno e mezzo collaboro con uno studio di agronomi e, l’anno scorso le parcelle di collaborazione sono state dichiarate tramite ricevuta di prestazione occasionale, in quanto erano di poca entità (2400 euro circa). Quest’anno invece, mi trovo a superare la soglia dei 2500 euro (ma non credo supero i 5000 euro), che a quanto ho letto sui vari siti, non possono essere superati se sono state emesse verso lo stesso “cliente”.
1) La soglia verso lo stesso ricevente di prestazione occasionale è veramente 2500 euro o posso arrivare fino ai 5000? Lordi o netti?
Stavo quindi valutando, anche perché prima o poi dovrei farlo, aprire partita IVA. Ora, la cosa che potrebbe sembrare più logica è aprire partita IVA, utilizzando come codice ATECO 74.90.11 Consulenza Agraria fornita da Agronomi , in quanto però , suppongo, mi costringe ad iscrivermi all’albo e conseguenti costi di cassa EPAP il che, visto che ancora gli importi a me spettanti sono esigui, non so quanto mi converrebbe. Inoltre, ora come ora, il mio compito non è quello di timbrare eventuali progetti, ma più che altro alla loro stesura e revisione, cosa che quindi non mi porta a firmare nulla come tecnico abilitato.
2) ho qualche altra formula per aprire partita iva per non avere altri costi oltre alla tassazione in sè? Esempio codice ateco 70.22.09 – Altre attività di consulenza imprenditoriale e altra consulenza amministrativo-gestionale e pianificazione aziendale?
3) ho visto che nei primi anni di apertura della partita iva il regime forfettario permette una tassazione al 5% per i primi 5 anni. Questo vale per tutte le nuove partite iva? Esistono dei requisiti da mantenere?
Grazie a tutti in anticipo
1) La soglia verso lo stesso ricevente di prestazione occasionale è veramente 2500 euro o posso arrivare fino ai 5000? Lordi o netti?
Stavo quindi valutando, anche perché prima o poi dovrei farlo, aprire partita IVA. Ora, la cosa che potrebbe sembrare più logica è aprire partita IVA, utilizzando come codice ATECO 74.90.11 Consulenza Agraria fornita da Agronomi , in quanto però , suppongo, mi costringe ad iscrivermi all’albo e conseguenti costi di cassa EPAP il che, visto che ancora gli importi a me spettanti sono esigui, non so quanto mi converrebbe. Inoltre, ora come ora, il mio compito non è quello di timbrare eventuali progetti, ma più che altro alla loro stesura e revisione, cosa che quindi non mi porta a firmare nulla come tecnico abilitato.
2) ho qualche altra formula per aprire partita iva per non avere altri costi oltre alla tassazione in sè? Esempio codice ateco 70.22.09 – Altre attività di consulenza imprenditoriale e altra consulenza amministrativo-gestionale e pianificazione aziendale?
3) ho visto che nei primi anni di apertura della partita iva il regime forfettario permette una tassazione al 5% per i primi 5 anni. Questo vale per tutte le nuove partite iva? Esistono dei requisiti da mantenere?
Grazie a tutti in anticipo