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LIBERALIZZAZIONE DELLE PROFESSIONI: AVVOCATI E COMMERCIALISTI SENZA ESAMI

Liberalizzazione delle professioni: avvocati e commercialisti senza esami

La nuova proposta di legge delega sulla liberalizzazione delle professioni regolamentate esclude dagli esami avvocati e commercialisti

Ascolta la versione audio dell'articolo
La liberalizzazione delle professioni è stata stralciata dal decreto legge per seguire l’iter ordinario della legge delega.
La nuova bozza di proposta di legge delega differisce dalla precedente e consente l’accesso alla professione senza esami sia agli avvocati che ai commercialisti.

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1) I principi contenuti nella proposta di legge delega per la liberalizzazione delle professioni

a) Estensione  del principio comunitario di libera concorrenza (’articolo 2, comma 1 del decreto-legge n.223 del 2006) anche alle leggi con valenza speciale o riferite a determinate categorie professionali;


b) Vietare l’obbligatorietà delle tariffe fisse o minime e la mera fissazione delle medesime;


c) Gli ordini non possono vietare la pubblicità dell’attività professionale su categorie di mezzi di comunicazione per ragioni di trasparenza, correttezza, dignità e decoro professionale; stabilire che ogni valutazione da parte degli ordini deve essere riferita al caso concreto ed adeguatamente motivata;


d) Introdurre la possibilità di costituire società professionali di capitali, al fine di consentire la realizzazione di iniziative economiche congiunte tra professionisti e soci di mero investimento;


e) Introdurre la possibilità per i professionisti iscritti ad albi di partecipare a più di una società e la facoltà di esercitare anche imprese commerciali;


f) Prevedere per gli ordini professionali il divieto di fissare limiti all’apertura ed esercizio delle attività professionali regolamentate;


g) Escludere per gli ordini professionali la possibilità di verificare la corrispondenza del compenso richiesto al decoro della professione e all’importanza dell’opera;


h) Rivedere il regime dei minimi contributivi previdenziali, per introdurre misure agevolate per i giovani professionisti anche attraverso misure compensative interne alla categoria;


i) Introdurre per gli studenti universitari, che hanno conseguito almeno i due terzi dei crediti previsti da corsi di laurea che consentono l’accesso a professioni regolamentate, la facoltà di anticipare durante il corso di studi il periodo di praticantato obbligatorio, ove previsto, propedeutico all’abilitazione professionale;


j) Riformare le regole di accesso all’ordine professionale degli avvocati e all’ordine professionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, prevedendo quale unica condizione per l’iscrizione all’ordine, oltre al titolo di studio previsto dalla legislazione vigente, un periodo di praticantato obbligatorio pari a due anni per l’esercizio della professione forense e pari a tre anni per l’esercizio della professione di dottore commercialista ed esperto contabile;


k) Sopprimere l’incompatibilità tra esercizio del commercio ed esercizio della professione forense o della professione di dottore commercialista ed esperto contabile e l’esercizio della professione di giornalista professionista.

Allegato

Proposta legge delega per la liberalizzazione delle professioni
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Commenti

Marco - 04/08/2011

Ma per piacere! Una pagliacciata del genere non farebbe altro che peggiorare ancora di piu' le già difficilissime condizioni di lavoro dei giovani professionisti abilitati senza nessun vantaggio per nessuno. Improvvisiamoci tutti a fare tutto tanto siamo nel paese di pulcinella!!

giu mon - 12/07/2011

finalmente una proposta rispettosa dei principi della libera professione. finalmente una proposta che sembra rispettare l' aggettivo di "libera" al sostantivo "professione". finalmente sembra di abbattere il muro di cinta del castello dei principi del foro, che si tramandavano il titolo di padre in figlio. finalmente una proposta che non permetterà a molti praticanti di demotivarsi e umiliarsi sentendosi solo dei portaborse. ecco dunque, che con l' approvazione di una proposta simile, l' Italia mostrerebbe uno stile di modernità, di avanguardia che punta ad un aspetto di libera economia, di concorrenza, di rispetto delle leggi del mercato dove vale la regola che il migliore è premiato. e un professionista libero non deve essere premiato da una commissione al termine di un esame che non si comprende, ad oggi, di quali connotati si vesta. e intanto, poveri studenti del diritto, dopo anni di studio, dopo anni di sacrifici per raggiungere un obiettivo, una posizione lavorativa, si trovano a dover attendere due anni di pratica (dove nella maggior parte dei casi non è retribuita - e per non retribuzione intendo nemmeno un cent per rimborso spese -, non è utile poichè molti dominus tengono stretti per sè i fascicoli come fossero lingotti d' oro, e si finisce per arrivare a fine pratica demotivati, svuotati di entusiasmo e di denaro e attendere il buon esito di un esame di stato lunghissimo e difficoltoso. e poi i pochi figli di non papà avvocati che lo superano???dovranno attendere ancora a lungo prima di crearsi la clientela, lavorando precariamente in una stanza (se si ha) della casa dei genitori, perchè aprire uno studio costa e non si è in grado di gestirlo perchè durante la pratica non si è fatto altro che fotocopie e trasportato borse.l' alternativa rimane quella di andare a lavorare negli studi avviati, sottopagati e sempre insoddisfatti. così i tempi si amplificano prima di giungere ad un' indipendenza economica. e così che il tasso di disoccupazione italiano rimane inalteratamente tra i più elevati. per non contare l' aspetto psicologico ed emotivo, che genera una sorta di senso di fallimento, di odio delle proprie scelte, di sfiducia nelle proprie capacità. ecco perchè poi in Italia non si capisce niente. si invertono i ruoli e le mansioni lavorative. gente senza titoli (e aggiungerei senza voglia di lavorare) occupa posizioni lavorative in uffici o enti pubblici e magari coloro che hanno anche due lauree lavorano ai call center per 400 euro al mese. per rimanere nel contesto legale, lo stato italiano, con l' approvazione di una simile proposta può trarne soltanto benefici, in quanto l' avvocato non grava mica sulle sue spalle! non dovendo sborsare stipendi, cosa gli costa mettere in piazza giovani professionisti???facendo la pratica durante il percorso di studi, non solo sarebbe molto più formativo perchè teoria e pratica camminerebbero a braccetto, ma si eviterebbero degli anni aggiuntivi post laurea spesso risultanti solo una vera e propria perdita di tempo e si avrebbero così professionisti di un' età media compresa tra i 24 e i 27 anni. aspetto non di poco conto, se si considera la sorta di entusiasmo e l' energia che connota i neo dottori. lo spirito giusto per lanciarsi nel mondo del lavoro, senza vincoli, ma solo con una novella preparazione e giovani idee lavorative. snelliamo un pò questi sistemi arcaici che puzzano di classismo e promuoviamo un' Italia dinamica e giovane, perchè di giovani ce ne siamo, pronti a confrontarci, a metterci in gioco, a lavorare, a realizzare quei sogni e quelle aspettative che spesso vengono frantumati dalla deludente realtà che viviamo. ma possiamo cambiarla.

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